Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il melone (Cucumis melo) è una pianta erbacea annua, a fusto rampicante, probabilmente originaria delle zone caucasiche, coltivata nei paesi temperati per i suoi frutti commestibili e dolci. Forse originario dell'Asia (i cinesi ne usano le virtù terapeutiche), secondo altre fonti è di origine africana. In Italia fu introdotto in età cristiana, come testimoniano alcuni dipinti di Ercolano. Plinio definisce i meloni popones, facendoci sapere che l'imperatore Tiberio ne era ghiottissimo; per Columella erano i melones.
I due termini sono rimasti con il primo più usato nell'Italia meridionale e il secondo al nord. In Europa si diffuse più tardi (fu Carlo VIII a introdurlo in Francia) e dopo il XV sec. arrivò anche nel nord fino alla Svezia. Il melone è un frutto succoso, dolce e profumato, a forma rotonda o ovale, con buccia giallognola e polpa verdastra, gialla o arancione che nella parte centrale ha molti semi piatti. Vi sono due tipi di meloni: quelli estivi (quelli retati, con la superficie percorsa da linee rilevate, e i cantalupi dalla scorza liscia, più profumati, fra cui si deve ricordare lo charentais) e quelli invernali.
Vengono consumati come frutta o come antipasto, di solito insieme al prosciutto crudo. Il 60% della produzione mondiale proviene dall'Asia; in Europa i maggiori produttori sono Spagna, Romania, Francia e Italia (soprattutto nel mantovano e a Pachino in Sicilia).Il melone è un ottimo frutto, con un buon potere saziante, ma meno dissetante dell'anguria (e per questo meno appetibile) le cui scorpacciate estive spesso non sono salutari. Abbinato classicamente al prosciutto crudo, consente di mantenere nei limiti del buon senso l'antipasto prima di un pranzo importante. A causa delle tante varietà,d ei metodi e delle zone di coltivazione è uno dei pochi esemplari di frutta dinamici dal punto di vista delle informazioni nutrizionali.
Ved. anche Frutta (calorie).
INFO AL. – CIBO DINAMICO - Carboidrati: 6,5; proteine: 1; grassi: 0,2; acqua: 92; calorie: 33.
Parte edibile: 48; calorie al lordo: 17.
Melissa officinalis, appartenente alla famiglia delle Labiate, è un’erba perenne molto diffusa negli orti e nei giardini. Dai fiori è estratto un olio essenziale ricco di terpeni, tra cui citronella e citrale, e tannini, quest’olio è utilizzato nei casi d’insonnia, nervosismo, irrequietezza; è un ottimo antispasmodico, calmante, coleretico, regolatore della secrezione gastrica e anche antivirale.
Di bob (del 02/02/2012 @ 16:10:33, in Lettera M, visto n. 1036 volte)
Farmaco antineoplastico appartenente alla categoria degli agenti alchilanti, utilizzato nel trattamento del carcinoma ovarico, testicolare e del mieloma multiplo. Ha tossicità ematologica e renale.
Di bob (del 02/02/2012 @ 16:03:27, in Lettera M, visto n. 1257 volte)
Emissione di feci dal colore nerastro e di consistenza attaccaticcia che si manifesta in seguito a una grave emorragia a livello dello stomaco o dei tratti intestinali. Il colore è dovuto alla trasformazione dell’emoglobina del sangue in ematina.
Le cause più frequenti sono ulcere gastriche e duodenali, neoplasie, o abuso di farmaci antinfiammatori .
Se la perdita di sangue avviene nelle ultime parti del tubo digerente (intestino crasso, sigma, retto), l’emoglobina non viene trasformata in ematina, le feci hanno color rosso vivo e in questo caso si parla di enterorragia.
La melena rappresenta un segno clinico importante da non trascurare. Il paziente deve sottoporsi con urgenza ad accertamenti al fine di stabilire la sede d’origine dell’emorragia. L'esofagogastroduodenoscopia permette di evidenziare la presenza di un’ulcera gastrica o duodenale sanguinante o di un tumore gastrico ulcerato, la colonscopia permette di diagnosticare masse o ulcere a livello del colon ascendendente e l’angiografia dei vasi arteriosi addominali riscontra l’eventuale presenza di angiodisplasie.
Ormone prodotto dall’epifisi secondo un ciclo circadiano (con il massimo di notte e il minimo di giorno), la cui produzione rallenta con il progredire dell’età. Può essere influenzato da fattori ereditari o ambientali. Il ritmo giornaliero di secrezione della melatonina è scandito dall’alternanza luce-buio: la luce, colpendo i fotorecettori della retina, ne inibisce la sintesi. Ha proprietà antiossidanti.
Il melasma è una condizione cutanea acquisita caratterizzata da una ipermelanosi delle aree fotoesposte. Si tratta di chiazze irregolari, a margini netti, intensamente pigmentate, localizzate comunemente al viso, in tre tipiche disposizioni: centrofaciale, malare e mandibolare. Il bordo del cuoio capelluto è sempre indenne. Si sviluppa spesso insidiosamente con disposizione bilaterale, non simmetrica.
Cloasma è il sinonimo con cui si definisce la condizione quando si manifesta durante la gravidanza. Tuttavia tale termine è improprio: infatti cloasma deriva dal greco cloazein che significa "essere verde", mentre "melas", sempre di origine greca, significa "nero". Dal momento che la pigmentazione non è mai verde, è più corretta la dizione di melasma.
