Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Tumore molto frequente, costituito da proliferazione cartilaginea che si sviluppa prevalentemente all'interno di un osso (encondroma interno) o più di rado all'esterno (encondroma esterno). Frequenti localizzazioni si verificano alle metafisi prossimali di omero e di femore, così come alle ossa tubulari della mano (prime falangi e metacarpi). A livello radiografico appare come un'area di osteolisi con limiti netti rispetto alla corticale. In genere presentano un'evoluzione è benigna, ma è possibile la degenerazione maligna a condrosarcoma nei casi in cui la calcificazione è più intensa. Il trattamento è chirurgico e prevede lo svuotamento e lo stipamento della cavità con innesti ossei.
Disturbo psicosomatico tipico dell'infanzia, che consiste nell'incontinenza delle feci per difetto nel controllo degli sfinteri. Le cause possono essere anatomiche: ragadi anali; stenosi anale;stenosi post-chirurgica di ano o retto; defecazione dolorosa da qualsiasi causa; megacolon agangliare o morbo di Hirschsprung; rallentamento della motilità intestinale;cause alimentari; carenza di fibre alimentari nella dieta; dieta troppo ricca di latte o proteine; scarsa assunzione di acqua.
Possono esserci anche cause psicologiche come: addestramento all'uso del vasino e toilette eccessivamente aggressivo oppure permissivo; ansia e paura od idiosincrasia del vasino e della toilette; conflitto emotivo con i genitori sull'alimentazione, il mangiare, l'abbigliamento); associazione con abusi sessuali in età pediatrica.L'encopresi rappresneta quindi una manifestazione ben precisa, quella di defecare in luoghi inaccettabili e prevale durante il giorno. Presenta una forma primaria (quando il soggetto, tipicamente un bambino, non hai mai acquisito il controllo fecale) ed in una secondaria, che compare in età successiva.
Il sospetto diagnostico è clinico ed è basato in particolare su una anamnesi dettagliata ed un esame clinico attento, soprattutto dell'area genitale e perineale. A completamento è utile effettuare una radiografia addominale, soprattutto se vi è un forte sospetto di stipsi ma l'esame clinico e l'esplorazione rettale non depongono in tal senso.L'encopresi può essere prevenuta attraverso un'alimentazione corretta e l'individuazione precoce del problema, fecendo attenzione alla riduzione del numero di defecazioni, alla presenza di feci di grosse dimensioni e alla comparsa di imbrattamento fecale sugli indumenti.
E' utile ricercare lo svezzamento dal pannolino dopo i 3 anni e trattare precocemente la dermatite da pannolino ed ogni tipo di ragade anale eventualmente concomitante.
Patologie la cui manifestazione avviene all'interno di una popolazione con un numero di casi più o meno costante nel tempo. Una malattia è quindi endemica quando l'agente che l'ha causata può diffondersi in una popolazione geograficamente circoscritta, che risulta, allo stesso tempo, recettiva nei confronti della malattia. Anche le malattie infettive possono essere endemiche dal momento che, raggiunto il numero massimo di malati nel giro di qualche settimana o mese, la parte di popolazione sfuggita all'evento morboso può esserne colpita a sua volta. Tipiche malattie endemiche sono ad esempio il gozzo in alcune regioni di montagna, la talassemia nel bacino del Mediterraneo e il colera in India.
Resezione della tunica all'interno di un vaso arterioso nel durante un intervento chirurgico che ha lo scopo di rimuovere un embolo o un trombo che lo ostruiscano. Tipico utilizzo di questa tecnica chirurgica viene fatto, per esempio, per la disostruzione dei vasi sovraortici (arterie carotidi e arterie vertebrali), per ripristinare un corretto flusso sanguigno cerebrale.
Processo infiammatorio della tunica intima delle arterie. Il morbo di Bürger, o tromboangioite obliterante agli stadi iniziali e l'endoarterite obliterante luetica delle arterie cerebrali sono tra le forme più diffuse.
Sostanze naturali simili ai cannabinoidi presenti nella marjuana, che vengono prodotte dai neuroni del corpo umano. Servono a controllare le secrezioni intestinali. Gli endocannabinoidi rappresentano una classe di lipidi bioattivi ed hanno in comune la capacità di legarsi ai recettori cannabinoidi, gli stessi con cui interagiscono i fitocannabinoidi. Il primo endocannabinoide ad essere stato identificato, nel 1992, è l'anandamide (AEA), seguito dal 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). Più recentemente sono stati identificati almeno altri tre cannabinoidi endogeni: il 2-arachidonil-gliceril-etere (noladin, 2-AGE), un analogo strutturale del 2-AG, la virodamina e la N-arachidonoildopamina (NADA). L'ultimo è la palmitoiletanolamina (PEA).
