Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Detta anche dispnea da decubito è una forma particolare di difficoltà respiratoria (dispnea)in posizione supina e più in generale da distesi in cui la respirazione è possibile solo in posizione eretta o seduta.
Per ovviare al disturbo, il paziente a letto deve utilizzare numerosi cuscini. L'ortopnea è di frequente riscontro in tutti i casi di insufficienza cardiaca sinistra, con aumento delle pressioni nel circolo polmonare e tendenza all'edema polmonare.
Fa seguito alla dispnea da sforzo.
Si può verificare anche in pazienti con asma e bronchite cronica, così come in quelli con apnea del sonno o disturbo da attacco di panico. Inoltre si manifesta anche in pazienti con obesità addominale o ascite (stati patologici che determinano un ostacolo all'espansione polmonare) e in pazienti con alcuni disturbi respiratori in cui la meccanica polmonare è favorita dalla assunzione della posizione eretta. Inoltre si associa a patologie che colpiscono il diaframma, in particolare la paralisi diaframmatica bilaterale. In questi ultimi pazienti il meccanismo che determina la dispnea in posizione supina è verosimilmente associato ad una alterazione diaframmatica che si ripercuote sul livello di respirazione al termine del volume corrente e sui suoi rapporti con il volume di chiusura.
È causata da un aumento del ritorno venoso al cuore: il sangue, durante il decubito, dalla circolazione splanica e dagli arti inferiori si ridistribuisce alle sezioni destre del cuore, determinando una congestione ed un aumento di pressione a livello dei capillari polmonari.
È il disturbo opposto alla platipnea.
In questi pazienti la difficoltà respiratoria si associa spesso a tosse notturna: quest'ultimo sintomo, anch'esso indicativo di insufficienza cardiaca, tende spesso ad essere trascurato.
L'ortopnea tende ad attenuarsi non appena il paziente assume la posizione seduta o dorme a letto con dei cuscini aggiuntivi.
Branca della medicina che studia la struttura, le funzioni e la patologia dell'apparato locomotore, e ne cura le affezioni congenite e acquisite, per evitare la comparsa o correggere la presenza di deformità.
Branca dell'odontostomatologia che si occupa dello studio e della terapia delle malformazioni dello scheletro maxillofacciale e delle malposizioni dentarie.
Ramo della foniatria che studia la correzione dei disturbi della fonazione.
Branca dell'odontostomatologia che si occupa del riallineamento dei denti irregolari e delle malposizioni, siano esse congenite o acquisite.
La terapia in campo ortodontico può essere di tipo funzionale (cioè tesa a combattere eventuali atteggiamenti viziati con opportuni esercizi muscolari e con apparecchi passivi che guidano le forze durante la masticazione), meccanica o chirurgica. La terapia meccanica si avvale di apparecchi che esercitano delle forze atte a correggere le anomalie presenti. Questi apparecchi possono essere costituiti da tiranti di tela poggianti sul cranio sui quali sono fissati ganci, graffe, che servono da ancoraggio per opportuni elastici (apparecchi ad appoggio extraorale); da placche metalliche o plastiche fissate sulla volta palatina dell'osso mascellare o sulla mandibola alle quali sono agganciate molle o fili metallici regolabili (apparecchi ad appoggio alveolo-dentario); da apparecchi metallici costituiti da anelli ancorati sui denti cui sono fissati fili metallici (apparecchi ad appoggio dentario).
La terapia chirurgica infine trova indicazione laddove i metodi strettamente ortodontici non si rivelano risolutivi.
Prodotti cosmetici che tendono a mantenere la pelle alla condizione di normalità fisiologica, rispettandone l'equilibrio acido e idrolipidico.
Correzione dei difetti visivi mediante la sua riduzione con l'uso notturno di lenti a contatto rigide gas-permeabili (abbreviate RGP). La particolare geometria, detta “inversa”, di queste lenti consente ad esse di effettuare una pressione sulla superficie corneale, modificandone leggermente la curvatura e rendendo l’occhio meno miope, astigmatico o ipermetrope.. Si indossano la sera prima di coricarsi e al mattino, dopo averle tolte, il portatore di lenti ortocheratologiche vede bene tutto il giorno senza lenti e senza occhiali.
E’ una correzione non invasiva, reversibile e non presenta rischi potenziali maggiori rispetto al porto di normalissime lenti morbide . Semplicemente per correggere i difetti visivi si indossano le lenti prima di coricarsi e la mattina si tolgono per vedere bene tutto il giorno senza altre lenti e senza occhiali.
L'effetto della correzione ortocheratologica all'esame topografico.
PER CHI E'?
