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Di bob (del 16/01/2012 @ 15:24:31, in Lettera M, visto n. 940 volte)
L’epilessia con crisi mio cloniche astatiche è una rara forma di epilessia che ha origine tra i due e i cinque anni. I maschi sono colpiti due volte di più delle femmine. I sintomi sono crisi toniche cloniche e talvolta, si verificano convulsioni multiple in un breve arco di tempo. Queste crisi sono caratterizzate da perdita di tono muscolare associata a una proiezione in avanti o dietro del corpo.
In un terzo dei pazienti, l'epilessia è refrattaria alle terapie e ciò comporta un peggioramento delle crisi e l'evoluzione verso lo stato mioclonico, con sonnolenza e movimenti erratici delle mani e della regione periorale, e talvolta con crisi toniche durante il sonno. Nelle forme caratterizzate da evoluzione sfavorevole, la mioclonia scompare dopo diversi mesi.
si tratta di uno zucchero 3-O-Metil-D-galattosio, peculiare di molti generi di actinomiceti conosciuti come maduromiceti
si tratta di una malattia cronica, conosciuta anche come micetoma o piede di Madura (dalla città di Madura, in Indonesia), causata da infezione fungina (generi Nocardia, Indiella, Madurella ecc.), endemica nelle regioni tropicali o subtropicali dell'Asia e più frequente in quei soggetti che camminano a piedi scalzi. I miceti entrano in contatto con l’organismo attraverso piccole lesioni (prodotte da spine, frammenti vegetali ecc.), specie nei piedi, causando tumefazione locale con flogosi granulomatosa dei tessuti, decalcificazione delle ossa, emissione di fistole con fuoriuscita di pus contenente, a seconda della specie di micelio, granuli gialli, neri o rossi noti come “granuli di zolfo”. Analizzando la cultura di pus o tramite biopsia si ha la diagnosi. La terapia è il drenaggio chirurgico e la somministrazione di antibiotici.
è un genere di fungo responsabile della maduromicosi dell'uomo
caduta spontanea delle ciglia o sopracciglia
La maculopatia senile è una malattia progressiva che, come dice il nome, colpisce prevalentemente gli anziani (circa il 10% nella fascia che va dai 65 a 74 anni e il 30% nella fascia oltre i 75 anni): purtroppo esistono anche casi in età meno avanzata.
Le forme della malattia sono due: la forma secca (atrofica) e quella essudativa (neovascolare).
La forma secca è più comune (90% dei casi) e generalmente causa una moderata riduzione visiva ed è dovuta a una lenta e progressiva atrofia del tessuto retinico (epitelio pigmentato e fotorecettori). La forma essudativa è meno comune (10% dei casi), ma più grave; è causata dalla formazione di nuovi vasi che si rompono facilmente provocando la perdita di siero e di sangue con processi di cicatrizzazione e distruzione della macula. Compaiono effetti di distorsione nella visione fino a una marcata riduzione della visione centrale, che è il sintomo più caratteristico della malattia. L'evoluzione è molto lenta nelle forme non essudative, più rapida nelle forme essudative.
La diagnosi - Può avvalersi di esami sofisticati come la fluorangiografia (che però riesce a identificare i neovasi sottoretinici solo nel 15% dei casi) o l'angiografia al verde di indocianina (1992). Tali esami consentono una diagnosi precoce che migliora le indicazioni della laserterapia.
Il test di Amsler - È un facilissimo test fai da te. Si usa un foglio a quadretti di 10 cm di lato con un punto di fissazione nel centro. Di fronte a un soggetto a rischio, il test si esegue facendo chiudere alternativamente gli occhi e invitando a osservare (eventualmente con l'uso di occhiali per la visione da vicino) il foglio da una distanza di circa 30 cm. Il test è positivo (cioè evidenzia un segnale d'allarme) se viene rilevata una distorsione della quadrettatura (metamorfopsia).
Le cause - Purtroppo non sono del tutto note. Per fare un banale elenco delle possibilità possiamo indicare cause e fattori di rischio insieme:
fumo (aumenta di tre volte il rischio)
ipertensione arteriosa
esposizione per anni alla luce azzurra o a radiazioni ultraviolette A
diminuzione del livello ematico di micronutrienti con funzione antiossidante
reazioni autoimmuni
errori alimentari
La terapia - Attualmente tutte le cure servono a impedire un ulteriore peggioramento:
Eliminazione dei fattori di rischio (abolizione del fumo, controllo della pressione)
Impiego di sostanze antiossidante (betacafrotene, zinco, vitamina C e vitamina E in dosi significative, per esempio 1 g e 400 UI rispettivamente). Una ricerca americana (2001) durata sei anni su 5.000 anziani è stata la prima che ha dimostrato un rallentamento significativo della malattia; altre ricerche (fra cui quella italiana del Gemelli di Roma) hanno impiegato altri integratori (soprattutto luteina)
Uso di occhiali da sole (mai celesti) che proteggano dai raggi ultravioletti.
Terapia fotodinamica (se la diagnosi della malattia è precoce); si basa sull'uso di un laser dolce, impiegato su alterazioni retiniche (anche molto centrali) rese sensibili dalla verteporfina. Impiego di cortisonici, giustificato nel caso di situazioni in cui prevalgano reazioni autoimmuni.
Gli ausili - È in fase di sperimentazione un sistema ingrandente costituito da due lenti intraoculari (IOL, a Milano, ospedale San Paolo e Clinica Santa Rita, e a Bergamo, Ospedali Riuniti).
si ha quando sull’epidermide compaiono le macule (macchie cutanee piccole, piatte e pigmentate) e le papule (piccole salienze).
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