Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Struttura sanitaria, pubblica o privata, destinata al ricovero di ammalati che necessitano di assistenza sanitaria continuativa o di cure e di esami clinici non praticabili, per la complessità degli strumenti diagnostici e terapeutici, né ambulatoriamente né domiciliarmente. Gli enti ospedalieri sono tenuti per legge a ricoverare i cittadini, anche se stranieri, per malattia, infortunio o maternità anche se non sono assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale. È il medico di guardia che decide sulla necessità del ricovero. A seconda del numero e del tipo di reparti di specializzazione presenti nella struttura, gli ospedali si dividono in ospedali di zona, che devono essere dotati dei reparti di medicina generale e chirurgia, oltre che di pediatria e ostetricia-ginecologia; ospedali provinciali, che hanno in più sezioni di ortopedia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, neurologia, dermatologia, odontoiatria, malattie infettive; ospedali regionali, che offrono assistenza a un bacino di utenza di almeno un milione di persone e possiedono anche divisioni di cardiologia, cardiochirurgia, neurologia, chirurgia plastica, chirurgia toracica, medicina legale.
L'ospedale può anche ospitare centri di formazione medica e sezioni di ricerca oltre che scuole professionali per il personale sanitario e paramedico.
Diffusione spontanea, unidirezionale, di un solvente attraverso una membrana semipermeabile posta tra due soluzioni di quello stesso solvente.
Caratteristica dell'osmosi è che il verso del flusso è diretto sempre dalla soluzione a minore concentrazione verso quella a concentrazione maggiore, con conseguente diluizione della stessa: il fenomeno di diffusione prosegue finché le due soluzioni non raggiungono la stessa concentrazione. La membrana deve essere però in grado di impedire il passaggio delle molecole o degli ioni del soluto, ma non quello delle molecole del solvente: ciò avviene, per esempio, con le membrane cellulari.
Cellule sensibili alle variazioni della pressione osmotica del plasma; situate nell'ipotalamo, regolano l'attività dei nuclei sopraottici da cui dipende la secrezione dell'ormone antidiuretico, messo in circolo dalla neuroipofisi.
Tali neuroni si attivano quando l'osmolarità dei liquidi extracellulari aumenta e l'acqua tende quindi a fuoriuscire dai recettori stessi; il segnale nervoso trasmesso dalla periferia all'ipotalamo favorisce la liberazione dell'ormone antidiuretico che, portando al recupero renale di acqua, riduce l'osmolarità. In caso di riduzione dell'osmolarità il meccanismo è speculare.
Valore di pressione osmotica posseduto dal plasma, legato nella quasi totalità all'attività osmotica del sodio sotto forma di cloruro e bicarbonato.
I valori normali dell'osmolalità plasmàtica sono pari a circa 300 mOsm/kg di acqua. Sono dette rispettivamente isotoniche, ipotoniche e ipertoniche soluzioni che posseggono pressione osmotica uguale, inferiore e superiore a quella del plasma. Il mantenimento della omeostasi idrosalina, e quindi dei normali valori di osmolalità plasmàtica, è dovuto a due meccanismi principali: il senso della sete, che regola l'introduzione di acqua nell'organismo, e l'attività renale, che regola l'eliminazione dall'organismo di acqua e sali.
Grafico che si ottiene con l'oscillografia; vi sono registrati i valori di pressione, tensione delle pareti vasali e intensità del flusso sanguigno.
Registrazione grafica, mediante un oscillografo, delle variazioni di pressione sanguigna dovute alla contrazione cardiaca e, quindi, delle oscillazioni delle pareti arteriose; permette di esplorare l'efficienza del cuore e lo stato anatomico e funzionale delle pareti arteriose.
Quando si esplora l'arto inferiore, l'esame si esegue al terzo inferiore e a quello superiore della gamba e al terzo inferiore della coscia; per l'arto superiore a livello del braccio e dell'avambraccio: in questi punti viene arrestata la circolazione sanguigna e vengono misurate pressione, tensione delle pareti e intensità del flusso.
L'orzo (Hordeum vulgare o sativum) è una pianta erbacea annuale; è un cereale con culmo eretto, alto fino a un metro con foglie lineari e alterne e fiore con tre stami protetti da due glume e due glumette, la più esterna aristata. La disposizione delle spighe è ternaria, cioè tre spighette su ogni nodo dell'asse della spiga. Fra le varie qualità si possono ricordare l'Hordeum disticum, l'Hordeum tetrastichum e l'Hordeum exastichum, che si differenziano per la disposizione delle cariossidi (i frutti) su due, quattro o sei file.
Per esempio gli orzi per la produzione della birra sono soprattutto orzi distici. Fra i maggiori produttori di orzo si devono ricordare il Canada, la Germania, la Spagna e la Francia, tutti paesi con una produzione superiore ai dieci milioni di tonnellate. La produzione italiana supera di poco il milione di tonnellate. Per l'alimentazione in genere si usano orzi decorticati (quello mondato, privo solo dello strato più esterno, e quello perlato, sottoposto a trattamento di brillatura come il riso).
Anche se la maggior parte dell'orzo è destinato alla produzione di birra e di whisky, può essere consumato anche integro, sotto forma di farina nella produzione del pane (mescolata a quella del grano consente di ottenere un prodotto scuro dal sapore particolare, consumato soprattutto nel nord Europa) o di fiocchi da cuocere. Il malto si ottiene facendo fermentare l'orzo; è molto più digeribile perché le proteine si sono scomposte e l'amido si è trasformato in maltosio.
Il caffè d'orzo è una bevanda ottenuta con orzo tostato e macinato. È particolarmente indicato come sostitutivo del caffè per tutti coloro che hanno controindicazioni per questa bevanda.
INFO AL. - Carboidrati: 72; proteine: 6; grassi: 1,3; acqua: 12,2; calorie: 324.
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