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L'epilessia musicogena rappresenta una forma rara che rientra nel gruppo delle epilessie riflesse ossia quelle in cui lo stimolo scatenante la crisi ha carattere sensoriale.Gli attacchi sono provocati dall'ascolto prolungato di musica di qualsiasi tipo anche se gli studiosi credono che i brani poco orecchiabili nei quali sono coinvolti numerosi strumenti e le melodie capaci di creare una forte risposta emozionale come certe composizioni di Richard Wagner costituiscano degli importanti stimoli epilettogeni. Le crisi possono nascere anche a causa di rumori come il fischio di un bollitore, lo squillo di un telefono e il rintocco delle campane. In alcuni pazienti gli attacchi si manifestano anche se solo ripercorrono mentalmente un determinato brano musicale.Le crisi che durano da pochi secondi a un paio di minuti insorgono con tremori, afasia, convulsioni fino alla perdita di coscienza. Generalmente vengono precedute da una sensazione crescente d'angoscia e di agitazione associata tachicardia e aumento della frequenza respiratoria.
I circa venti tipi di farmaci impiegati per curare le più comuni forme di epilessia risultano efficaci nella maggior parte dei casi di tipo musicogeno. Quando possibile, in caso di crisi frequenti e che non rispondono alla terapia farmacologica, si può ricorrere alla chirurgia asportando la piccola area del cervello da cui hanno origine gli impulsi elettrici che scatenano gli attacchi.
Detta anche adrenalina, è un ormone elaborato dalla parte midollare del surrene, dai neuroni di mesencefalo e diencefalo e dai gangli simpatici, detta anche epinefrina; si ottiene anche per sintesi chimica. Scoperta agli inizi del secolo, l'adrenalina venne usata a lungo come terapia del collasso cardiaco e anche oggi trova alcuni impieghi come cardiotonico. Infatti la sua azione stimola le terminazioni del sistema nervoso simpatico, agendo da vasocostrittore, elevando la pressione arteriosa e ridistribuendo il flusso sanguigno verso cuore, muscoli e cervello. Altri suoi effetti sono l'inibizione dei processi digestivi, il miglioramento della respirazione, la dilatazione di pupille e bronchi e la stimolazione del metabolismo. La sua produzione, che in condizioni psicofisiche normali è a livelli minimi, viene enormemente aumentata quando si verificano particolari situazioni di eccitazione emotiva o di ansia.
Detta anche omento, rappresenta ciascuna delle due ripiegature del peritoneo viscerale che vengono distinte in base alla loro ampiezza in grande omento o legamento gastro-colico, formazione sierosa quadrangolare che deriva dal mesogastrio e dal mesocolon che ricopre la massa intestinale e le formazioni vascolari e nervose nella maniera di un grembiule e piccolo omento o legamento gastro-epatico ripiegatura peritoneale che dal fegato arriva allo stomaco e al duodeno inglobando coledoco, arteria epatica e vena porta.
Sinonimo di adriamicina. Farmaco antitumorale che viene classificato fra gli antibiotici ed esplica la sua azione attraverso meccanismi diversi fra cui il più importante consiste nella capacità di legarsi al DNA distorcendone e alterandone struttura e funzione. Si tratta di uno dei farmaci inibitori dello sviluppo cellulare più importanti ed efficaci ma può risultare molto tossico per il cuore con effetti collaterali anche sul midollo osseo.
Infiammazione dell'episclera, sottile strato di tessuto connettivale lasso sovrapposto alla sclera dell'occhio. Anche gli strati più esterni della sclera possono essere interessati dall'edema. L'episclerite generalmente guarisce da sola e di rado è associata a gravi malattie.La terapia è locale e consiste in antibiotici salicilati e cortisonici.
Intervento chirurgico che serve a suturare lacerazioni delle pareti della vagina e delle grandi labbra in seguito a parto o a traumi.
Dilatazione chirurgica dell'ostio vulvovaginale con incisione più o meno vasta del perineo che permette e favorisce il passaggio del feto nel corso del parto prevenendo la rottura traumatica del perineo. L'incisione può essere obliqua o verticale ed essere quindi effettuata lungo la linea mediana, ovvero dall'estremità inferiore della vulva verso l'ano, oppure con un certo angolo rispetto ad essa. E' praticata sotto anestesia locale e suturata ben stretta in seguito al parto. L'episiotomia rappresenta ancora oggi una delle più comuni procedure mediche a cui vengono sottoposte le donne e, benché un suo utilizzo di routine nei parti sia nettamente diminuito negli ultimi decenni, viene ancora molto praticata in America Latina. L'intervento a volte può riservare sgradevoli effetti collaterali sia subito dopo il parto (disagi posturali), che a lungo termine a causa della cicatrizzazione del taglio (dolori durante il rapporto sessuale). Alcuni studi hanno anche dimostrato una scarsa efficacia della metodica che, insieme agli effetti collaterali, la sta ormai relegando a isolate situazioni d'urgenza. Per alleviare il dolore ed il fastidio è sufficiente usare i seguenti accorgimenti:
evitare di stare a lungo in piedi o sedute;
fare lavande con acqua fredda; tamponare la ferita con dei cubetti di ghiaccio;
applicare (solo sotto indicazione medica) creme o spray anestetizzanti.
Molti medici praticano l'episiotomia poichè credono che riduca l'incidenza di traumi perineali, minimizzi l'insorgere della disfunzione post-partum del pavimento pelvico alleviando il danno al muscolo dello sfintere anale, riduca la perdita di sangue durante parto, e protegga il neonato da traumi. In molti casi, però, la stessa episiotomia è causa di tutti questi problemi. Studi hanno dimostrato infatti che le lacerazioni naturali sono in genere meno gravi. L'episiotomia risulta invece indicata nei seguenti casi: se c'è un qualche sospetto di sofferenza fetale mentre il bambino è nel canale del parto;
se il parto avviene in modo troppo, senza dare il tempo alla vagina di dilatarsi naturalmente; se la testa del bambino è troppo grande per passare attraverso l'apertura; se le spalle del bambino sono bloccate; nel caso di parto podalico o si rende necessario l'uso del forcipe.
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