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Sinonimo di distrofia muscolare
Di Admin (del 30/11/2011 @ 15:46:38, in Lettera M, visto n. 970 volte)
Dette anche corpi mobili vitreali o "mosche volanti". Si tratta di un disturbo visivo provocato dalla degenerazione del vitreo e dalla frammentazione della componente di collagene presente nel liquido vitreale.
Il soggetto vede dei filamenti fluttuare sulla superficie oculare, ma in realtà presenti nel vitreo e proiettati sulla retina. Il fenomeno è più evidente quando si osservano superfici luminose come il cielo azzurro o gli schermi di computer e televisori.
Non esistono al momento cure definitive.
Disturbo della vista causato dalla presenza di corpi mobili, molecole proteiche o associati molecolari, nell'umor vitreo, generalmente descritti come mosche volanti, ragnatele. Comune nei miopi e appare in età avanzata. Può essere un indicatore del distacco di retina e si presenta con formazioni puntiformi del campo visivo, di colore grigio scuro o nero e di natura ematica. Grazie all’esame del fondo dell'occhio si ricava la causa e la gravità del problema.
È una contrazione muscolare involontaria, rapida e improvvisa non ritmica che coinvolge un muscolo isolato (mioclonìa elementare questa si rileva fisiologicamente in tutti i soggetti normali durante il sonno); i muscoli sinergici di uno o più arti, con spostamento di segmenti corporei, mioclonìe segmentarie; oppure coinvolgere tutto il corpo (mioclonìe massive o generalizzate, o scosse miocloniche). Possono essere spontanee o indotte da diversi stimoli e intermittenti o permanenti.
Condizione infiammatoria a spese del miocardio e coinvolge di frequente anche l'endocardio e il pericardio. Può essere causata da un’infezione principalmente delle vie aeree superiori, delle tonsille e dei denti, ma anche da patologie reumatiche, radiazioni ionizzanti, agenti chimici o fisici e medicinali. Le più comuni sono quelle che hanno un’origine infettiva virale, ma anche batterica come nel caso di Staphylococcus aureus e Corynebacterium diphteriae o protozoaria; si possono avere anche miocarditi provocate da spirochete (nella malattia di Lyme, da Borrelia burgdorferi) e da virus dell'immunodeficienza umana acquisita, HIV. Il quadro clinico è ampio e vario si ha inizialmente una condizione asintomatica, che va incontro a palpitazioni e dolori in regione precordiale; poi c’è una modesta febbricola, tachicardia e aritmie ipercinetiche fino alla caduta della pressione arteriosa. a seconda della gravità del danno a carico del miocardio possono apparire più tardi segni di scompenso come epatomegalia, stasi alle basi dei polmoni, edemi alle caviglie. I cambiamenti anatomici sono rappresentati da focolai multipli e disseminati di sclerosi. L’andamento può essere influenzato dalla tempestività della diagnosi e dalle cure adatte, che determinano la distruzione dell'agente patogeno ove possibile con antibiotici e chemioterapici e nell'eliminare i focolai infettivi tonsillari e dentari, e nel riposo a letto per lungo tempo. Nella maggior parte dei casi la patologia si conclude in 4-6 settimane; in un numero imprecisabile di casi, invece, evolve in una cardiomiopatia dilatativa cronica.
Processo patologico a carico del miocardio in cui si ha sclerosi ovvero le fibre muscolari miocardiche sono sostituite da tessuto connettivo fibroso, può essere una conseguenza di malattie cardiache, sia vascolare come arteriosclerosi coronarica, macroangiopatia diabetica, sia causate da senescenza generica del miocardio. Tale quadro causa aritmie e modifiche della funzione contrattile del cuore con scompenso cardiaco. Non c’è cura risolutiva.
Sinonimo di cardiomiopatia dilatativa
È una condizione patologica del cuore che si manifesta con la dilatazione ventricolare e la disfunzione sistolica. Dal punto di vista eziologico le cause più comuni sono:
dilatazione delle camere cardiache con compromissione della funzione ventricolare, in genere a seguito di una scompenso cardiaco congestizio;
secondaria a: IMA o ischemia cardiaca, infezioni acute o croniche da batteri, virus, protozoi, da malattie metabolico-endocrine, tossicosi da etanolo, cocaina, piombo, arsenico e cobalto, da farmaci come gli antidepressivi triciclici e quadriciclici, le fenotiazine e alcuni antiblastici come la ciclofosfamide e la doxorubicina.
La gittata cardiaca viene mantenuta a spese della tachicardia e di un incremento del volume telediastolico, che provoca a sua volta un aumento della tensione di parete e della richiesta miocardica di O2. Pertanto la sintomatologia principale sarà caratterizzata da:
dispnea sia da sforzo che a riposo
astenia
presenza III tono cardiaco
distensione venosa giugulare
edema arti inferiori
epatomegalia (nei casi più gravi)
rantoli basali.
La diagnosi di conferma viene effettuata con ecocardiogramma dove si può apprezzare la dilatazione delle camere cardiache, RMN e RX e test da sforzo per valutare la prognosi. La terapia si basa nel caso dell'insufficienza cardiaca congestizia dell'utilizzo di farmaci per ridurre il post-carico, diuretici e nitrati. Eventuale valutazione cardiochi rurgica per trapianto cardiaco, by-pass coronarico o cuore artificiale. La prognosi è in relazione alla gravità dello scompenso cardiaco, la sopravvivenza è stimata intorno al 30% < 5 anni.
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