Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 30/04/2010 @ 11:19:01, in Lettera L, visto n. 1431 volte)
Malformazione congenita causata da anomalia di sviluppo. E' comunemente nota come labbro leporino. Può variare da una piccola incisura sul labbro superiore del neonato, fino alla sua separazione completa che si estende entro il pavimento delle fosse nasali.
Sono i riflessi fisiologici che si hanno in seguito alla contrazione dei muscoli dellocchio e del collo in seguito alla modificazione degli otoliti nell’apparato vestibolare dell'orecchio coi cambiamenti di posizione. Se i riflessi non si attivano in maniera fisiologica si possono avere disagi come capogiri, vertigini, disturbi dell'equilibrio e nistagmo.
Infiammazione della parte interna dell'orecchio (labirinto) che serve a mantenere l'equilibrio.
Cavità dell’orecchio interno costituita da una parte ossea e una membranosa.
Termine che indica genericamente una malattia del labirinto. Può essere dovuta sia a disturbi puramente funzionali, dovute ad eccessiva stimolazione dei recettori labirintici (per es. mal d’auto, mal di mare ecc. che sono sofferenze provocate dai movimenti impressi passivamente al corpo da mezzi di trasporto, nave, auto, aereo, o da giostre, altalene ecc), sia a forme provocate da processi infiammatori, a carico delle strutture labirintiche. I sintomi comprendono malessere generale, mal di testa, vertigini, sudori freddi, pallore e anche nausea e vomito. Generalmente la sindrome si risolve rapidamente quando cessano le sollecitazioni meccaniche che l’hanno provocata. Si cura con farmaci antichinetosici.
È una patologia degenerativa che colpisce l’epitelio sensoriale dell’orecchio interno. Se ne riscontrano di due tipi: le labirintosi primitive, che non trovano fattori eziologici in nessun'altra malattia degenerativa, e le forme di labirintosi secondarie, che hanno origine da altre patologie di tipo non infiammatorio che interessano l'orecchio. Esempi di labirintosi primitive sono le forme infantili (ereditarie, congenite o acquisite), involutive senili, tossiche (da antibiotici, diuretici, antimalarici, antinfluenzali, antitumorali o altre sostanze), traumatiche, vascolo-traumatiche e neuro vascolari
Acronimo di Lupus Anti Coagulant, autoanticorpo ad azione anti-coagulante che deve il suo nome al fatto di essere stato scoperto nei pazienti affetti da Lupus Eritematoso Sistemico(LES). La sua presenza si determina con i test emocoagulativi dipendenti dai fosfolipidi, come il tempo di tromboplastina parziale attivata, che si presenta allungato (APTT). Il LAC è attivo contro i fosfolipidi, costituenti normali dei tessuti e delle cellule e frequentemente legati a proteine. Nel nostro organismo l’effetto di questi anticorpi è molto complesso dal momento che sono in grado di reagire con le cellule che regolano la coagulazione (globuli bianchi, piastrine e cellule endoteliali) alterandone la funzione e favorendo alla fine la trombosi. La presenza dei LAC e degli anticorpi anti-fosfolipidi è un forte fattore di rischio per le trombosi, ma la loro presenza non sempre si associa alle manifestazioni cliniche. Il LAC si riscontra in differenti stati patologici, tra cui l’emofilia classica, alcuni stati infiammatori cronici, patologie del collageno, nel postpartum, nell’AIDS, in donne con abortività ripetuta, in pazienti con infarto del miocardio in età giovanile e nei soggetti che hanno presentato eventi trombotici. Questi anticorpi sono presenti in circa il 10% di pazienti affetti da LES e con frequenza ancora maggiore in pazienti con altri processi autoimmuni e con positività degli anticorpi antinucleo. Inoltre, la terapia con fenotiazine può provocare positivizzazione dei LAC. Non bisogna eseguirne il dosaggio durante la terapia con estro-progestinici. L'associazione tra anticorpi anti fosfolipidi (aPL), evidenziati dalla positività del test per il Lupus Anticoagulant (LAC) o del test degli anticorpi anticardiolipina (aCL), ed un particolare quadro clinico caratterizzato da trombosi, perdite fetali ricorrenti o trombocitopenia è stata battezzata “sindrome da anticorpi antifosfolipidi”(APS). Inizialmente fu descritta negli anni ‘80 in pazienti con LES e quindi come parte del quadro della malattia (sindrome secondaria). Attualmente la APS è stata descritta anche in soggetti senza altre patologie se non quelle legate alla sindrome stessa (sindrome primaria).
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