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Struttura muscolare, situata nell'orifizio di sbocco del coledoco nel duodeno, a livello del collo dell'ampolla di Vater, che regola il deflusso della bile e inoltre impedisce il reflusso del contenuto duodenale nel coledoco.
Si è notata una discreta percentuale di disfunzioni dello sfintere di Oddi nei pazienti operati tramite laparoscopia per l'asportazione della cistifellea (colecistectomia) con relativo dolore paracolico.
Deglutizione dolorosa, dovuta a cause primitive o secondarie, in cui può mancare la componente organica. A differenza della disfagia organica, che si manifesta solo per i cibi solidi, l'odinofagìa si verifica anche per i liquidi.
Emissione dolorosa della voce; si può riscontrare in corso di processi tumorali ulcerati.
Dolore di origine dentaria. È sintomo comune a numerose malattie dei denti, quali carie, pulpiti, parodontiti, ascessi ecc.
Cellula mesenchimale della parte periferica della papilla dentale, destinata alla formazione di dentina e perciò detta anche membrana dell'avorio.
Ramo della medicina che si occupa delle malattie della bocca e dei denti e della loro cura. L'odontoiatrìa si suddivide in più settori. L'odontoiatrìa chirurgica tratta l'avulsione dei denti, l'asportazione di cisti, l'apicectomia, gli interventi per affezioni infiammatorie, traumi e fratture. L'odontoiatrìa conservativa mira all'asportazione dei tessuti organici colpiti e alla loro sostituzione con materiali inorganici, al trattamento delle affezioni periapicali favorendo la ricostituzione della trabecolatura ossea distrutta; riguarda specificatamente le affezioni dei tessuti duri (smalto e dentina) ed extraossei (corona dei denti), della polpa contenuta nel dente e del tessuto periradicolare. La parodontologia cura invece le malattie dei tessuti parodontali. L'odontoiatrìa riguarda anche le protesi dentali, in sostituzione di elementi dentari mancanti. La protesi dentale può essere: fissa, quando è costituita da apparecchi fissati ai denti naturali residui ancora in buone condizioni; mobile, quando usufruisce di un appoggio dentale, gengivale, oppure misto; totale (dentiera), alla quale si ricorre in caso di perdita totale dei denti.
Tumore costituito prevalentemente o totalmente da tessuto dentario calcificato, interpretabile come un'aberrazione di sviluppo, piuttosto che come una vera e propria neoplasia. Esistono odontomi semplici, formati da un solo tessuto (per esempio, i dentinomi e i cementomi); odontomi misti, costituiti da vari tessuti calcificati; odontomi composti, caratterizzati dalla presenza di un agglomerato di denti rudimentali, più o meno differenziati e sviluppati. Gli odontomi esordiscono durante l'infanzia e sono ad accrescimento lento; si manifestano con una tumefazione circoscritta alla guancia, nevralgie da compressione, spostamento e mobilità dei denti, ulcerazioni e infezioni secondarie. La terapia è chirurgica, con enucleazione del tumore e del suo involucro.
Questa neoplasia viene trattata con un intervento chirurgico di estrazione del dente e conseguente asportazione del tumore.
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