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Spasmo, spesso di natura psicogena, della muscolatura della faringe, che impedisce la deglutizione o la rende difficile.
Esame visivo della faringe. Il medico abbassa la lingua del paziente e gli fa pronunciare la lettera "a".
Infiammazione della faringe. Le forme acute sono spesso un'estensione di processi infiammatori in distretti adiacenti. Le forme croniche hanno un lungo decorso che di solito evolve in tre fasi: catarrale, ipertrofica e atrofica. I sintomi della faringite sono sensazione di dolore e di corpo estraneo, tosse, vellichio, necessità di deglutire spesso e di raschiare la gola. La terapia è sintomatica e antibiotica, se l'eziologia è batterica.
Intervento chirurgico di asportazione della faringe. Generalmente ci si limita ad asportare la parte inferiore dell’organo, ad esempio in caso di tumore maligno. Con l'operazione vengono anche asportate le stazioni linfoghiandolari laterocervicali. Quando insieme alla faringe si asporta anche la laringe si parla di faringolaringectomia.
Organo cavo, parte degli apparati respiratorio e digerente. Si trova tra il cavo orale l'esofago. Il canale muscolomembranoso della faringe, viene normalmente diviso in tre tratti: superiore (rinofaringe), intermedia (orofaringe) e inferiore (laringofaringe). Presenta una parete posteriore e due laterali, mentre è priva di quella anteriore, sostituita, dal margine posteriore del setto fra le coane nasali e dal velo palatino (nel tratto rinofaringeo), dalla faccia dorsale degli archi glossopalatini e dal dorso della radice della lingua (nel tratto orofaringeo), e dalla parete posteriore della laringe (nel tratto larinofaringeo). Internamente, nella parte superiore della cavità si trova una volta, nella quale è contenuta la tonsilla faringea; nella parte anteriore, a livello dell'orofaringe, vi è un'apertura ovale sormontata dall'epiglottide, che, piegandosi può occluderla, impedendo il passaggio degli alimenti nella trachea. Esternamente la faringe è rivestita di un sottile tessuto connettivo fibrillare lasso.
FANS è l'acronimo dell'espressione farmaci anti-infiammatori non steroidei.
Sta ad indicare una classe di farmaci dall'effetto anti-infiammatorio, analgesico ed antipiretico.
I FANS sono farmaci analgesici periferici e agiscono sul metabolismo dell'acido arachidonico e dell'acido eicosapentenoico.
I FANS vengono prescritti in diverse forme, sia come pomate che come unguenti, come compresse e supposte. Di solito, si assumono in qualità di anti-dolorifici generici, come anti-infiammatori in patologie muscolo-scheletriche e reumatologiche e come antipiretici per abbassare la temperatura durante una febbre.
Sigla che riguarda i Farmaci antinfiammatori non steroidei. Si tratta di medicinali che combattono le infiammazioni e non contengono cortisone. I FANS vengono impiegati nel trattamento delle infiammazioni e del dolore da molteplici cause (dalle faringiti all'artrosi, al dolore neoplastico) e delle malattie reumatiche; il loro effetto antiaggregante viene ricercato in un grande numero di patologie su base vascolare circolatoria: dalla cardiopatia ischemica alla prevenzione degli accidenti cerebrovascolari. Disponibili per l'assunzione orale e parenterale, presentano effetti collaterali di cui va tenuto conto: lesività gastrointestinale (motivo per cui vanno assunti preferibilmente a stomaco pieno), nefro - ed epato-tossicità, reazioni allergiche, potenziale tossicità midollare, potenziamento degli effetti dei farmaci antidiabetici orali e degli anticoagulanti e antiaggreganti. Sono controindicati in caso di ulcera peptica, di terapia diuretica intensiva, nei soggetti con emorragie in atto o in trattamento con anticoagulanti, in caso di malattie renali gravi e di epatopatie severe. Cautela in gravidanza, nei pazienti diabetici in trattamento orale e nei pazienti che assumono anticoagulanti dicumarolici. Nei pazienti anziani la posologia deve essere opportunamente adattata con un’eventuale riduzione dei dosaggi usuali.
Non esiste il farmaco di scelta: la risposta è individuale e va valutata, quindi, caso per caso.
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