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Della famiglia delle Pasteurellaceae, è un coccobacillo gram-negativo, asporigeno, aerobio, immobile. Provoca l'ulcera di Ducrey, o ulcera molle.
Termine che indica l'aspetto esteriore del corpo e del viso. La parola è particolarmente utilizzata in psichiatria per indicare la mimica, l'andatura, gli atteggiamenti e la postura che esprimono uno stato fisiologico o patologico del soggetto (per esempio habitus depresso).
Farmaci impiegati nella terapia dell’ulcera gastroduodenale. Svolgono la loro azione bloccando i recettori H2 per l'istamina e quindi inibiscono l’eccessiva secrezione acida gastrica, che è uno dei fattori implicati nella genesi dell’ulcera. Appartengono a questa categoria la cimetidina, la ranitidina, la nizatidina e la famotidina.
Virus ampiamente diffuso in animali selvatici e domestici.
Il principale serbatoio naturale del virus è rappresentato da uccelli acquatici, in particolare le comuni anatre selvatiche. Il genoma è ad RNA, composto da otto geni principali.
I diversi ceppi virali vengono classificati sulla base delle caratteristiche dei prodotti proteici, l’emagglutinina (H) e la neuraminidasi (N). Attualmente sono note sedici diverse emagglutinine e nove diverse neuraminidasi virali.
Il ceppo H1N1, risultato di una ricombinazione tra ceppi suini, umani, aviari, è comparso nei primi mesi del 2009. Ad oggi, questo ceppo di virus dell’influenza A sembra poter essere più facilmente trasmessa ai soggetti giovani, privi di immunità parziale conferita da infezioni con ceppi H1N1 circolanti in passato.
Materiale gommoso usato in endodonzia per la chiusura dei canali radicolari. E' composta di gomma naturale, chimicamente un polimero dell'isoprene, ricavata da un albero: il Dichopsisgutta. Dura e scarsamente elastica a temperatura ambiente, la guttaperca diventa plastica e modellabile se debolmente riscaldata.
È uno dei cinque sensi. L'organo del gusto è costituito dall'insieme dei recettori gustativi I quali si ritrovano in maggior numero sulla lingua, ma sono localizzati anche nel palato, sull'epiglottide e nella parte iniziale della faringe.
La superficie della lingua presenta tante piccole formazioni tondeggiati, chiamate papille gustative. Queste sono sporgenze di forma e grandezza variabile, disposte in grande quantità sulla mucosa della lingua e in base alla loro forma vengono distinte in filiformi, fungiformi, emisferiche e vallate. Le papille sono dotate di particolari recettori, o bottoni gustativi, capaci di distinguere il gusto di ciò che mettiamo in bocca. Infatti in seguito al legame delle sostanze chimiche contenute nei cibi, e disciolte nella saliva, con i recettori all'interno delle papille vengono inviati impulsi dalle terminazioni nervose del nervo linguale, verso il cervello. Il sapore finale che percepiamo assaporando un determinato cibo, è dovuto alla somma di sensazioni gustative, termiche e olfattive dei vari recettori. I recettori del gusto sono in grado di percepire solo quattro sapori: dolce, salato, acido e amaro, grazie a specifici recettori collocati sulla lingua in posizioni differenti. La punta della lingua è sensibile a tutti e quattro i sapori, ma in particolare al dolce e al salato, lateralmente è sensibile all'acido e sulla radice all'amaro.
Strutture neuroepiteliali poste sulla faccia superiore della lingua, sul palato, nell'alta laringe e nella parte posteriore dell'orofaringe. Sono le strutture deputate alla ricezione delle informazioni riguardo il sapore delle sostanze che ingeriamo. Al loro interno contengono infatti i recettori del senso del gusto che legano le sostanze chimiche contenute nel cibo e inviano informazioni al cervello riguardo il sapore di ciò che mangiamo. Le papille gustative si possono distinguere in fungiformi, fogliate e vallate. (vedi Gusto)
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