Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Parte del sistema nervoso centrale che è contenuta nella cavità cranica. In unione con la parte caudale (midollo spinale), costituisce l'asse cerebro-spinale e comprende: il cervello propriamente detto (telencefalo e diencefalo), il cervelletto e il tronco encefalico (costituito da mesencefalo, ponte di Varoli e midollo allungato o bulbo spinale. Il telencefalo è la porzione più superficiale dell'encefalo, costituito dalla corteccia telencefalica, la sostanza bianca ed i nuclei della base; il diencefalo è posto internamente alla sostanza bianca telencefalica ed è costituito da cinque porzioni (talamo, epitalamo, metatalamo, ipotalamo, subtalamo), in continuazione inferiormente con il mesencefalo tramite i due peduncoli cerebrali; il cervelletto costituisce la porzione situata nella fossa cranica posteriore; il tronco encefalico funzionalmente è connesso con il cervelletto ed è costituito a sua volta da tre porzioni, in senso craniocaudale, ossia mesencefalo, in continuità superiormente con il diencefalo, costituito dai due peduncoli cerebrali e dalla lamina quadrigemina, il ponte, posizionato ventralmente al cervelletto, il bulbo detto anche midollo allungato o mielencefalo, segmento inferiore dell'encefalo che prosegue in basso, senza interruzione, nel midollo spinale. I parametri fisiologici propri dell'encefalo umano sono i seguenti: diametro sagittale massimo (lunghezza) = 170 mm nel maschio, 160 mm nella femmina;
diametro trasverso massimo (larghezza) = 140 mm nel maschio, 135 mm nella femmina;
diametro verticale massimo (altezza) = 130 mm nel maschio, 125 mm nella femmina;
circonferenza orizzontale massima = 480 mm; arco sagittale massimo = 237 mm
Associazione di processi infiammatori relativi all'encefalo e all midollo, spesso concomitante a infiammazione delle meningi, per cui si ha meningoencefalomielite (vedi encefaliti; mielite).
Termine usato genericamente per indicare qualsiasi malattia dell'encefalo.
Complicazione importante dell'ipertensione arteriosa, che provoca una dilatazione dei vasi cerebrali con aumento della pressione intracranica. Può rappresentare una complicanza della gravidanza, dell'insufficienza renale, del feocromocitoma e dell'ipertensione primitiva (in particolar modo dell'ipertensione maligna). Si presenta come un episodio acuto, che genera un grave e improvviso aumento dei valori di pressione sistolica e diastolica, con cefalea, obnubilamento della coscienza, convulsioni fino al coma. Si associano a questo quadro sintomatologico alterazioni della retina ( fino al papilledema) e un alto grado di insufficienza renale. Spesso l'esito è letale. Gli studiosi non concordano riguardo al fatto che il pronto abbassamento della pressione arteriosa sia effettivamente in grado di migliorare la prognosi.
