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Sinonimo di linfografia.
Tumore dell'endotelio dei vasi linfatici. Si presenta come una massa voluminosa, di consistenza varia, molle, spugnosa, ricca di sangue, o più consistente e fibrosa fino a durezza cartilaginea. Interessa generalmente cute, meningi, ovaio, tiroide, ossa e le ghiandole linfatiche. Relativamente benigno con scarsa tendenza a formare metastasi, ma spesso recidivante. Non mancano altresì le forme maligne con tendenza a metastatizzare.
Anche detta linfoangectasia, è una dilatazione, congenita o acquisita, dei vasi linfatici; i casi acquisiti si hanno in seguito a traumi, compressione o infiammazione dei vasi stessi.
Dilatazione dei vasi linfatici. Può essere congenita o acquisita; i casi acquisiti possono essere dovuti a traumi, compressione o infiammazione dei vasi stessi.
Processo infiammatorio di uno o più linfonodi. Nella forma acuta generalmente si osserva una tumefazione nella zona interessata con arrossamento e dolore. I linfonodi più frequentemente interessati sono quelli del cavo ascellare e dell’inguine. Solitamente trattando la causa flogogena si risolve anche il quadro linfonodale. Nel caso di ingrossamento linfonodale in assenza dei segnali di infiammazione è sono indicati accertamenti supplementari per verificare la presenza di processi morbosi, anche neoplastici.
Fluido circolante nei vasi del sistema linfatico. La sua costituzione è simile a quella del sangue, comprende una parte liquida plasmatica e una parte corpuscolata formata da globuli bianchi, soprattutto linfociti. Oltre alle proteine ordinarie del plasma sanguigno, nella linfa passano anche proteine con funzione ormonale ed enzimi (lipasi, maltasi, amilasi). La linfa proveniente dall'intestino durante la digestione (definita chilo e di colore giallastro) è ricca di sostanze lipidiche, difatti sia il colesterolo sia gli acidi grassi contenuti negli alimenti, una volta assorbiti dalla mucosa intestinale, vengono trasportati in gran parte per via linfatica. La parete dei vasi capillari è più sottile e più permeabile di quella dei capillari sanguigni in modo da permettere il rientro in circolo di macromolecole proteiche eventualmente sfuggite a questi ultimi. Dai vasi linfatici capillari la linfa fluisce verso vasi di calibro crescente, passa attraverso i linfonodi dove viene filtrata, ed infine viene riversata nel circolo sanguigno da due grossi vasi collettori, il dotto toracico, che è il più grosso vaso linfatico del corpo e, il condotto linfatico destro. Questi vasi si immettono nella vena succlavia sinistra del collo che costituisce il punto di raccordo fra circolazione linfatica e circolazione del sangue; dal dotto toracico passano giornalmente nel torrente sanguigno tra i 2 e i 4 litri di linfa.
Lìnea alba. Striscia di tessuto fibroso biancastro, riconoscibile sulla parete dell'addome, tra sterno e pube, I muscoli dell'addome obliquo esterno e obliquo interno, partendo dalle loro inserzioni posteriori, si portano in avanti e le loro aponeurosi, dopo aver circondato al davanti e dietro i muscoli retti addominali, si incrociano sulla linea mediana formando una struttura particolarmente robusta e scarsamente vascolarizzata. Per questo motivo la linea alba è la sede preferita delle ampie incisioni laparatomiche praticate negli interventi maggiori di chirurgia addominale.
Nella decussazione delle fibre aponevrotiche rimangono piccoli spazi che permettono il passaggio ai vasi ed ai nervi locali.
È possibile che minuscole quantità di grasso penetrino in questi orifizi, allargandoli. In tal modo si creano delle aree di debolezza nelle quali può farsi strada un'ernia epigastrica o della linea alba.
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