Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Porzione del tronco posta tra il collo e l addome delimitata superiormente dalla clavicola e inferiormente dal diaframma che lo separa dalla cavita addominale. Le sue pareti limitano una grande cavita viscerale che contiene importanti visceri quali polmoni e bronchi, cuore con i grossi vasi, timo, gran parte dell'esofago e la parte inferiore della trachea. E'costituito da un impalcatura scheletrica cassa o gabbia toracica formata dal tratto dorsale del rachide posteriormente dalle costole postero-lateralmente dallo sterno anteriormente e da tegumenti. Sulla parte superiore del torace si inseriscono gli arti superiori anteriormente nello spessore delle pareti toraciche si trovano le due mammelle. Le dimensioni del torace e il volume della sua cavita variano durante la respirazione anche notevolmente.
Deformità congenite o acquisite della gabbia toracica possono variamente deformare il torace. Il torace può essere cifotico, scoliotico, cifoscoliotico per la deviazione dell’orientamento delle coste in rapporto alle deformazioni del rachide. Relativamente frequente è il torace a botte, caratterizzato dall’espansione in atteggiamento espiratorio costante, tipico dell’enfisema polmonare; retrazioni ed espansioni interessanti un solo emitorace possono, invece, essere l’esito di un trauma (fratture di molte coste), di un intervento chirurgico (toracoplastica), di una pleurite, di un empiema. Toracogastroterata Sono così chiamate nel complesso anomalie dell’organismo che interessano le regioni del torace e dell’addome: per es., le alterazioni dello scheletro del torace associate ad aplasia del diaframma e dei muscoli addominali, con protrusione del cuore nella cavità addominale (ectopia addominale del cuore, che può essere nuda quando manchi anche il rivestimento pericardico).
Detta anche mappa corneale computerizzata è un esame recentemente introdotto nella pratica clinica, che consente di effettuare una fotografia della superficie della cornea (la membrana trasparente anteriore dell’occhio) sulla quale viene proiettata una serie di anelli bianchi e neri concentrici che su di essa si riflettono. Un particolare computer è in grado di elaborare, grazie alla immgine raccolta ed a sofisticati procedimenti matematici di calcolo, una immagine a colori che, i realtà rappresenta la distribuzione della curvatura corneale in ogni singolo punto; altri topografi corneali consentono, grazie ad opportune modifiche, persino uno studio assai complesso della morfologia corneale. Entrambi gli esami sono indispensabili per la diagnosi delle patologie corneali degenerative, quali il cheratocono, e nella preparazione e nel follow-up della chirurgia corneale (in particolare prima e dopo interventi con laser ad eccimeri).
TOPOGRAFIA SIRIUS
Grazie all'eccellente combinazione tra una telecamera Scheimpflug rotante e un disco di Placido, il Sirius annovera tra l'altro le seguenti caratteristiche:
Analisi completa dell'intera cornea e del segmento anteriore
Sistema di acquisizione guidato estremamente veloce
Curvatura tangenziale e assiale delle superfici anteriore e posteriore della cornea
Potere frontale anteriore, potere frontale posteriore e potere equivalente dell'intera cornea
Mappe altimetriche con diverse superfici di riferimento
Mappa di spessore corneale e di profondità della camera anteriore
Analisi del fronte d'onda corneale e della qualità della visione
Modulo per l'applicazione delle lenti a contatto
La lotta contro i topi è giustificata sia da motivi economici che igienico sanitari. Consumano e contaminano quantitativi notevoli di sostanze alimentari, rovinano costruzioni, cavi e tubazioni per aprirsi passaggi. Sono inoltre portatori di agenti di numerose malattie. Sono animali notturni e possono vivere anche 3/5 anni (la vita media è di circa 6 mesi) e sono molto prolifici.
Solo tre specie vivono a contatto con l’uomo: il Rattus Norvegicus, Il Rattus Rattus ed il Mus Musculus.
Sono facilmente identificabili attraverso le caratteristiche fisiche e le abitudini alimentari. Vivono tutti prevalentemente in cantine, soffitte, magazzini, intercapedini, nelle vicinanze di case isolate e ovunque trovino rifugio. Si nutrono di derrate alimentari e rifiuti: le colonie murine aumentano in base alla disponibilità di alimenti.
Hanno capacità sensoriali molto sviluppate: tramite l’olfatto possono seguire percorsi marcati con l’urina, il gusto consente la scelta di cibi adatti (in genere vengono rifiutati cibi sconosciuti), l’udito consente di percepire anche gli ultrasuoni, la vista è ridotta, adatta al buio e non consente la visione dei colori.
Sono molto agili. Il R.Norvegicus può saltare in alto fino a 70 cm. Sono buoni arrampicatori e possono passare in buchi di circa un centimetro.
Queste caratteristiche spiegano la loro ampia diffusione e ne rendono difficile la lotta grazie anche alla loro naturale diffidenza verso cibi che non conoscono.
Per tali ragioni, alla distruzione dei roditori, devono essere attuate forme di contenimento che si basano sulla riduzione del cibo disponibile e sul risanamento ambientale.
La lotta contro i roditori permette di ridurre in modo significativo il loro numero, ma, se le condizioni ambientali persistono immutate, gli animali sopravvissuti riporteranno in breve tempo la popolazione al livello originale.
raccolta di rifiuti in contenitori adatti, con rapido allontanamento e smaltimento
periodica ispezione degli edifici per la chiusura con cemento di aperture dovute a roditori
pulizia dei giardini e delle aree verdi
chiusura idraulica a sifone delle tubazioni di scarico
presenza di collare metallico sporgente di almeno 25cm lungo le tubazioni verticali ed i fili orizzontali (luce, telefono)
presenza di rete metallica a maglie fitte a protezione di aperture di ventilazione
In aree private devono essere effettuate forme di lotta con rodenticidi.
