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Fuoriuscita del nucleo polposo di un disco intervertebrale nella parte alta della colonna. Tra le cause principali, c'è quasi sempre una predisposizione geneticofamiliare. A causare la fuoriuscita del disco possono essere diversi fattori: un trauma, una postura errata per lungo tempo, carichi eccessivi sulle spalle. I sintomi sono pricipalmente dolore al collo e alle braccia e anche alle gambe nei casi più gravi, formicolii, riduzione dei movimenti, mal di testa e senso di vertigine.
La diagnosi fondamentale è rappresentata dall' esame clinico eseguita da un fisiatra, un ortopedico o un neurochirurgo. Qualora sia necessario, vengono eseguite risonanza o elettromiografia. Nella maggior parte dei casi l'ernia si risolve da sola, in quanto il nucleo polposo si disidrata nell'arco di alcuni mesi rideucendosi nelle dimensioni e rientrando nel disco. Per lenire il dolore possono essere somministrati farmaci antinfiammatori, cortisonici, antidolorifici. in questo senso possono essere di aiuto anche esercizi fisioterapici per la stabilizzazione della muscolatura cervicale . Vengono invece sconsigliate le manipolazioni delle vertebre che possono causare traumi anche pericolosi. Si ricorre alla terapia chirurgica solo quando le tecniche conservative falliscono. Si ricorre ad approcci chirurgici differenti a seconda che la posizione dell ernia sia laterale o mediana. Una delle tecniche impiegate è la microdiscectomia: attraverso il microscopio operatorio, l'ernia viene eliminata dividendola in frammenti. E' comunque il neurochirurgo a decidere caso per caso la tecnica più idonea in relazione al paziente.
Ernia acquisita in virtù della quale un' ansa dell intestino tenue o l omento impegnandosi sotto il legamento inguinale attraversano l anello crurale e fuoriescono dall'addome. Questo tipo di ernia crurale è causa di una modesta tumefazione alla radice della coscia, associata a fastidiosa dolenzia e può complicarsi per strangolamento. Si manifesta quasi esclusivamente nelle donne più frequentemente dopo i 30 anni. Si interviene chirurgicamente.
Patologia del disco intervertebrale che consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo (parte centrale del disco intervertebrale) attraverso le fibre dell’anulus fibrosus (parte periferica dello stesso). Dopo i 40-50 anni, tutti i dischi della colonna vertebrale, ma soprattutto quelli del tratto cervicale (superiore) e lombosacrale (inferiore), che sono esposti a maggior movimento e pressione, perdono di elasticità. L’ernia del disco si può manifestare anche in seguito a uno sforzo banale, come alzarsi da una poltrona, sollevare una valigia, e simili. L’alterazione colpisce soprattutto i dischi del tratto lombare e in particolare l’ultima vertebra lombare e la prima sacrale. La protrusione discale è la prima fase della malattia discale vera e propria: il paziente avverte un dolore acuto, che si accentua alla pressione sulla colonna vertebrale nel punto corrispondente. Al dolore possono associarsi vari gradi di impedimento a compiere movimenti del tronco. A causa del dolore e della contrattura muscolare (lombalgia), il soggetto assume una postura caratteristica, curvo in avanti e inclinato su un lato. Spesso si associano sintomi di tipo neurologico: la compressione di queste radici provoca l’irradiazione del dolore lungo gli arti (con localizzazione diversa in relazione alla radice interessata), disturbi della sensibilità cutanea (formicolii, diminuzione o scomparsa della sensibilità), alterazione dei riflessi osteotendinei, disturbi nel movimento degli arti inferiori e possibili disturbi vegetativi. Se si interviene in questa fase, in soggetti giovani è possibile che l'anello fibroso difettoso recuperi la sua elasticità. Col passare del tempo, al contrario, si può andare incontro a due eventi principali: l'espulsione dell'ernia o la discopatia degenerativa (degenerazione dell'anello fibroso e del nucleo polposo, che sporgono persistentemente nel canale vertebrale determinandone la stenosi).
La diagnosi si basa sui sintomi e sull’esame radiografico, accompaganti da TAC o RMN se necessario. La terapia è medica (farmaci antinfiammatori e antidolorifici), nella fase iniziale e acuta. Se i sintomi indicativi di un deficit dei nervi persistono può essere indicato l’intervento chirurgico di asportazione del disco erniato (secondo varie tecniche). In alternativa, e in casi limitati, si può sciogliere il nucleo erniato iniettando al suo interno particolari enzimi.
Patologia del disco intervertebrale che consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo (parte centrale del disco intervertebrale) attraverso le fibre dell’anulus fibrosus (parte periferica dello stesso).
Si verifica quanto parte dello stomaco ridalte dalla cavità addominale all'interno di quella toracica, attraverso il foro diaframmatico in cui passa l’esofago. Può essere congenita o acquisita.
Fuoriuscita di intestino tenue omento e vescica per via del canale inguinale. Nel 90 dei casi colpisce i maschi soprattutto bambini e anziani nei quali il canale inguinale collega l'addome con il sacco scrotale consentendo il passaggio del funicolo spermatico; nella donna invece è in genere chiuso dal legamento rotondo dell'utero. Vengono distinte ernie inguinali oblique esterne congenite o acquisite, ernie inguinali dirette ed ernie inguinali oblique interne. In tutti e due i casi, vengono sempre acquisite in base al punto d'origine o porta erniaria ossia la fossetta inguinale esterna media o interna. L'ernia inguinale insorge con una tumefazione raramente dolorosa della regione inguino-scrotale. I visceri possono arrivare allo scroto (ernia inguinale, inguino-scrotale) o restare nello spessore della parete addominale (ernia inguinale funicolare o intraparietale) o impegnarsi solo nell'orifizio interno del canale (la cosiddetta punta d ernia). La terapia è chirurgica, laparotomica o laparoscopica .
chiamata anche onfalocele, è una condizione patologica per cui i visceri addominali protrudono dall'orifizio ombelicale. Vanno distinti i quadri clinici relativi al neonato, al bambino e all'adulto. Escludendo l'aplasia vera e propria della parete addominale anteriore, che richiede tempestivo intervento chirurgico, l'onfalocele del neonato si manifesta dopo la caduta del moncone del cordone ombelicale, o nelle prime settimane di vita; se non regredisce spontaneamente andrà corretto chirurgicamente. Nel bambino si può avere onfalocele in caso di allargamento dell'anello ombelicale; in genere il sacco erniario è vuoto e si preferisce posticipare l'intervento e tentare il contenimento. Nell'adulto più che di onfalocele si può parlare di eventrazione, che si verifica in soggetti obesi o la cui parete muscolare addominale è lassa; se possibile si interviene chirurgicamente.
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