Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di bob (del 30/01/2012 @ 17:54:29, in Lettera M, visto n. 1111 volte)
Tumore maligno originario dai melanociti, nella metà dei casi all’interno di nevi pigmentati e nell’altra metà in tessuti quali la cute, l’uvea, la retina. I fattori predisponenti sono l’esposizione alle radiazioni solari, la lentigo maligna, il nevo displasico e il nevo gigante congenito. Da tenere sotto osservazioni sono i nevi con margini frastagliati, forma e pigmentazioni irregolari e segni di infiammazione circostante. Occorre, inoltre, controllare i nevi che cambiano improvvisamente dimensione e consistenza o nei quali la pigmentazione tende a diffondersi alla cute circostante. La diagnosi precoce è fondamentale. E’ importante effettuare un autoesame della cute ogni sei mesi e nei soggetti a rischio, osservare i nevi con la tecnica dell’epiluminescenza.
La terapia prevede asportazione completa della lesione e di parte della superficie cutanea sana e circostante. In caso di recidiva è indicata la chemioterapia.
si tratta di una proteina sintetizzata da cellule della retina, sensibile ai cambiamenti della luce, capace di condurre informazioni al cervello sul ritmo giorno/notte. Diversi studi sono stati condotti per verificare un possibile impiego di questa proteina nella terapia dell'insonnia.
Di bob (del 30/01/2012 @ 17:56:47, in Lettera M, visto n. 2215 volte)
Termine obsoleto per indicare il melanoma maligno nella sua forma a cellule fusate.
Di bob (del 30/01/2012 @ 17:57:28, in Lettera M, visto n. 1077 volte)
Alterazione benigna caratterizzata da una pigmentazione di colore marrone chiaro. Non si segnalano casi di trasformazione maligna.
Condizione anormale genetica a carattere autosomico dominante, che coinvolge gli occhi: si ha iperpigmentazione dell'uvea, della sclera e della congiuntiva. La colorazione bruna molto scura dell'iride di un solo lato è la melanosi dell'iride.
Di bob (del 30/01/2012 @ 17:58:05, in Lettera M, visto n. 1172 volte)
Emissione di urine contenenti melanina, solitamente in soggetti affetti da melanoma maligno. Le urine dapprima chiare, diventano scure dopo l’esposizione all’aria.
Il melasma è una condizione cutanea acquisita caratterizzata da una ipermelanosi delle aree fotoesposte. Si tratta di chiazze irregolari, a margini netti, intensamente pigmentate, localizzate comunemente al viso, in tre tipiche disposizioni: centrofaciale, malare e mandibolare. Il bordo del cuoio capelluto è sempre indenne. Si sviluppa spesso insidiosamente con disposizione bilaterale, non simmetrica.
Cloasma è il sinonimo con cui si definisce la condizione quando si manifesta durante la gravidanza. Tuttavia tale termine è improprio: infatti cloasma deriva dal greco cloazein che significa "essere verde", mentre "melas", sempre di origine greca, significa "nero". Dal momento che la pigmentazione non è mai verde, è più corretta la dizione di melasma.
Il melasma si osserva nel 90% dei casi nelle donne in età riproduttiva, che assumono la pillola anticoncezionale o in corso di gravidanza (da cui il termine di maschera gravidica).
Sono però riportati casi in corso di disfunzione ovarica o tiroidea o a seguito di assunzione di farmaco forosensibilizzante (fenitoina).
La pigmentazione, di colore marrone scuro, può localizzarsi a due livelli: confinata allo strato superficiale della cute, l’epidermide, oppure nello strato più profondo, il derma. La lampada di Wood (lampada che emette ultravioletti nella frequenza 340-400 nm, utilizzata in ambiente scuro) può permettere di visualizzarne la distribuzione: infatti il pigmento epidermico si accentua quando è esaminato con tale luce, diversamente da quello dermico.
Non sempre però è così agevole la differenziazione in quanto la pigmentazione può essere presente, in maggiore o minore grado, in entrambi gli strati cutanei.
