Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Fenomeno psico-patologico che si manifesta con l’insorgenza di un’idea o di una qualsiasi rappresentazione mentale, che, accompagnata da un sentimento d’ansia, si impone al soggetto in modo insopprimibile, e lo trascina a compiere determinati atti o ad astenersi da altri, o a fissarsi su determinati pensieri.
L’ossessivo è consapevole dell’insensatezza di tali atti e idee, e si impegna in una lotta per sottrarsi al dominio delle sue ossessioni. Con una certa frequenza riesce a mitigare l’ansia di questa lotta ricorrendo a rituali e cerimoniali.
Le ossessioni possono presentarsi come dubbi, come scrupoli, come attrazione dello sguardo su un determinato oggetto o, al contrario, come timore di essere osservato; come la necessità di pronunciare determinate parole (onomatomania), di almanaccare su questioni irresolubili (mania metafisica), di far calcoli (aritmomania); oppure (è il caso delle idee di contrasto) possono essere costituite da rappresentazioni lascive o blasfeme durante una pratica religiosa, o dalla tentazione di far del male all’essere più amato, senza mai passare all’azione ma aggrovigliandosi nelle contromisure difensive, nello sconforto, nell’autocondanna.
Nell’ossessione si tende a vedere la realizzazione diretta o simbolica di istinti o desideri repressi oppure rimossi, un’organizzazione repressiva della vita psichica, in cui alla rappresentazione vitale si sostituisce una rappresentazione artificiale, stereotipa che nei suoi simboli rispecchia un conflitto irrisolto.
L'ossessione, che in particolari condizioni può presentarsi anche in individui normali, diventa patologica allorché interferisce nella vita e nell'attività del soggetto. È sintomo caratteristico della psiconevrosi ossessiva.
Tecnica osservativa atta a valutare lo sviluppo delle capacità motorie dell'individuo nei primi anni di vita. Ha lo scopo di identificare precocemente le funzioni motorie lese, al fine di individuare la tecnica fisioterapica più opportuna.
Disturbo del metabolismo caratterizzato da aumentata produzione ed eliminazione di acido ossalico nelle urine, di norma sotto forma di ossalato di calcio.
Essa può apparire con le note di una malattia diatesica legata o meno ad altre alterazioni del ricambio (diatesi ossalica), oppure quale espressione di errori metabolici a carico delle sostanze formatrici dell'acido ossalico o di difetti funzionali degli organi che presiedono al suo metabolismo, nel qual caso sarebbe più giusto parlare di ossaluria sintomatica. È questa la forma più frequente e meglio studiata di ossaluria.
Per la cura si consiglia una dieta povera di alimenti ossalofori e ossaligeni, l'uso dei mezzi che favoriscono la solubilità dell'acido ossalico, nonché di quelli (insulina) atti a influenzare il ricambio degli idrati di carbonio.
Sostanza contenuta in abbondanza in certi alimenti, come gli spinaci, il rabarbaro, il cacao, il tè, le mandorle. Un aumentato assorbimento di àcido ossàlico, e quindi il suo passaggio in grandi quantità nelle urine, può essere causato da condizioni di malassorbimento (sindrome da polluzione batterica, malattie croniche infiammatorie intestinali, pancreatite cronica), da introduzione eccessiva di alimenti contenenti questa sostanza, e da una rara malattia ereditaria chiamata iperossaluria primitiva. La presenza di alte quantità di àcido ossàlico nelle urine può portare a malattie renali (nefropatia tubulo-interstiziale) e alla formazione di calcoli renali (calcoli di ossalato di calcio).
Sali dell'acido ossalico.
Prodotto del metabolismo che si forma nelle cellule in una tappa del ciclo di Krebs, per ossidazione dell'acido malico.
L'àcido ossalacètico è anche prodotto dall'acido aspartico attraverso un processo di transaminazione, che consente l'utilizzazione degli aminoacidi asparagina e acido aspartico per la neosintesi del glucosio.
Le ossa sono organi essenziali per l'apparato locomotore (nell'uomo se ne contano circa 200) e sono costituite per la massima parte da un tessuto connettivo particolare, il tessuto osseo, che si distingue in compatto e spugnoso; altre componenti delle ossa sono il periostio, un tessuto connettivo che le ricopre esternamente, e l'endostio, che invece ricopre le cavità interne, le parti cartilaginee e il midollo osseo, un tessuto interno con attività emopoietica (ossia di produzione di elementi del sangue).
Le ossa possono essere suddivise in tre grandi gruppi, a seconda della forma: ossa lunghe, brevi, larghe (o piatte). Le prime (ulna, tibia, perone e altre) hanno forma allungata e sono formate da una parte tubolare (la diafisi) e dalle parti terminali (le epifisi ossee). Le ossa brevi hanno le tre dimensioni pressoché uguali (vertebre, tarso ecc.) e sono formate prevalentemente da tessuto spugnoso, rivestito da tessuto compatto.
Le ossa larghe hanno lunghezza e larghezza nettamente superiori allo spessore (ossa della volta cranica) e sono composte da due strati di tessuto osseo che racchiudono un tessuto spugnoso (diploe). Il tessuto osseo è molto resistente, ma se viene sollecitato eccessivamente le ossa possono rompersi, ossia fratturarsi; tuttavia le ossa sono gli unici organi in grado di guarire ripristinando la loro struttura primitiva. Oltre alla loro importanza per l'apparato locomotore e alle funzioni di protezione degli organi interni (gabbia toracica), un'altra importante funzione delle ossa è quella di fungere da riserva di calcio e fosforo per l'organismo.
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