Il melasma si osserva nel 90% dei casi nelle donne in età riproduttiva, che assumono la pillola anticoncezionale o in corso di gravidanza (da cui il termine di maschera gravidica).
Sono però riportati casi in corso di disfunzione ovarica o tiroidea o a seguito di assunzione di farmaco forosensibilizzante (fenitoina).
La pigmentazione, di colore marrone scuro, può localizzarsi a due livelli: confinata allo strato superficiale della cute, l’epidermide, oppure nello strato più profondo, il derma. La lampada di Wood (lampada che emette ultravioletti nella frequenza 340-400 nm, utilizzata in ambiente scuro) può permettere di visualizzarne la distribuzione: infatti il pigmento epidermico si accentua quando è esaminato con tale luce, diversamente da quello dermico.
Non sempre però è così agevole la differenziazione in quanto la pigmentazione può essere presente, in maggiore o minore grado, in entrambi gli strati cutanei.
Riguardo all’etiopatogenesi, la predisposizione genetica (nel 30% dei casi vi è familiarità per il melasma, i soggetti affetti hanno cute marrone chiaro) e l’influenza ormonale ( la comparsa del melasma in gravidanza o in soggetti che assumono i contraccettivi orali ne sono testimonianza) sono sicuramente due importanti fattori. Ma il ruolo fondamentale nello sviluppo di questa pigmentazione è l’esposizione al sole. Tutte le lunghezze d’onda delle radiazioni solari compreso lo spettro visibile sono in grado di indurre il melasma. Inoltre le radiazioni ultraviolette, causando la perossidazione dei lipidi nelle membrane cellulari, generano la formazione di radicali liberi che possono stimolare i melanociti a produrre melanina in eccesso.
La cura del melasma può riservare delle difficoltà legate in gran parte al livello dove si colloca il pigmento: sarà infatti relativamente più agevole e rapida se la pigmentazione è epidermica. Il pigmento dermico invece, mancando una efficace terapia per rimuoverlo, impone tempi lunghi (mesi o anni). Tuttavia ciò non deve scoraggiare. Infatti la fonte del pigmento dermico è l’epidermide: pertanto se si riesce a inibire la melanogenesi epidermica per un periodo sufficientemente lungo, il pigmento dermico non sarà sostituito e quindi, pur lentamente, si risolverà.
Fondamentale, qualunque sia il livello della pigmentazione, è evitare il sole, nel limite del praticabile, e usare dei protettori solari ad ampio spettro (SPF 15 o più) ogni mattino, tutti i giorni dell’anno, indipendentemente se vi sia o meno il sole. Un giorno di esposizione al sole senza fotoprotezione può pregiudicare mesi di trattamento, specie in soggetti con tendenza alla forma dermica. Utile anche l’uso di copricapo.
Alla fotoprotezione si affiancherà l’uso di prodotti topici sbiancanti, oltre ad eventuali peeling superficiali nell’intento di accelerarne la risoluzione attraverso una tenue esfoliazione. Il successo della terapia richiede comunque grande disciplina e molta pazienza. Il melasma si sviluppa gradualmente ed anche la risoluzione è graduale: possono volerci mesi.
RIASSUMENDO
Che cos’è?
E’ una condizione cutanea caratterizzata dallo sviluppo sul viso di macchie marroni.
In quali zone del viso?
Principalmente sulle zone malari, sulla fronte, sul labbro superiore.
Come si presenta?
Si tratta di macchie di colore marrone uniforme, di forma irregolare, con margini netti che si accentuano in maniera marcata durante l’estate.
Può dare dei sintomi?
No.
Quali sono le cause?
Tre sono i fattori causali fondamentali: predisposizione genetica, attività ormonale e soprattutto esposizione al sole.
Chi ne è colpito?
Nella maggioranza dei casi le donne che stanno assumendo la pillola anticoncezionale o in stato di gravidanza: infatti il melasma viene anche definito "maschera della gravidanza".
Come viene diagnosticato?
La diagnosi si basa sull’osservazione clinica.
Il cloasma è la stessa cosa?
Si. E’ il termine che spesso si usa per le pigmentazioni che si presentano sul viso delle donne gravide.
Ci sono rischi per chi vive a contatto con chi è affetto da melasma?
No, perché non è contagioso.
Si può curare?
La cura del melasma non sempre è agevole. Fondamentale è l’uso di un protettore solare con SPF pari o superiore a 15, evitare l’esposizione solare e utilizzare schiarenti cutanei. Mai "il fai da te", ma sentire il parere di uno specialista dermatologo.
Occorre tanto tempo per avere dei risultati?
La risoluzione è graduale: nell’ordine di mesi (talvolta tanti).
Si può prevenire?
Si può ridurre il rischio non assumendo la pillola ed evitando il sole oltre a proteggere la cute con un prodotto efficace. Ciò vale soprattutto per quelle donne nella cui famiglia vi sono già stati casi di melasma.
Il melasma può dare effetti a lungo termine?
No, è un problema puramente estetico
Di bob (del 30/01/2012 @ 17:58:05, in Lettera M, visto n. 1157 volte)
Emissione di urine contenenti melanina, solitamente in soggetti affetti da melanoma maligno. Le urine dapprima chiare, diventano scure dopo l’esposizione all’aria.
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