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Malattia infiammatoria acuta, subacuta o cronica che interessa i linfonodi.
Ipertrofia dei linfonodi, caratterizzata dallo stesso significato clinico di linfoadenopatia.
Di Admin (del 30/04/2010 @ 11:07:41, in Lettera L, visto n. 1469 volte)
Condizione clinica in cui si manifesta un accumulo di linfa causato da un cattivo funzionamento del sistema linfatico. La sua diffusione è prevalente negli arti.
La tecnica principale nel trattamento del linfedema è il cosiddetto bendaggio linfologico, che ha azione contenitiva da associarsi all'esercizio isotonico.
O diatesi linfatica, particolare condizione caratterizzata da una iperplasia diffusa dei tessuti linfatici. Si presenta soprattutto nei bamnini con un ingrossamento delle linfoghiandole in varie sedi, delle adenoidi e delle tonsille. I soggetti linfatici risultano particolarmente predisposti, durante i primi anni di vita, alle malattie infettive.
Il sistema linfatico è un insieme di apparati che hanno lo scopo di provvedere alla produzione di linfociti e alla circolazione della linfa nell'organismo. È composto da capillari, vasi, linfonodi. La parete dei vasi linfatici è relativamente sottile; in questo modo la pressione degli organi circostanti favorisce il flusso della linfa. Lungo il percorso dei vasi si trovano i linfonodi, che sono masse di tessuto linfatico deputate alla produzione dei linfociti. I vasi più piccoli si riuniscono gradualmente in condotti più grandi e finiscono per confluire nella vena succlavia. In particolare, i vasi linfatici della parte inferiore del corpo risalgono gli arti, il bacino e i visceri addominali, fino a raggiungere i linfonodi dell'aorta. Qui si trova l'ampolla del Pecquet, un punto di raccolta della linfa. In seguito la linfa sale lungo il dotto toracico che raccoglie i vasi linfatici della parte posteriore del tronco, delle gambe, del braccio sinistro e della metà sinistra di testa e collo e sbocca nella vena succlavia sinistra.
La linfa proveniente dalle altre zone del corpo viene raccolta dalla grande vena linfatica, che sbocca nella vena succlavia destra.
I linfonodi sono costituiti da piccole masse di grandezza variabile, rivestite da capsule di tessuto connettivo, disposte in varie posizioni all'interno dell'organismo. La linfa entra nei linfonodi mediante i vasi linfatici, subisce modifiche chimiche, quindi ritorna nel circolo linfatico. I linfonodi possono anche essere considerati depositi di riserva della linfa.
I linfociti sono un tipo particolare di leucociti (i globuli bianchi), e hanno il compito di reagire nei confronti di agenti estranei all'organismo. Ciascun linfocita ha la capacità di riconoscere e attaccare un solo tipo di antigene, e la mantiene immutata per tutta la sua vita; inoltre la trasmette alle cellule clone in cui si riproduce. Diversamente dagli altri leucociti, che provocano una risposta immunitaria non specifica, i linfociti attivano una reazione specifica, molto rapida e intensa. I linfociti circolano in tutto l'organismo, grazie al sistema linfatico e al sangue, con funzioni di controllo. Si distinguono due tipi principali di linfociti, i B e i T, oltre alle cellule nulle (i tipi non B e non T). I linfociti B nascono e maturano nel midollo osseo, quindi passano nel circolo sanguigno, ma tendono a localizzarsi soprattutto nei linfonodi. L'importanza dei linfociti B nella resistenza dell'organismo alle malattie è essenziale; infatti, oltre ad avere la capacità di produrre anticorpi, sono anche in grado di utilizzare meccanismi di uccisione delle cellule. I linfociti T vengono prodotti nel midollo osseo, ma in seguito si spostano nel timo, dove giungono a maturazione, imparando a riconoscere le cellule dell'organismo. I linfociti T maturi si dividono in helper e citotossici (soppressori). I primi sono di ausilio nel riconoscimento dell'antigene, mentre i secondi sono in grado di ucciderlo. Gli helper sono anche in grado di attivare altre cellule di “difesa” dell'organismo (macrofagi).
O linfoangite, o linfoangioite. È un infiammazione dei vasi linfatici dovuta a natura infettiva ma che può avere anche origine traumatica, neoplastica o vascolare. La linfangite può essere acuta o cronica. Nel primo caso si può verificare in prossimità di una ferita cutanea, di un foruncolo, ecc. Si manifesta con strie iperemiche e rilevate, edema cutaneo e sottocutaneo, iperestesia e forte dolore esacerbato dalla pressione. Spesso si associa a una linfoadenite satellite. Il secondo caso invece si manifesta spesso in presenza di insufficienza venosa.
Intervento chirurgico atto a ripristinare il drenaggio della linfa dai tessuti, nel caso in cui questo sia andato perduto in seguito a processi patologici o ad interventi chirurgici (ad es.linfedema dell'arto superiore dopo linfadenectomia ascellare).
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