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anche nota come infezione dello spazio sottomandibolare è un’infezione acuta sottocutanea della regione sottomandibolare e sublinguale che porta la rapida morte delle cellule che si trovano sotto la bocca.[1] Ha origine in genere da infezioni dentarie da streptococco. Le cause sono ricondotte ad una cattiva igiene dentale del soggetto e traumi di varia origine (anche l'estrazione dei denti). Si presenta con febbre, edema del pavimento della bocca e della regione anteriore del collo. Il paziente avverte dolore ai denti, contratture spastiche dei mucoli della mandibola, difficoltà nella deglutizione, brividi, febbre, tachicardia, edema.Il rigonfiamento della lingua impedisce la deglutizione, e talvolta viene compromessa la pervietà delle vie aeree. L’infiammazione si estende rapidamente ai tessuti molli del collo e, in profondità, alla base della lingua e alla regione laringea, con pericolo di soffocamento per edema della glottide
La terapia si avvale di antibiotici ad ampio spettro. In rari casi sono necessarie decompressione chirurgica o tracheostomia.
Sinonimo di sifilide.
Soluzione iodo-iodurata, mediante la quale si somministra lo iodio nella terapia degli ipertiroidismi (pratica invero oggigiorno pressoché abbandonata) o, più spesso, nella terapia di preparazione alla tiroidectomia. L'impiego di iodio infatti si riduce notevolmente la vascolarizzazione e la friabilità della tiroide, facilitando il compito del chirurgo, e si prevengono eventuali crisi ipertiroidee postoperatorie.
Diametro del vaso sanguigno attraverso cui scorre il sangue.
Porzione basale biancastra e ricurva dell'unghia dovuta ad accumulo di cellule dello strato onicogeno; la lùnula nelle valvole semilunari del cuore è invece ciascuno dei due tratti di margine libero, separati da un nodulo.
Autoanticorpo dotato di affinità per la protrombina, spesso presente nei soggetti affetti da lupus. Può legarsi anche a proteine di membrana delle piastrine, causandone l'attivazione e conseguenti fenomeni trombotici. Il lupus anticoagulant è associato a trombosi ricorrenti e ad aborto abituale. La terapia si basa sull'impiego di acido acetilsalicilico a basso dosaggio, eparina sottocutanea, e basse dosi di cortisone.
Affezione cutanea a decorso cronico.
Si presenta con papule eritematose o placche fermamente aderenti alla cute sottostante.
Queste lesioni persistono per anni e tendono a espandersi lentamente. Solo il 5-10% dei pazienti affetti da lupus eritematoso discoide (LED) soddisfa i criteri diagnostici per il lupus eritematoso sistemico (LES), ma tipiche lesioni discoidi sono spesso osservabili nei pazienti affetti da LES.
Il trattamento è focalizzato sul controllo delle lesioni cutanee e consiste, primariamente, nella protezione delle aree esposte dalla luce solare (fotoprotezione) e nell'uso di cortisonici topici o per via intralesionale. Se la terapia locale si rivela inefficace, può essere indicato un trattamento con farmaci antimalarici (idrossiclorochina, clorochina, quinacrina), dapsone o isotretinoina (farmaco teratogeno: divieto nelle gestanti e cautela in generale!).
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