Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Tumore costituito prevalentemente o totalmente da tessuto dentario calcificato, interpretabile come un'aberrazione di sviluppo, piuttosto che come una vera e propria neoplasia. Esistono odontomi semplici, formati da un solo tessuto (per esempio, i dentinomi e i cementomi); odontomi misti, costituiti da vari tessuti calcificati; odontomi composti, caratterizzati dalla presenza di un agglomerato di denti rudimentali, più o meno differenziati e sviluppati. Gli odontomi esordiscono durante l'infanzia e sono ad accrescimento lento; si manifestano con una tumefazione circoscritta alla guancia, nevralgie da compressione, spostamento e mobilità dei denti, ulcerazioni e infezioni secondarie. La terapia è chirurgica, con enucleazione del tumore e del suo involucro.
Questa neoplasia viene trattata con un intervento chirurgico di estrazione del dente e conseguente asportazione del tumore.
Insieme delle tecniche per il rilevamento dell'impronta dei denti, usate come mezzo d'identificazione in medicina legale.
Piante dotate di proprietà terapeutiche. Dalla corteccia, dalle radici, dai bulbi, dalle foglie, dai semi, dai fiori (a seconda dei casi e dei tipi) di queste piante vengono estratti i principi attivi che sono la base dei medicamenti fitoterapici, usati nella cura di malattie croniche di vario genere: dalla costipazione, all'insonnia, al sovrappeso, ai disturbi digestivi, circolatori ecc. Le piante officinali possono essere impiegate per preparazioni domestiche (infusi, decotti, succhi ecc.), per preparazioni di laboratorio sotto forma di pillole, estratti, oli essenziali ecc. Poiché la maggior parte dei rimedi fitoterapici può considerarsi tossica, o per il tipo di pianta da cui deriva o per i dosaggi necessari a scopo terapeutico, l'assunzione di preparati a base di piante officinali deve essere fatta dietro consiglio e sotto la guida di un medico.
(o oftalmite), denominazione comune di alcune affezioni oculari, in particolare l'oftalmìa dei neonati, l'oftalmìa traumatica, l'oftalmìa simpatica. Quest'ultima, molto grave, interessa l'uvea di un occhio e consegue a lesioni traumatiche dell'altro occhio, anche dopo 6-7 settimane; la prognosi è sempre riservata, perché spesso il processo evolve fino a portare a completa cecità, se non si provvede tempestivamente all'enucleazione dell'occhio simpatizzante, cioè dell'occhio traumatizzato che ha causato l'oftalmìa all'altro occhio, detto simpatizzato. Se l'enucleazione è tardiva, viene perso anche l'occhio simpatizzato. Con il termine oftalmìa vengono anche definite forme di congiuntivite e cheratocongiuntivite.
Ramo collaterale della carotide interna che provvede all'irrorazione del globo oculare.
Ramo sensitivo del nervo trigemino, dal quale prende origine a livello del ganglio di Gasser per poi penetrare nell'orbita oculare attraverso la fessura sfenoidale, suddividendosi in tre rami terminali.
Affezioni oculari, in particolare l'oftalmìa dei neonati, l'oftalmìa traumatica, l'oftalmìa simpatica. Quest'ultima, molto grave, interessa l'uvea di un occhio e consegue a lesioni traumatiche dell'altro occhio, anche dopo 6-7 settimane; la prognosi è sempre riservata, perché spesso il processo evolve fino a portare a completa cecità, se non si provvede tempestivamente all'enucleazione dell'occhio simpatizzante, cioè dell'occhio traumatizzato che ha causato l'oftalmìa all'altro occhio, detto simpatizzato. Se l'enucleazione è tardiva, viene perso anche l'occhio simpatizzato. Con il termine oftalmìa vengono anche definite forme di congiuntivite e cheratocongiuntivite.
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