Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
la sindrome di Morgellons è stata descritta nel 2002 e si presenta con prurito, lesioni da grattamento e riscontro di strane fibre non biodegradabili nella pelle. Attualmente sono in corso studi che ci permetteranno di comprendere se il Morgellons è realmente una nuova entità clinica, finora sconosciuta o se deve essere considerata nel gruppo delle cosiddette parassitofobie.
Improvvisa perdita di coscienza accompagnata da un’ischemia cerebrale di varia durata generalmente provocata da una asistolia cardiaca. A livello clinico tutto dipende dalla durata dell’asistolia e conseguente ischemia celebrale: da 2 a 5 secondi il paziente avverte un senso di vertigine; da 5 a 10 secondi ha perdita di coscienza e caduta a terra; oltre i 15 secondi il paziente presenta convulsioni cianosi e respiro stertoroso con perdita di urine e feci; la situazione peggiora se l’interruzione della circolazione celebrare dura più di 30 secondi, in questi casi il paziente appare come morto. Interruzione lunghe 3-4 minuti causano lesioni ischemiche irreversibili delle cellule del sistema nervoso centrale.
Processo che porta allo sviluppo embrionale, consiste nella nascita di organi e tessuti da elementi indifferenziati
È un alcaloide presente nell'oppio; si tratta di una polvere che viene estratta dal liquido lattiginoso raccolto, in seguito ad incisione, dalla capsula immatura del Papaver somniferum. È un potente analgesico agisce sul sistema nervoso centrale, usato come sedativo del dolore. La metilmorfina, nota anche come codeina, è uno dei suoi derivati più comuni, trova impiego contro la tosse; insieme alla morfina cloridato agisce come narcotico, nota è anche la diacetilmorfina, nome chimico dell'eroina. La morfina esercita il suo effetto sul sistema nervoso centrale, SNC, e sull’intestino, determinando analgesia, sonnolenza, cambiamenti dell'umore (la morfina produce dopo circa mezz'ora dall'assunzione eccitamento ed euforia, poi abulia e riduzione dell'iter ideativo), depressione respiratoria, diminuzione della motilità gastrointestinale, nausea e vomito, può causare spasmo dello sfintere di Oddi: evitare la sua assunzione in caso di coliche biliari. Molteplici sono gli effetti che si hanno a livello della cute, dell'apparato uro-genitale, del sistema immunitario, dell'albero bronchiale, del sistema endocrino e del sistema nervoso autonomo. A seconda della concentrazione e di come viene assunta, la morfina e i suoi derivati sono impiegate in vari modi, ad esempio l'uso come anestetici e nel trattamento del dolore di intensità medio-elevata come quello neoplastico, della tosse, della dispnea acuta soprattutto in caso di insufficienza ventricolare sinistra e di edema polmonare. Il continuo consumo, si parla di intossicazione cronica da morfina, provoca un decadimento psico-fisico generalizzato, anoressia, perdita di peso, disturbi intestinali, miosi, impotenza. L'intossicazione acuta, overdose, invece, è dovuta a dosi elevate di morfina, inizialmente si ha miosi, seguita da midriasi a causa della possibile depressione respiratoria, vomito, cefalea, sonnolenza, anuria e ristagno di feci, respirazione irregolare e piatta, infine cianosi, collasso circolatorio, coma, talvolta morte per paralisi respiratoria. La morfina, come anche l'eroina, provoca assuefazione, dipendenza e sindrome di astinenza.
Di Admin (del 20/05/2011 @ 14:36:22, in Lettera M, visto n. 1132 volte)
Con il termine si indica una condizione di sclerodermia localizzata, patologia che implica un ispessimento della pelle dovuto a l'eccessiva deposizione di collagene sul derma, con conseguente riduzione del tessuto elastico e adiposo.
La morfea o sclerodermia circoscritta, si presenta inizialmente con chiazze rossastre ben delimitate (infiammazione), che tendono con il tempo ad indurirsi (fibrosi) e ad assumere un colorito brunastro (iperpigmentazione). È molto importante l'inquadramento diagnostico multidisciplinare, per escludere un possibile interessamento sistemico (es. sclerosi sistemica progressiva) ed eventuali malattie autoimmuni associate.
È un indice che sta ad indicare il rapporto tra il numero di malati e la popolazione. Fa riferimento a tutte le malattie nel loro insieme e si parla di quoziente di morbosità generale; generalmente, però, si fa riferimento ad una specifica malattia, e si parla di quoziente di morbosità per causa. La morbosità può essere suddivisa in incidente e prevalente. La morbosità incidente esprime il numero di nuovi casi di una malattia in un periodo di tempo stabilito, in rapporto al numero di individui a rischio di sviluppare la patologia nella stessa zona considerata (recettivi); usato per quantificare l'entità di un fenomeno morboso di tipo acuto. Quella prevalente esprime invece il numero di casi di una malattia esistenti durante un determinato periodo di tempo (morbosità periodale), in un momento preciso (morbosità puntuale), in rapporto alla popolazione complessiva; usato per quantificare le patologie croniche e cronico-degenerative.
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