La lotta ai roditori deve essere effettuata sempre da personale specializzato. Il comune di Genova provvede alla lotta ai roditori in aree pubbliche.
La derattizzazione delle aree private è a carico dei cittadini.
Infiammazione acuta o cronica a carico delle tonsille palatine. Poichè il processo acuto interessa anche l'orofaringe e le strutture circostanti la tonsilla si preferisce denominarlo angina riservando il termine di tonsillite al processo cronico. Nelle tonsilliti croniche si riscontra un incapacita relativa del tessuto linforeticolare a elaborare materiale antigenico. Nel bambino l'ingrossamento delle tonsille tende a restaurare l' equilibrio si cura col soggiorno in clima marino con terapia iodica e antilinfatica eventualmente con antibiotici e cortisonici soltanto in caso di disturbi gravi alla deglutizione e alla fonazione di tosse secca e stizzosa o infiammazione cronica tonsillite cronica ipertrofica molle o tonsillite cronica criptico-caseosa si puo ricorrere all intervento chirurgico. Nell' adulto si possono riscontrare una tonsillite cronica ipertrofica semplice con ipertrofia del tessuto linforeticolare, una tonsillite cronica scleroipertrofica con reazioni cicatriziali, una tonsillite cronica sclerotica con diminuzione della componente linforeticolare e tonsille piccole e sclerotiche, una tonsillite criptico-caseosa con materiale necrotico nel lume della cripta. La sintomatologia consiste in disfagia fetore dell alito adenopatia locoregionale la terapia e chirurgica. Ci sono poi tonsilliti croniche specifiche in corso di tubercolosi sifilide o micosi.
Analisi diagnostica del tono oculare.
Strumento utilizzato per misurare la pressione intraoculare.
Esistono due tipi di tonometro:
1) Tonometro a soffio (non a contatto)
Lo strumento utilizzato per misurare la pressione intraoculare non richiede alcun contatto con la superficie oculare che si trova in corrispondenza dell'iride (cornea). È composto da una base, dalla quale viene estratto una sorta di puntatore che viene avvicinato all’occhio del paziente, che deve mantenere lo sguardo fisso e gli occhi ben aperti. Quindi dal puntatore viene prodotto un getto d’aria verso l’occhio: quando la cornea viene leggermente schiacciata da questo getto, un raggio di luce è riflesso dalla cornea stessa per poi essere captato da una fotocellula (presente sul puntatore stesso). Il tempo necessario ad ‘applanare’ la cornea, in funzione della forza del getto d’aria, fornisce i valori della pressione intraoculare, che vengono poi mostrati su uno schermo digitale (posto sul puntatore). In genere per ottenere valori più precisi vengono effettuate diverse misurazioni, data la possibile variabilità tra una misurazione e l’altra. Il grande vantaggio di questa tecnica è che – non essendoci un contatto con la cornea – lo strumento può essere usato senza anestesia topica e senza il rischio di trasmettere infezioni oculari: è per questo che risulta di grande utilità per lo screening di massa della pressione intraoculare.
2) Tonometro ad applanazione di Goldmann (a contatto):
È lo strumento più diffuso e più preciso: si compone di un corpo contenente all’interno dei meccanismi simili a quelli di un bilancino. La porzione superiore è invece costituita da una sottile staffa metallica alla cui estremità viene posizionato un cono semitrasparente. Questo cono viene portato dall’oculista a contatto con l’occhio e, in base alla resistenza opposta dalla superficie oculare, si ottiene il valore della pressione intraoculare. Per eseguire questa misurazione è necessario che il paziente sia seduto e posizionato con la faccia alla lampada a fessura, con la fronte ben premuta contro il poggia-fronte e con lo sguardo diretto di fronte a sé. A questo punto va instillata una goccia di anestetico topico nel fornice inferiore; l’occhio deve essere colorato con un liquido giallo (fluoresceina) e il paziente deve ammiccare per diffondere la colorazione. Quindi il cono viene illuminato con luce blu e viene portato avanti fino a toccare l’apice della cornea; l’oculista, ruotando una scala graduata, rileva la pressione intraoculare. Questa tecnica viene applicata, dunque, toccando la superficie oculare; per questo motivo deve essere eseguita soltanto da medici oculisti. È importante che prima di ogni misurazione il cono luminoso venga disinfettato o, se si tratta del monouso, che venga sostituito. Il paziente deve rimanere fisso con lo sguardo e limitare il più possibile il movimento di chiusura delle palpebre per evitare errori nella misurazione. Esistono anche altri strumenti per misurare la pressione intraoculare che sono meno diffusi, utilizzati in particolari condizioni o per finalità di studio scientifico (Tonometro di Schiotz, Tono-Pen, Pneumotonometro, Tonometro Pascal, Tonometro di Mackay-Marg) E LO
ICARE
Pressione esistente all interno dell'occhio e funzione dell equilibrio tra quantita di umore acqueo secreta ed eliminata i suoi valori non devono superare i 21-22 mmHg. I fattori che concorrono a mantenere il tono oculare normale sono i fattori di produzione dell'umore acqueo, la resistenza del flusso, la pressione venosa episclerale e gli elementi responsabili delle variazioni transitorie del tono oculare stesso, aumento improvviso della pressione arteriosa, sollecitazioni meccaniche ecc. Il tono oculare aumenta in corso di glaucoma.
L'analisi diagnostica del tono oculare è detta tonometria.
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