Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il muscolo tensore del timpano origina dalla tuba di Eustachio e unisce l'orecchio medio alla faringe. All'inizio è un canale osseo e dopo cartilagineo. Sopra il tensore del timpano c'è il tendine del tensore del timpano che va ad inserirsi sul manico del martello. Quando viene contratto il tensore del timpano, si ha lo spostamento in senso mediale del manico del martello e quindi si avrà una maggiore tensione della membrana del timpano.
Muscolo volontario o involontario la cui funzione è di tendere una formazione anatomica o un organo.
Sono tensori per esempio, il muscolo della fascia lata, della regione anteriore ed esterna della coscia, il muscolo del timpano che, nell'orecchio, distende la membrana timpanica.
Muscolo masticatore appartenente ai mimici del volto che ha la funzione di elevare la mandibola.
Origina dal processo zigomatico per inserirsi sul muscolo orbicolare della bocca.Si inserisce con un robusto tendine al processo coronoideo mandibolare. È ricoperto dalla fascia temporale e viene innervato dal nervo trigemino.
Il muscolo temporale è coperto dalla fascia temporale, conosciuta anche con il nome di aponeurosi temporale.
Di Admin (del 28/02/2011 @ 16:18:29, in Lettera M, visto n. 1519 volte)
È il muscolo che unisce la superficie interna, chiamata anche faccia pelvica, dell'osso sacro al femore, classificandosi pertanto come muscolo esterno dell'anca. Il muscolo piriforme (musculus piriformis)
Origina dalla faccia pelvica dell'osso sacro, nella regione posta a lato del secondo, terzo e quarto foro sacrale anteriore, e dal margine della grande incisura ischiatica. Dopo essere uscito dalle piccole pelvi attraverso il grande foro ischiatico (delimitato dal legamento sacrotuberoso e, sull'osso coxale dal margine osseo compreso tra la spina iliaca postero-inferiore e la spina ischiatica), si inserisce all'estremità superiore della superficie interna del grande trocantere del femore.
Si tratta di un abduttore dell'anca. La sua azione è massima a 60° di flessione di anca quando perde le sue componenti di rotazione che sono: rotazione esterna prima dei 60°, rotazione interna dopo i 60° di flessione. Facendo punto fisso sul femore inclina controlateralmente il bacino e lo porta in retroversione.
Sono organi composti in prevalenza da tessuto muscolare, ovvero un tessuto biologico con capacità contrattile e sono avvolti da membrana elastica che li mantiene in sede durante la contrazione. possono essere liberi nella loro parte mediana e fissarsi con le loro estremità a punti di ancoraggio che possono essere o ossa fisse, o mobili o cute o mucosa; può succedere che alcuni si inseriscono da un lato a un osso e dall’altro alla cute. I muscoli contraendosi di deformano nella posizione delle ossa o delle parti molli interessate. Sulla base della loro azione fisiologia i muscoli si dividono in volontari e involontari; in base al tipo di tessuto muscolare invece in striati e lisci. I mùscoli volontari, formato da fibre muscolari striate, si immettono sulle ossa o sulla cute tendono a contrarsi sotto azioni volontarie, sono di color rosso acceso perché vascolarizzati. I mùscoli involontari, costituiti da fibre muscolari lisce, non sono influenzati da azioni volontarie ma sono sotto il controllo del sistema nervoso vegetativo. Si presentano sottoforma di filamneti, membrane e tuniche e si ritrovano nelle pareti di visceri e di vasi ad eccezione del muscolo cardiaco (miocardio), il quale nonostante sia un muscolo involontario è composto da tessuto muscolare striato. La parte più interna del muscolo è composta da tessuto muscolare, vasi sanguigni e linfatici, e da nervi i quali possono essere motori, sensitivi oppure vegetativi. I muscoli volontari si dividono in muscoli scheletrici o profondi e muscli pellicciai o superficiali. I primi si inseriscono sulle ossa mentre gli altri presentano uno dei punti di attacco sulla cute. Sulla base della loro forma si distinguono mùscoli lunghi (es. bicipite del braccio) cioè quelli molto sviluppati in lunghezza, mùscoli larghi (es. il grande o il piccolo pettorale dalla forma triangolare) sviluppati in larghezza e i mùscoli brevi, che sono quelli che invece si trovano intorno ad un’articolazione o alla colonna vertebrale, dalla e si presentano in diverse forme: mùscoli brevi sono anche quelli che circondano orifici del corpo, come gli orbicolari e gli sfinteri. Sono definiti muscoli anche altre formazioni anatomiche i tendini, le fasce o aponeurosi, i legamenti vaginali o guaine fibrose, le guaine e le borse mucose o sinoviali. I mùscoli volontari prendono i nomi che fanno riferimento all’azione che essi svolgono come flessori, estensori, adduttori, abduttori, ecc., o in base al numero dei capi d'inserzione, bicipiti, tricipiti, quadricipiti, o alla loro direzione obliqui, retti, trasversi, o alla forma, quadrato, romboide, trapezio. In base all’azione che esercitano possono essere tra loro agonisti od antagonisti. L'insieme dei mùscoli volontari è quella chiamata muscolatura o sistema muscolare. I mùscoli involontari o lisci sono parte costituente dei visceri e organi. I muscoli tendono a contarsi sotto l'azione del sistema nervoso o per stimoli diretti. La singola fibra muscolare si contrae solo in seguito al raggiungimento di una certa intensità dello stimolo; nel muscolo nel suo insieme invece la contrazione aumenta con l'intensità dello stimolo, a soglia superata, perché entrano in reazione più fibre. Si ha tetania muscolare quando si ha una contrazione persistente causata da stimoli ripetuti oltre una certa frequenza.
