Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Tumore benigno delle meningi che origina dai villi dell'aracnoide. Colpisce per lo più le donne, fra i 40 e i 60 anni. Il tumore non infiltra, ma sposta le strutture vicine, causando iperplasia o, al contrario, erosione della teca cranica. Molto meno frequente è il meningioma che interessa il midollo spinale. La sintomatologia iniziale consiste in disturbi motori che si aggravano lentamente. Scarsa è, solitamente, la sintomatologia dolorosa. Radiografia, scintigrafia, TAC, risonanza magnetica, mielografia e arteriografia sono indagini utili per confermare la diagnosi. L'intervento chirurgico di rimozione del meningioma deve essere eseguito precocemente per garantire un buon recupero funzionale.
situazione patologica in cui si ha la presenza di più meningiomi. Cefalea, vomito, papilla da stasi, disturbi visivi sono i maggiori sintomi
o congestione meningea, è una sindrome in cui si ha irritazione meningea, meningite, e un’elevata pressione liquorale senza nessuna modifica chimica nè tantomeno citologica. Si ha la comparsa in condizioni patologiche febbrili di origine infettiva come la polmonite o il tifo, o come conseguenza di infezioni parassitarie intestinali come la teniasi.
La meningite è un'infezione delle leptomeningi (aracnoide e pia madre, che avvolgono l'encefalo e il midollo spinale). Queste membrane (dette meningi), assieme al liquido cefalo-rachidiano (liquor), hanno lo scopo di proteggere il sistema nervoso dai traumi. Le forme più diffuse sono quella purulenta di origine batterica, quella asettica, prevalentemente virale, quella tubercolare.
Può essere provocata dall'azione di batteri, virus, miceti, parassiti o protozoi, ma può anche originare da altre infezioni (otiti, sinusiti, mastoiditi) o da lesioni del cranio (traumatiche o a seguito di interventi microchirurgici). I microrganismi possono raggiungere le meningi in seguito a fratture, punture lombari, ma anche per via ematica o linfatica, o a seguito di focolai di encefalite o mielite. Gli agenti infettivi sono moltissimi: batteri (Neisseria meningitidis, Haemophilus influenzae, Streptococcus pneumoniae, Mycobacterium tuberculosis), virus (diversi enterovirus), spirochete (Treponema pallidum), protozoi (Toxoplasma gondii), miceti (Candida, Criptococcus). La forma virale di solito è meno grave e si risolve senza trattamenti specifici, mentre quella batterica può causare danni cerebrali e anche la morte.
I sintomi sono cefalea intensa, localizzata soprattutto alla nuca, vomito a getto (senza rapporti con l'alimentazione), febbre alta, brividi, fotofobia, rigidità della nuca. Possono anche essere presenti segni vegetativi (come l'alternanza di atti respiratori profondi e periodi di pausa) e disturbi psichici (agitazione e torpore, stato confusionale), paralisi di nervi cranici, disturbi vasomotori. I neonati malati di meningite possono avere crisi epilettiche e irrequietezza e presentare vomito o inappetenza.
Per la diagnosi si utilizza la puntura lombare (rachicentesi); il liquor prelevato, in presenza di malattia, risulta infatti alterato, in modo differente a seconda della tipologia di meningite in corso. La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici, scelti a seconda del genere di agente infettivo e delle caratteristiche del paziente, e va condotta in condizioni di isolamento. Oltre agli antibiotici si possono utilizzare cortisonici. La tempestività nell'inizio della terapia è un fattore di fondamentale importanza.
Di bob (del 06/02/2012 @ 00:08:51, in Lettera M, visto n. 1079 volte)
Malformazione congenita caratterizzata dalla mancata chiusura del canale vertebrale per cui le meningi vengono esposte all’esterno, oppure sono ricoperte da cute irsuta e con tragitti fistolosi. Si possono verificare erniazione delle sole meningi oppure di tutto il midollo.
Di bob (del 06/02/2012 @ 00:04:00, in Lettera M, visto n. 988 volte)
Sepsi provocata da meningococco associata a meningite. Si manifesta con un’intensa prostrazione con petecchie e macchie purpuriche. Può favorire la sindrome di Waterhouse-Friderichsen. La terapia prevede l'assunzione di penicillina o cefalosporine di terza generazione.
Sinonimo di Neisseria meningitidis
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