Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Perdita localizzata di tessuto osseo, del quale resta solo la trama connettivale, dovuta a cause diverse: infezioni, traumatismi, turbe metaboliche, compressioni da parte di formazioni esterne, come vasi sanguigni dilatati (per esempio usura dei corpi vertebrali da aneurisma dell'aorta) e tumori.
All'esame radiografico appare come una regione ben delimitata, di minore densità rispetto all'osso circostante.
Formazione di tessuto osseo.
Consiste nella differenziazione istologica degli osteoblasti. L'osteogenesi inizia nei centri di ossificazione, zone di connettivo o di tessuto pericondrale fetale in cui si formano i primi elementi di tessuto osseo. In alcune condizioni patologiche (per esempio in seguito a traumi) si può avere formazione di tessuto osseo in organi al di fuori dello scheletro, per esempio nella miosite ossificante che colpisce gli atleti, o nelle ossificazioni eterotopi che dei muscoli paralizzati, i quali presentano una particolare predisposizione alla formazione di tessuto osseo.§ Osteogenesi imperfetta, malattia ereditaria del tessuto connettivo caratterizzata da abnorme fragilità ossea, tendenza spiccata alle fratture e da altre anomalie congenite (sclere blu, difetti della dentizione, sordità). Causata probabilmente da un'alterazione dei geni strutturali delle proteine del collagene, l'osteogenesi imperfetta assume livelli diversi di gravità a seconda del tipo di trasmissione ereditaria; da forme mortali che si manifestano poco tempo dopo la nascita a forme così leggere da essere asintomatiche. La terapia è variabile in accordo con la variabilità delle manifestazioni cliniche; va comunque intensificata nell'età della crescita, nella quale sono maggiori i pericoli di fratture, e nelle donne durante la gravidanza e la menopausa, anch'essi periodi critici. Ai farmaci (calcitonina e sali di calcio per incrementare l'ossificazione) vanno associati, specie nelle forme gravi, trattamenti fisioterapeutici, chirurgici (per la correzione delle deformità scheletriche) e anche psicologici.
Malattia caratterizzata dalla presenza di neoformazioni ossee, di solito superficiali, a forma di becco o artiglio (vedi osteofita).
Escrescenza di tessuto osseo localizzata sulla superficie dell'osso, solitamente a forma di becco (perciò anche detto becco osteofitico), che si osserva frequentemente sulle superfici articolari. Gli osteofiti sono tipicamente presenti nelle forme di osteoartrosi e sono in parte responsabili delle manifestazioni dolorose tipiche di questa malattia. Sono da considerare come una reazione del tessuto osseo, interessato da processi erosivi e irritativi cronici, nel tentativo di stabilire una maggior superficie di contatto tra i corpi articolari.
Processo degenerativo-necrotico dei nuclei di ossificazione delle epifisi ossee. Durante la crescita dell'individuo, le estremità delle ossa aumentano di volume grazie al progressivo accrescimento di nuclei ossei presenti al centro dell'epifisi e delle diafisi, inclusi, fino ad accrescimento ultimato, in un tessuto cartilagineo.
La causa dell'osteocondrosi, che porta allo schiacciamento e alla deformità di queste estremità, è sconosciuta.
Si ritiene che possa essere provocata da un insufficiente apporto di sangue in queste regioni che, non ricevendo un adeguato approvvigionamento, degenerano per la morte del tessuto osseo.
L'età più colpita è quella della crescita (4-12 anni). Alcune forme possono interessare anche gli adulti. Le regioni più frequentemente interessate sono il femore, le vertebre, alcune ossa del piede, il ginocchio (vedi anche epifisite). Può guarire, a seconda della sede, sia lasciando una deformazione definitiva, sia senza sequele.
Termine che accomuna numerose malattie a carattere ereditario (dette anche condrodistrofie genotipiche.
Disturbo della formazione della cartilagine e della ossificazione encondrale che si evidenziano più o meno precocemente nell’età evolutiva e che sono caratterizzate da alterazioni distrofiche localizzate, in maniera simmetrica, nel punto della cartilagine d’accrescimento. Questi disturbi possono avere origine ormonale, vascolare, meccanica, metabolica ed ereditaria. In quest'ultimo caso, essendo la malattia presente sin dalla nascita e interferendo con il normale sviluppo dello scheletro, si realizza il quadro del nanismo (nanismo acondroplasico).
Indica, impropriamente, l'osteocondrosi.
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