Non vi sono limiti di età per sottoporsi alla correzione. Anche bambini di 13/14 anni possono essere ottimi candidati, purché non presentino controindicazioni, collaborativi e affiancati da un genitore. Rimandare l’applicazione priva i ragazzi della possibilità di rallentare l’evoluzione miopica, frequente nei soggetti con familiarità al difetto.
Non esistono controindicazioni specifiche che non siano quelle per l’applicazione delle tradizionali lenti a contatto rigide. Una visita oculistica è necessaria prima di cominciare. I tests e le prime prove servono inoltre ad evidenziare eventuali condizioni che sconsiglino l’applicazione delle lenti o che prevedano l’insuccesso della riduzione dei difetti visivi.
VANTAGGI
La correzione della vista con lenti a contatto è già di per sé una valida alternativa all’uso degli occhiali. Migliora la visione e il campo visivo risulta più ampio. Offre maggior libertà di movimento nello sport e la possibilità di indossare qualsiasi tipo di occhiali da sole.
Le lenti rigide hanno inoltre la proprietà di rallentare l’evoluzione miopica, ossia la tendenza nei giovani miopi all’aumento della gradazione, soprattutto in età adolescenziale. Come evidenziato da diversi studi (Khoo, Chong, Rajan - vedasi bibliografia), i teen-agers che portano lenti a contatto RGP hanno una progressione miopica inferiore ai coetanei che utilizzano altri mezzi di correzione.
RISPETTO ALL’INTERVENTO CON IL LASER AD ECCIMERI
Svantaggi
- si possono annullare in genere miopie fino a 4 – 5 diottrie, ipermetropie fino a 2 - 3 diottrie e soltanto alcuni tipi di astigmatismo - la correzione richiede del tempo e successive sedute in studio per tests, prove, controlli periodici e cambi di lenti - la variazione che si ottiene è reversibile, quindi bisogna continuare a portare le lenti notturne di mantenimento
Vantaggi
- è una tecnica non invasiva che lascia intatta la struttura corneale
- non presenta gli inconvenienti post-operatori: uso di farmaci, dolore, fotofobia, occhio secco, visione annebbiata, aloni alle luci
- si conoscono gli effetti sul lungo periodo, in quanto i primi casi sono stati trattati quasi 40 anni fa (vedi la storia)
- se c’è una progressione miopica o qualche inconveniente si possono semplicemente modificare le lenti e migliorare il risultato
- è reversibile, perciò con rischi praticamente nulli. Smettendo di portare le lenti, il soggetto ritorna al difetto preesistente
GARANZIA
Presso i centri di contattologia ortocheratologica riconosciuti dall' Accademia Italiana di Ortocheratologia è possibile, senza impegno e su appuntamento, farsi applicare* delle lenti di prova, con le quali anche dopo solo un’ora di porto alla loro rimozione potrete già apprezzare tollerabilità, miglioramento della visione e una diminuzione della miopia. Questa sarà la migliore risposta ai vostri dubbi e i nostri associati saranno lieti di potervela dare quanto prima.
*dopo gli esami preapplicativi, la rilevazione topografica dei parametri oculari e i test per valutare la predisposizione al porto di lenti a contatto ortocheratologiche..
L’ortocheratologia quindi consiste nella riduzione, variazione o eliminazione temporanea di un difetto di vista attraverso l’applicazione programmata di lenti a contatto. Le lenti a contatto tradizionali sono disegnate in modo da interferire il meno possibile con la forma della cornea, mentre le lenti per ortocheratologia sono progettate espressamente allo scopo di modificare il profilo corneale in modo controllato.
L’ortocheratologia, soprattutto se eseguita mediante un programma di trattamento notturno, oggi può permettere significativi cambiamenti di stile di vita a pazienti propriamente selezionati: essere liberi da ausili ottici per la pratica di sport, attività professionali e ricreative è un fattore di motivazione che può portare a scegliere questo tipo di trattamento non-chirurgico e reversibile dei difetti rifrattivi
Le lenti per ortocheratologia producono una riduzione temporanea del difetto di vista cambiando la forma della cornea, che possiede un certo grado di plasticità.
Il modellamento della cornea modifica il potere rifrattivo oculare e, se l’entità del rimodellamento è adeguatamente controllata, è possibile variare in modo preciso il potere corneale fino a correggere l’errore rifrattivo. Quando la lente per ortocheratologia è sull’occhio si vede bene come con una lente convenzionale; dopo che la lente viene rimossa, la cornea mantiene la sua forma modificata per un certo periodo e si continua a vedere bene anche senza lente a contatto. A seconda del programma di trattamento, le lenti per ortocheratologia possono essere portate alcune ore al giorno oppure di notte per poi essere rimosse durante le ore di veglia. In quest’ultimo caso le lenti vengono portate durante il sonno ed al mattino possono essere tolte, continuando a vedere bene tutto il resto della giornata ad occhio nudo.
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