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Sigla di Intra Uterine Device, dispositivo intrauterino; sono quel gruppo di mezzi meccanici che s’introducono nella cavità uterina per lunghi periodi e che esercitano, per la loro presenza, un effetto contraccettivo. La spirale è uno di essi.
Gruppo di malattie della pelle a carattere ereditario, caratterizzate da anomalie della cheratinizzazione (genodermatosi). Compaiono in genere nei primi anni di vita, tendono a stabilizzarsi e a persistere nel tempo. Rendono l'epidermide secca, ruvida e ricoperta da squame di colorito bianco-grigiastro, a volte bruno-nerastro, che si distaccano con facilità e si riproducono rapidamente. Le zone più colpite sono di solito gli arti e il tronco, ma l'affezione può diffondersi a tutto il corpo risparmiando ascelle, inguine, regioni palmo-plantari e i genitali. Le mucose non vengono mai interessate. Spesso a complicare il quadro clinico di aggiungono eczema e dermatiti piogeniche. Esistono tre varianti cliniche principali della malattia: ittiosi volgare, ittiosi legata al sesso e ittiosi lamellare. La terapia prevede la somministrazione di vitamina A, l'uso frequente di creme idratanti e preparazioni a base si acido salicilico.
Nome dato al sale ammonico dell’acido ittiolsolfonico. È un liquido denso, brunastro, con un caratteristico odore pungente. Veniva usato, in passato, come antisettico nelle affezioni cutanee e come antinfiammatorio e vasocostrittore locale.
Per ittero si intende la colorazione giallastra assunta dalla cute e dalle mucose, quando si ha un accumulo di bilirubina nel siero > 2,5 mg/dl.
L'ittero può essere conseguente ad un'iperproduzione di base di bilirubina,in conseguenza ad esempio di eccessiva emolisi, ad alterazioni nel suo metabolismo epatico (ad esempio per eapatite, acuta o cronica) o nel suo deflusso, per la presenza di ostacoli intra o extraepatici.
Termine usato in ambito neuropsichiatrico per indicare la ripetizione, senza senso, di movimenti o di parole.
Patologia causata da funghi microscopici del genere Histoplasma e in particolare dalla specie Histoplasma capsulatum. Diffusa soprattutto nelle regioni centrali ed orientali degli Stati Uniti. L’uomo si infetta inalando le spore o le ife del fungo, presente nel suolo, particolarmente in presenza di escrementi di animali domestici o selvatici. Ne sono perciò particolarmente esposte alcune categorie di persone fra cui i lavoratori del sottosuolo, delle stive e gli allevatori di polli. La malattia può manifestarsi come un'affezione benigna localizzata al polmone e ai suoi linfonodi, oppure può interessare più organi. In soggetti immunocompromessi può portare anche al decesso. Nell’organismo parassitato il fungo prolifera entro il citoplasma di cellule istiocitarie. La terapia si fonda sull'uso di antibiotici antifungini.
Branca della patologia che studia le alterazioni nei tessuti di un organismo conseguenti a processi patologici. Si avvale di tecniche istologiche.
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