Riguardo all’etiopatogenesi, la predisposizione genetica (nel 30% dei casi vi è familiarità per il melasma, i soggetti affetti hanno cute marrone chiaro) e l’influenza ormonale ( la comparsa del melasma in gravidanza o in soggetti che assumono i contraccettivi orali ne sono testimonianza) sono sicuramente due importanti fattori. Ma il ruolo fondamentale nello sviluppo di questa pigmentazione è l’esposizione al sole. Tutte le lunghezze d’onda delle radiazioni solari compreso lo spettro visibile sono in grado di indurre il melasma. Inoltre le radiazioni ultraviolette, causando la perossidazione dei lipidi nelle membrane cellulari, generano la formazione di radicali liberi che possono stimolare i melanociti a produrre melanina in eccesso.
La cura del melasma può riservare delle difficoltà legate in gran parte al livello dove si colloca il pigmento: sarà infatti relativamente più agevole e rapida se la pigmentazione è epidermica. Il pigmento dermico invece, mancando una efficace terapia per rimuoverlo, impone tempi lunghi (mesi o anni). Tuttavia ciò non deve scoraggiare. Infatti la fonte del pigmento dermico è l’epidermide: pertanto se si riesce a inibire la melanogenesi epidermica per un periodo sufficientemente lungo, il pigmento dermico non sarà sostituito e quindi, pur lentamente, si risolverà.
Fondamentale, qualunque sia il livello della pigmentazione, è evitare il sole, nel limite del praticabile, e usare dei protettori solari ad ampio spettro (SPF 15 o più) ogni mattino, tutti i giorni dell’anno, indipendentemente se vi sia o meno il sole. Un giorno di esposizione al sole senza fotoprotezione può pregiudicare mesi di trattamento, specie in soggetti con tendenza alla forma dermica. Utile anche l’uso di copricapo.
Alla fotoprotezione si affiancherà l’uso di prodotti topici sbiancanti, oltre ad eventuali peeling superficiali nell’intento di accelerarne la risoluzione attraverso una tenue esfoliazione. Il successo della terapia richiede comunque grande disciplina e molta pazienza. Il melasma si sviluppa gradualmente ed anche la risoluzione è graduale: possono volerci mesi.
RIASSUMENDO
Che cos’è?
E’ una condizione cutanea caratterizzata dallo sviluppo sul viso di macchie marroni.
In quali zone del viso?
Principalmente sulle zone malari, sulla fronte, sul labbro superiore.
Come si presenta?
Si tratta di macchie di colore marrone uniforme, di forma irregolare, con margini netti che si accentuano in maniera marcata durante l’estate.
Può dare dei sintomi?
No.
Quali sono le cause?
Tre sono i fattori causali fondamentali: predisposizione genetica, attività ormonale e soprattutto esposizione al sole.
Chi ne è colpito?
Nella maggioranza dei casi le donne che stanno assumendo la pillola anticoncezionale o in stato di gravidanza: infatti il melasma viene anche definito "maschera della gravidanza".
Come viene diagnosticato?
La diagnosi si basa sull’osservazione clinica.
Il cloasma è la stessa cosa?
Si. E’ il termine che spesso si usa per le pigmentazioni che si presentano sul viso delle donne gravide.
Ci sono rischi per chi vive a contatto con chi è affetto da melasma?
No, perché non è contagioso.
Si può curare?
La cura del melasma non sempre è agevole. Fondamentale è l’uso di un protettore solare con SPF pari o superiore a 15, evitare l’esposizione solare e utilizzare schiarenti cutanei. Mai "il fai da te", ma sentire il parere di uno specialista dermatologo.
Occorre tanto tempo per avere dei risultati?
La risoluzione è graduale: nell’ordine di mesi (talvolta tanti).
Si può prevenire?
Si può ridurre il rischio non assumendo la pillola ed evitando il sole oltre a proteggere la cute con un prodotto efficace. Ciò vale soprattutto per quelle donne nella cui famiglia vi sono già stati casi di melasma.
Il melasma può dare effetti a lungo termine?
No, è un problema puramente estetico
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