Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Malattia caratterizzata dalla presenza in regioni anomale di tessuto tipico della mucosa uterina: il tessuto può trovarsi nello spessore dei fasci muscolari dell’utero, oppure in ovaie, tube,vescica, sigma e i legamenti dell’utero. Il sintomo principale è il dolore pelvico durante le mestruazioni a cui possono associarsi dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali), stitichezza, dolori inguinali, disturbi vescicali, sterilità. La terapia prevede, a seconda dei casi, la somministrazione di farmaci come la leuprorelina o l’asportazione chirurgica del tessuto endometriosico.
Infiammazione della mucosa uterina dovuta ad agenti microbici, stimoli meccanici e tossici, disturbi circolatori. Quelle di origine microbica sono dovute vari batteri (streptococco, gonococco, colibacillo, enterococco, stafilococco ecc.); possono insorgere durante il puerperio o essere conseguenti a infezioni batteriche in altre sedi del tratto urogenitale. Le endometriti tossiche possono manifestarsi nel corso di malattie infettive acute; quelle meccaniche sono determinate ad esempio da IUD (spirale) applicati per correggere una stenosi uterina o per scopi antifecondativi. Il sintomo prevalente è dolore alla regione sovrapubica; può esserci febbre elevata nella fase acuta e lieve in quella cronica. Inoltre è presente dismenorrea, menorragia e perdite intermestruali purulente o mucopurulente. Le conseguenze più frequenti dell’endometrite sono l’aborto o la sterilità. La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici, locale o generale; è necessario inoltre un adeguato riposo.
Insieme delle membrane cellulari che si trovano all'interno del muscolo striato, a formare il tessuto connettivale che riveste le singole fibre muscolari e penetra all’interno dei fascetti da queste costituiti.
Sottile lamina connettivale che penetra in un fascio nervoso e ne avvolge le fibre, provenendo dall'epinervio (rivestimento esterno dei fasci nervosi) o come singola fibra isolata.
Intervento endoscopico di inserimento di uno stent nell’aorta addominale in caso di aneurisma compromettente la funzionalità vascolare e il corretto afflusso del sangue agli organi. L'intervento salvaguarda le funzioni dell’aorta che in caso di aneurisma può causare emorragie interne e affaticamento degli organi. La procedura EVAR affidandosi alla tecnologia endoscopica consente di evitare l’operazione ad addome aperto riducendo i rischi collaterali dell’operazione.
Non è un intervento consigliato a tutti, perché molto dipende dalla posizione dell’aneurisma all’interno dell’aorta e allo stato di salute del paziente.
I tempi di recupero rispetto ad un intervento chirurgico tradizionale con apertura dell’addome sono minori: nel giro di una settimana si può essere dimessi dall’ospedale e tra le 4 e le 6 settimane si può riprendere una vita normale.
Forma di radioterapia che consiste nell'introduzione di materiali radioattivi negli organi interni.
Sostanze oppioidi endogene, che presentano struttura polipeptidica, dotate di proprietà biologiche simili a quelle della morfina e delle sostanze oppiacee. Queste sostanze sono state scoperte studiando il meccanismo d'azione biologica della morfina e degli alcaloidi simili. Questa esplica i suoi effetti legandosi a specifici recettori presenti nel sistema nervoso centrale, in concentrazioni molto elevate proprio nelle aree cerebrali deputate alla percezione della sensibilità dolorifica. A partire da ciò è stata dimostrata la presenza di sostanze endogene capaci di esplicare un analogo effetto biologico,regolando in condizioni fisiologiche la trasmissione e la percezione della sensibilità dolorifica, legandosi ai recettori per gli oppiacei. Ad oggi si conoscono quattro distinte classi di endorfine, dette rispettivamente "alfa", "beta", "gamma" e "delta". Al sistema delle endorfine appartengono anche due sostanze pentapeptidiche originariamente estratte dal tessuto nervoso e chiamate "encefaline". Le cellule deputate alla produzione delle endorfine sono sparse in diverse parti del sistema nervoso centrale; queste sostanze sono inoltre presenti nell'ipofisi (lobo anteriore e lobo posteriore), nelle ghiandole surrenali, nelle ghiandole salivari, nel tratto gastrointestinale (sia nei gangli del tessuto nervoso sia come cellule secretorie). Il significato biologico di queste sostanze è molto complesso e a esse viene attribuita una funzione intermedia tra quella degli ormoni e quella svolta dai neurotrasmettitori, le sostanze che garantiscono la trasmissione dei segnali nervosi. Le endorfine sembrano avere un ruolo notevole nell'insorgenza dell'analgesia non farmacologica, cioè quella che si può ottenere attraverso tecniche come ad esempio l'agopuntura, l'ipnosi, la stimolazione elettrica, e dell'analgesia da placebo: in tutte queste condizioni può essere osservato un aumento dell'attività cerebrale beta-endorfinica ed encefalino-simile. L'attività delle endorfine può inoltre intervenire nei meccanismi che portano all'insorgenza dei fenomeni di dipendenza e di assuefazione farmacologica e nella crisi da astinenza. Altri effetti biologici ottenuti dalle endorfine interessano la termoregolazione, la produzione ormonale, la reazione allo stress, il controllo dell'appetito, la funzionalità del tratto gastrointestinale (motilità, secrezione digestiva, secrezione pancreatica).
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