Detta anche encefalopatia epatica o coma epatico è una sindrome neuropsichiatrica conseguente a epatopatia. Il fegato rende atossici i prodotti provenienti dalla digestione intestinale attraverso la vena porta; nel caso delle epatopatie tali prodotti raggiungono senza alterazioni il circolo sistemico a causa della insufficiente depurazione epatica. Le sostanze tossiche possono arrivare così al cervello, alterando la funzionalità dei neuroni, provocando un danno cellulare diretto o agendo da falsi neurotrasmettitori. La si osserva in condizioni eziologiche molto diverse a seconda che si tratti di un'epatite acuta o di un processo cirrotico. Le encefalopatìe che creano complicazioni nell'evoluzione delle cirrosi sono le uniche la cui diagnostica eziologica può presentare qualche difficoltà quando le manifestazioni neurologiche sono in primo piano nel quadro clinico. La fisiopatologia dell'encefalopatìa porto-sistèmica epatica è comunque controversa. L'insufficienza cellulare epatica e soprattutto l'esistenza di corto-circuiti porto-cava sarebbero la causa dell'accumulo in circolo di sostanze tossiche di origine intestinale, normalmente fermate a livello epatico. Il ruolo dell'ammoniaca è stato suggerito per il frequente incremento dell'ammoniemia. Un'altra ipotesi chiama in causa "falsi neurotrasmettitori" (tiramina, octpamina) che si sostituirebbero ai neurotrasmettitori adrenergici fisiologici (noradrenalina e dopamina) senza averne l'attività biologica. Il quadro clinico associa in vario modo sintomi neurologici e disturbi della coscienza. Il flapping tremor, che può essere osservato in diverse encefalopatie, è qui frequente, soprattutto agli arti superiori. Si può anche presentare una rigidità extrapiramidale o più raramente segni piramidali. Le crisi epilettiformi sono possibili ma rare. I disturbi della coscienza possono andare dalla confusione al coma: è questo il cosiddetto coma epatico. L'elettroencefalogramma (EEG) risulta sempre alterato. In genere è presente iperammoniemia. Nella maggior parte parte dei casi si manifesta anche alcalosi respiratoria. E' riscontrabile anche un tipico odore dell'alito, detto foetor haepaticus. L'encefalopatìa porto-sistèmica delle cirrosi spesso ha origine da un fattore scatenante: emorragia digestiva, squilibri elettrolitici (per esempio, ipopotassiemia), assunzione di alcol, barbiturici, morfina, acetazolamide e diuretici in genere, valium. La creazione di un'anastomosi porto-cava chirurgica per trattamento di emorragie digestive è spesso seguita da sintomi di encefalopatia, a causa del passaggio del sangue portale direttamente nella circolazione generale. Nella storia clinica di una cirrosi, l'encefalopatia può costituire l'evento terminale oppure ripetersi in episodi reversibili ma recidivanti. Il coma epatico insorgente in occasione di una epatite acuta ha spesso esito infausto. In linea generale, le misure terapeutiche dirette a ridurre l'assorbimento di prodotti tossici d'origine intestinale (regime ipoproteico, antibiotici ad azione locale intestinale non assorbibili, clisteri di pulizia intestinale, lattulosio come purgante osmotico) hanno efficacia non costante. Pressoché costante è la necessità di una supplementazione con aminoacidi ramificati e, a seconda della gravità dell'insufficienza epatica, con albumina.
Conosciuta anche come "mucca pazza" o BSE dal suo acronimo in lingua inglese, è una malattia degenerativa e trasmissibile che colpisce il sistema nervoso centrale e porta alla progressiva paralisi motoria. Fa parte del gruppo delle malattie da prioni, caratterizzate da progressivo accumulo di proteine prioniche all'interno dei neuroni: il corrispettivo umano della BSE è la malattia di Creutzfeld-Jacobs. La BSE è una malattia confinata al bestiame; negli anni '90 però si sono verificati casi umani di encefalopatia provocati da una variante della BSE, trasmessa da carne infetta. La mobilitazione scientifica e le misure di igiene veterinaria hanno consentito una drastica riduzione della malattia tra il bestiame (in Gran Bretagna nel 1992 si erano verificati oltre 30.000 casi di BSE, a fronte di soli 1500 nel 2000). I casi umani documentati di BSE sono stati complessivamente 92, di cui 88 in Gran Bretagna, 3 in Francia e uno in Irlanda. La grande diffusione dei prioni responsabili della BSE è dipesa dall'introduzione di mangimi a base di carcasse animali contenenti tessuto nervoso di animali ammalati.
I primi sintomi, di carattere neurologico, si presentano con modifiche del comportamento, ansietà e aggressività, e successiva perdita dell'appetito, della montata lattea, dell'equilibrio.
La presenza di vacuoli nella sezione di tessuto infetto, simili a microscopici "buchi" nella materia grigia, fa assumere alla sezione in esame, il caratteristico aspetto spugna, tipico di questa malattia.
Denominazione con cui si indicano in modo generico le affezioni che colpiscono l'encefalo infantile e sono caratterizzate da deficit neurologici specifici associati a ritardo cognitivo-relazionale.
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