Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Nanotecnologie e chirurgia oculare all’avanguardia.
Il mondo delle nanotecnologie è vastissimo e comprende le microtecnologie allo stato solido, le biotecnologie, le tecnologie fisico-chimiche. In campo squisitamente medico-scientifico la sperimentazione di nuove molecole per far fronte a nuove patologie o a forme morbose ancora insolute ne è l’esempio più evidente.
«Gli approcci chirurgici con l’impianto di microchips retinici», spiega il prof. Duilio Siravo – Presidente di Low Vision Academy, dell’Accademia Italiana di Oftalmologia Legale e della Commissione Responsabilità Civile e Penale Medici Oculisti Italiani – «prevedono diversi metodi d’impiego di protesi visive, a dipendenza del punto di stimolazione scelto per attivare le cellule ancora funzionanti del sistema visivo. Nel modello di sperimentazione italiana Argus 2, dell’americana Second sight medical products, una minitelecamera montata su occhiali speciali capta le immagini e le trasmette wireless al microchip, inserito sulla zona centrale della retina; il chip le trasforma in impulsi elettrici inviati lungo il nervo ottico alla corteccia occipitale cerebrale, sede della visione».
I ricercatori dell’Università di Washington, grazie ad un finanziamento della National Science Foundation, hanno messo a punto una lente a contatto bionica, composta da componenti elettronici miniaturizzati a livello di nanometri.
«Ho fatto i primi esperimenti su cavie da laboratorio», racconta il prof. Siravo, «e abbiamo già contezza che la lente sarà presto in grado di mostrare all’occhio diversi pixel capaci di fornire informazioni visive all’utilizzatore. Il dispositivo è stato provato su dei conigli con un tempo massimo di utilizzo della lente pari a 20 minuti, i primi risultati sembrano non manifestare particolari effetti collaterali».
Qual è stato il percorso intrapreso per mettere a punto il nuovo sistema di nanotecnologia oculare che va a superare le precedenti applicazioni?
«Si è allenato un coniglio ad arrivare ad alimentarsi tramite un circuito con pareti dotate di sensori che se toccati fanno scendere paratie che impediscono la progressione verso il cibo. Al coniglio così preparato si occlude un occhio – LAC nera di tipo occlusivo con tarsorrafia – e all’altro si ingenera una cataratta completa matura per puntura lenticolare. Nell’occhio catarattoso si applica la LAC bionica e bypassando il bulbo con un ricevitore wireless impiantato sulle vie ottiche e/o cerebrali, dimostra che il coniglio può arrivare al target. Un’ulteriore idea è quella di passare dal wireless dislocato intracranicamente nei conigli con ago similstereotassico ad un patch-wireless including (tipo ecg), da dislocare ab estrinseco, dopo tricotomia distrettuale dei capelli, con microelettrodi epitecali autoassemblantesi attraverso un rotore elettromagnetico che cerchi le aree corticali, le associative e par associative».
Un nuovo progetto di ricerca di cui fa parte il prof. Siravo studia l’impiego della nanotecnologia per la cura del melanoma della coroide con terapia genica endovenosa.
«Si tratta di progettare nanoparticelle in grado di rilevare e di localizzare i tumori: una volta localizzato il tumore, questi nanorobot potranno inoltre attaccarlo e neutralizzarlo. Il progetto NANOTHER, sostenuto dall’UE, portato avanti da un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology, in collaborazione con la californiana Calando Pharmaceuticals studia un sistema di nanoparticelle in grado di veicolare piccole molecole di RNA capaci di spegnere geni coinvolti nell’insorgenza del cancro». (http://drsiravoduilio.beepworld.it)
NANOTECNOLOGIE,
I TRAGUARDI
DELLA RICERCA:
Le tecniche d’avanguardia nel campo delle nanotecnologie puntano a progettare nanoparticelle in grado di rilevare e di localizzare i tumori, e quindi di "silenziare", ovvero di fatto bloccare, le metastasi del tumore.
