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La fenilalanina è un amminoacido non polare che partecipa alla costituzione delle più comuni proteine alimentari.
Nell'organismo umano, la fenilalanina è un amminoacido essenziale. Può essere convertito nella tirosina (da parte dalla fenilalanina idrossilasi), che a sua volta può essere trasformata nella L-DOPA, nell'epinefrina e nella norepinefrina.
Di fronte all'incapacità di metabolizzare la fenilalanina, si ha la malattia genetica denominata fenilchetonuria. L'accumulo dell'amminoacido nel sangue, nelle urine e nei tessuti può provocare, dall'età neonatale alla pubertà, un mancato sviluppo del sistema nervoso centrale e di conseguenza un ritardo neuromotorio e psichico.
La fenilalanina si trova nei formaggi, in frutti come le banane, l'avocado e le mandorle e come composto dell'aspartame, il dolcificante utilizzato in particolare nelle bevande gassate.
Fenetilbiguanide, è un agente ipoglicemizzante appartenente alla classe dei biguanidi. È indicato soprattutto nel diabete dell’età adulta, stabilizzato e non complicato da chetoacidosi o da processi infettivi. Può essere usato da solo o in associazione con l’insulina o con gli altri antidiabetici attivi per via orale. Fra gli effetti collaterali nausea, vomito, anoressia. Errori di dosaggio possono portare a crisi ipoglicemiche. Deve essere somministrato con cautela negli epato-nefropazienti e durante la gravidanza.
Farmaco anoressizzante che agisce sul sistema nervoso centrale. Si usa come cloridrato. La fenfluramina modula l’assunzione del cibo e agisce sulle vie serotoninergiche inducendo il rilascio di serotonina dalle sinapsi nel sistema nervoso centrale. Ritirata dal mercato mondiale perché responsabili di indurre lesioni alle valvole cardiache, inoltre il farmaco ha azione deprimente sul SNC e causa sonnolenza.
Farmaco inibitore non selettivo della monoaminossidasi, indicato soprattutto come antidepressivo, soprattutto delle forme di depressione endogena di natura psicotica. Può dare effetti collaterali come ipotensione e vertigini. Inoltre deve essere utilizzato con cautela dai pazienti affetti da malattie epatiche e renali.
Vedi Antipirina.
Analgesico di sintesi dagli effetti simili alla morfina ma con attività 3-4 volte maggiore.
Osso lungo e pari che costituisce lo scheletro della coscia. Esso è articolato prossimalmente con la cintura pelvica, tramite la cavità acetabolare, e distalmente con la tibia e la rotula. La sua parte intermedia, o diafisi, ha una forma prismaticotriangolare ed è dotata di un rilievo a forma di cresta longitudinale sulla faccia dorsale (la linea aspra). L’estremità superiore, o epifisi prossimale, è costituita dalla testa, che rappresenta un segmento di sfera e porta al centro una depressione sulla quale si inserisce un robusto legamento (legamento rotondo) che la collega all’acetabolo. Alla testa fa seguito il collo del femore, che ha la forma di un cilindro appiattito. Alla base del collo vi sono due tuberosità, note come grande e piccolo trocantere, che danno attacco a muscoli della coscia. L’epifisi distale presenta due rilievi ossei detti condili che si articolano con la rotula e la tibia, i due condili terminano con due rilievi laterali detti epicondili.
Data l’importanza del femore nel sorreggere il corpo e permettere la deambulazione esso è frequentemente soggetto a traumi quali fratture a livello di una qualsiasi delle sue parti.
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