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Malattia infettiva cronica. Detta anche morbo di Hansen dal nome dello scopritore che per primo isolò nel 1871 il bacillo Mycobacterium leprae (detto appunto di Hansen), è una malattia infettiva cronica che si ritrova ora solo nelle zone tropicali. La lebbra è caratterizzata da lesioni cutanee e nervose che possono progredire fino a causare mutilazioni e si trasmette per contagio solo dopo un contatto prolungato tra le persone infette. La diffusione è collegata alle condizioni igieniche delle popolazioni colpite. Può avere un tempo di incubazione che raggiunge anche i cinque anni. Si conoscono tre tipi di lebbra: la lepromatosa, la tubercoloide e la nervosa. Il trattamento della lebbra, un tempo basato su iniezioni sottocutanee di olio di fegato di merluzzo e di olio di chaulmoogra, ha fatto notevoli progressi dopo che si è scoperta l'utilità di alcuni chemioterapici somministrati per via generale o localmente sulle lesioni superficiali.
Distrofia retinica e/o displasia ad esordio prenatale. Si ritiene che circa il 10-20% dei bambini cechi soffra di LCA, dato questo che la rende una delle cause più frequenti di cecità nell'infanzia. Si pensa che sia responsabile del 5% delle malattie retiniche ereditarie. I bambini affetti hanno difficoltà a mantenere lo sguardo fisso e a stare attenti, a causa della bassa o assente sensibilità della retina agli stimoli visivi. L'elettroretinografia dimostra una funzione retinica molto ridotta o assente. L'esame del fondo dell'occhio, nei primi mesi di vita, è spesso normale, ma in seguito si manifesta atrofia corio-retinica con migrazione intraretinica di pigmento. In alcuni pazienti è presente una lesione rilevata della macula. I pazienti presentano nistagmo e si strofinano frequentemente gli occhi. La LCA viene trasmessa come carattere autosomico recessivo nella maggior parte dei pazienti; solo in rari casi è stata riportata un'eredità autosomica dominante. La LCA è geneticamente eterogenea e al momento sono state identificate mutazioni in 6 geni-malattia: AIPL1, CRB1, CRX, GUCY2D, RPE65 e RPGRIP1. Almeno tre altri loci sono concatenati alla malattia. Anche se la terapia non è al momento disponibile, sono stati ottenuti risultati incoraggianti con la terapia genica in un modello canino della malattia. *Autore: Dott. B. Leroy (Novembre 2003)*.
La lecitina di soia è un emulsionante naturale dei grassi; si tratta di un insieme di fosfolipidi contenuti anche nell’organismo dell’uomo, che contribuiscono a mantenere in sospensione il colesterolo contenuto nel sangue, ostacolandone il deposito sulle pareti delle arterie. Queste sostanze inoltre entrano nelle attività funzionali delle membrane cellulari e di altre strutture organiche, come quelle nervose.
La lecitina è ricca anche di altre sostanze importanti per l’organismo: colina, inositolo, iodina, calcio, ferro, fosforo, zolfo, vitamina E ed F. La lecitina è contenuta in grande quantità nei semi di soia, ma anche in altri alimenti; oggi però, a causa della raffinazione a cui vengono abitualmente sottoposti gli alimenti destinati all’uomo, per consumarla in quantità rilevanti si deve ricorrere agli integratori. Solitamente la lecitina è venduta in forma granulare come integratore alimentare.
Miscela di fosfolipidi polinsaturi ricavata dai semi di soia. Ha un'azione emulsionante sul colesterolo e ne blocca il deposito sulle pareti arteriose. Usata nella cura dell'iperlipidemia, associata a un regime alimentare adeguato; stimolante della circolazione sanguigna e rinvigorente nei casi di stress.
Il legamento collaterale mediale (LCM), e il legamento collaterale laterale (LCL), sono due strutture tese dal femore alla tibia rispettivamente all’interno e all’esterno del ginocchio. La loro funzione, è quella di impedire o per lo meno limitare, gli spostamenti di questi due segmenti scheletrici, quando la gamba viene sollecitata verso l’interno e verso l’esterno. La lesione di questi legamenti è assai frequente a seguito di un trauma distorsivo (a volte anche banale), in valgismo o in varismo. Tale tipo di lesione, viene provocata da un trauma laterale o da una caduta a gambe aperte; nelle lesioni del Legamento Crociato Anetriore molto spesso vengono coinvolti anche i Legamenti Collaterali con severità più o meno accentuata. Il LCM e’ piùfrequentemente coinvolto rispetto al LCL, in quanto quest’ultimo risulta maggiormente elastico e protetto da strutture muscolari periferiche.
Termine anatomico che indica una formazione di tessuto connettivo fibroso e fibre elastiche, più o meno voluminosa, che ha la funzione di tenere fra loro unite due o più strutture anatomiche (per esempio, due segmenti ossei) o di mantenere nella loro loggia un organo, ovvero di concorrere a delimitare aperture o cavità nelle quali si trovano altre formazioni anatomiche (vasi sanguiferi o linfatici, tronchi nervosi ecc.). Il nome dei legamenti deriva in genere dalle ossa e dagli organi con cui hanno rapporto, ad esempio: legamento femorale, legamento gastroepatico. Tra i legamenti ossei che limitano e guidano il movimento articolare sono importanti i legamenti crociati che sono fasci fibrosi tra loro incrociati. Le lesioni dei legamenti crociati del ginocchio sono molto frequenti.
Il legamento crociato anteriore (LCA) è uno dei quattro legamenti che contribuiscono alla stabilità del ginocchio. La sua funzione è quella di limitare la rotazione interna della tibia e la tendenza alla sublussazione anteriore della tibia rispetto al femore. Ha origine posteriormente e medialmente al condilo laterale femorale e si fissa nella parte anteriore del "piatto tibiale". La rottura del LCA è molto frequente durante l'attività sportiva, il più delle volte a causa di una torsione anomala della tibia rispetto al femore.
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