Tali mediatori lipidici, insieme con i recettori dei cannabinoidi e i correlati processi di sintesi, trasporto e degradazione, formano il cosiddetto sistema endocannabinoide.Il sistema
degli endocannabinoidi costituisce un è in grado di regolare l'eccitabilità neuronale, attraverso l'inibizione della comunicazione tramite giunzioni serrate o mediante interazioni con le trasmissioni GABA-ergica, serotonergica, glutamatergica e dopaminergica. Per conoscere in modo compiuto il ruolo fisio-patologico degli endocannabinoidi bisogna approfondire ulteriormente gli studi sull'argomento. Sulla base di ciò che è già noto si può comunque ipotizzare un ruolo centrale in numerose funzioni. In particolare, è stato almeno in parte chiarito che le proprietà antiemetiche dei cannabinoidi sono da collegare al ruolo del sistema cannabinoide endogeno nella regolazione dei circuiti cerebrali del vomito. Il coinvolgimento del sistema endocannabinoide nei meccanismi che regolano l'appetito è stato evidenziato di recente da un significativo aumento dei livelli di endocannabinoidi in tre differenti modelli animali di obesità.
È stato evidenziato un coinvolgimento del sistema endocannabinoide endogeno nella modulazione della spasticità associata alla sclerosi multipla. Sempre più numerose evidenze provano l'attività analgesica degli endocannabinoidi e le loro interazioni sinergiche con il sistema degli oppioidi endogeni. Di recente è stato ancora evidenziato il ruolo del sistema endocannabinoide nei processi che regolano la memoria con particolare attenzione alla fase di estinzione di memorie aversive. Un recente studio ha inoltre approfondito le proprietà anticonvulsivanti degli endocannabinoidi. In particolar modo l'anandamide si è rivelata efficace in un modello animale di epilessia, indicando che probabilmente l'attività convulsiva è modulata dal tono del sistema cannabinoide endogeno.
L'azione vasodilatatoria e ipotensiva degli endocannabinoidi è stata chiamata in causa nella genesi della ipotensione associata a shock emorragico e endotossinico ma il loro esatto ruolo fisiopatologico deve essere ancora approfondito. Esistono prove a sostegno di un ruolo degli endocannabinoidi nella regolazione dei processi riproduttivi: in particolare l'anandamide sembra avere un ruolo cruciale nella regolazione della fertilità, nel processo di attecchimento dell'embrione oltre che nella progressione della gestazione. Gli endocannabinoidi sembrano avere un ruolo nel regolare la risposta immunitaria e potrebbero avere un ruolo terapeutico nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
È possibile ipotizzare per tali molecole una funzione "anti-stress" simile e complementare a quella esercitata dalle endorfine sia a livello centrale che periferico. Una menzione particolare merita poi il ruolo del sistema cannabinoide nella regolazione dei processi di proliferazione cellulare alla base della crescita dei tumori
Tunica sottile e trasparente che tappezza all'interno la superficie del cuore e le altre formazioni presenti nella sua cavità (valvole cardiache, muscoli papillari, corde tendinee ecc.). L'endocardio deriva dallo strato endoteliale delle formazioni che danno vita a tutto il cuore, i tubi endocardici, formati a loro volta dal mesoderma. La sua infiammazione dà luogo alla endocardite. L'endocardio è composto di più strati: più in superficie si trova lo strato di cellule endoteliali di forma poligonale, che formano uno strato liscio che continua con l'endotelio dei vasi afferenti ed efferenti del cuore; si passa poi ad una lamina propria formata da fibre elastiche e miocellule, la quale si prolunga in uno strato sottoendocardico di tessuto connettivo lasso. Lo strato sottoendocardico ha particolari funzioni: esso lega saldamente l'endocardio alle pareti delle cavità cardiache, collegandosi al connettivo interstiziale del miocardio, è vascolarizzato e possiede una funzione trofica. Manca in corrispondenza dei muscoli papillari e in questo strato sono presenti le reti sottoendocardiche del cuore, di fondamentale importanza per la trasmissione dello stimolo contrattile all'intero miocardio.
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