I muscoli sono gli organi dinamici dell'apparato locomotore, grazie alla loro capacità di contrarsi, e sono costituiti da fibre muscolari striate. Sono composti dalla parte muscolare, da quella tendinea, dalle aponeurosi e da una membrana elastica che li contiene. Si possono distinguere i muscoli in scheletrici e pellicciai. Nel primo caso, i muscoli hanno le loro inserzioni tendinee sulle ossa, mentre nel secondo caso almeno una delle inserzioni si trova a livello della cute. Contraendosi, i muscoli provocano una modifica della posizione delle ossa o delle parti molli o cutanee su cui agiscono. Un'altra differenziazione possibile si basa sulla forma; si hanno così i muscoli lunghi (ad esempio il bicipite del braccio), quelli larghi (ad esempio il grande o il piccolo pettorale) e quelli brevi (ad esempio quelli che si trovano presso le articolazioni o la colonna vertebrale). I muscoli volontari (ossia quelli di cui l'uomo comanda coscientemente l'azione) hanno nomi derivati dal tipo di azione svolta (ad esempio estensori, flessori), dal numero dei capi di inserzione (bicipite, tricipite, quadricipite), dalla direzione (retti, obliqui), dalla forma (trapezio, romboide). Infine si definisce antagonista un muscolo che effettua un'azione opposta a quella di un altro (nel braccio il tricipite estende il braccio, per cui è antagonista del bicipite, che lo flette).
I muscoli volontari sono composti da fibre muscolari striate, si inseriscono su ossa o cute e si contraggono per un'azione volontaria dell'essere umano; sono ricchi di vasi sanguigni e hanno un colore rosso intenso. I muscoli involontari invece agiscono sotto il comando del sistema nervoso vegetativo, si contraggono lentamente e sono dedicati alle funzioni di digestione, respirazione, circolazione sanguigna e linfatica ecc. Si contraggono lentamente e sono costituiti da fibre muscolari lisce; si trovano soprattutto nelle pareti di visceri e vasi. Un'eccezione è rappresentata dal miocardio, il muscolo cardiaco, che è involontario ma è costituito da tessuto striato.
La contrazione muscolare avviene dunque per uno stimolo diretto o per l'azione del sistema neurovegetativo. Mentre le singole fibre muscolari possono solo trovarsi in uno stato di contrazione (lo stimolo supera una certa soglia) o non contrazione (lo stimolo è inferiore alla soglia), l'intero muscolo si contrae con intensità graduale, grazie alla regolazione della quantità di fibre coinvolte.
In ogni caso, il muscolo non si rilassa mai completamente; viene mantenuta una certa tensione per azione dei centri nervosi encefalici. La contrazione muscolare non è immediata: dopo lo stimolo, il muscolo impiega un periodo compreso fra 0,5 e 1 secondo per reagire; seguono quindi le fasi di contrazione e di rilassamento. I tempi di queste due fasi variano a seconda della tipologia del muscolo coinvolto. L'energia utilizzata per le contrazioni muscolari è fornita dalla scissione dell'Atp, l'acido adenosintrifosforico, una sostanza che svolge una funzione essenziale di accumulo dell'energia. L'Atp si scinde in Adp (acido adenosindifosforico) e acido fosforico, producendo energia. In seguito l'Atp viene risintetizzato partendo dall'Adp e dai gruppi fosfatici. L'ossigeno è una componente essenziale per questo processo; nel caso di carenza di questo elemento rispetto alle necessità del lavoro muscolare, il muscolo ottiene l'energia mancante riducendo ad acido lattico l'acido piruvico. Questa modalità viene adottata dall'organismo soprattutto per sforzi muscolari intensi e brevi (sollevare un peso, fare una corsa veloce ecc.).
Strato di fibre muscolari lisce disposte in senso circolare, avvolte da uno strato esterno longitudinale
|
<
|
gennaio 2025
|
>
|
L |
M |
M |
G |
V |
S |
D |
| | 1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
31 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|