Fa riferimento all’occhio che ha la peculiarità di un’eccessiva lacrimazione
Le sindromi dell'occhio secco sono disturbi causati dalla diminuzione quantitativa e qualitativa delle lacrime (ipolacrimia). Di conseguenza il tessuto superficiale dell'occhio perde la protezione garantita abitualmente dal film lacrimale. Le lacrime infatti, oltre a lubrificare la superficie oculare (proteggendola dal continuo sfregamento con la parte interna della palpebra) e a detergere i corpi estranei che possono raggiungerla, contengono anche anticorpi e lisozima, sostanze con un elevato potere battericida; una carenza di queste protezioni lascia perciò l'occhio molto più indifeso rispetto ad aggressioni normalmente innocue da parte di germi e altri elementi patogeni.
Si distinguono due tipi di sindrome dell'occhio secco: quelle primarie (si tratta della manifestazione a livello oculare di una patologia autoimmune che colpisce tutto l'organismo, come il lupus eritematoso sistemico) e quelle secondarie (causate da diverse patologie, come blefariti e congiuntiviti, o abitudini, come l'uso delle lenti a contatto, l'assunzione di farmaci, l'uso di colliri). I sintomi tipici della patologia sono un'irritazione e un bruciore costanti agli occhi, la sensazione di presenza di sabbia e corpi estranei, fotofobia, dolori e annebbiamento visivo. A lungo andare si possono sviluppare ulcerazioni che compromettono la funzionalità visiva.
In ogni caso è necessario mantenere l'occhio umido ricorrendo alle lacrime artificiali, scegliendo però le confezioni monodose che sono prive di conservanti chimici i quali, a lungo andare, possono rivelarsi controproducenti.
Termine con il quale si designa una regione cefalica dell’occipite
Ramo collaterale dell'arteria carotide esterna che provvede all'irrorazione dei muscoli ( Sternocleidomastoideo, Muscolo lunghissimo e retto laterale del capo, Muscolo epicranico e semispinale, Splenio del capo e del collo) e delle parti molli della regione occipitale.
Nasce dalla faccia posteriore della carotide esterna, allo stesso livello dell'arteria linguale, si dirige posteriormente e in alto, incrocia il margine mediale del muscolo sternocleidomastoideo ed è contornata dal nervo ipoglosso, passa sotto il ventre posteriore del muscolo digastrico, incrocia il nervo spinale, fino a giungere al processo mastoideo del temporale; qui si interpone nel solco del processo mastoideo. Lungo il suo percorso cede numerosi rami muscolari, un ramo mastoideo e uno auricolare.
Lobo posteriore del cervello in cui ha sede la corteccia visiva, dove vengono integrate tutte le informazioni visive, comprese quelle che influenzano la postura e l'equilibrio.
Osso piatto che contribuisce alla formazione della regione mediana e postero-inferiore del cranio, in corrispondenza della nuca.
L'osso occipitale ha una forma trapezoidale curvata su sé stessa.
In esso si considerano:
- una squama, situata posteriormente al foramen magnum;
- due parti condiloidee (o porzioni laterali), situate lateralmente al foramen magnum;
- un corpo basilare, che si trova anteriormente al foramen magnum.
Presenta inferiormente il foro occipitale, che pone in comunicazione la cavità cranica con il canale vertebrale ed è attraversato dal midollo allungato, da nervi e vasi. Si articola, inferiormente, con la prima vertebra cervicale, detta atlante. Per la sua posizione, costituisce gran parte della porzione posteriore della base del cranio e accoglie e sostiene, nella sua concavità, alcuni visceri molto importanti: gli emisferi cerebellari, i lobi occipitali degli emisferi cerebrali, alcuni seni venosi della dura madre. L'estremità anteriore dell'osso occipitale presenta una formazione ristretta, denominata clivo, che si continua con il dorso della sella turcica dell'osso sfenoide, nella quale è alloggiata l'ipofisi.
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