Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Termine usato genericamente per indicare qualsiasi malattia dell'encefalo.
Complicazione importante dell'ipertensione arteriosa, che provoca una dilatazione dei vasi cerebrali con aumento della pressione intracranica. Può rappresentare una complicanza della gravidanza, dell'insufficienza renale, del feocromocitoma e dell'ipertensione primitiva (in particolar modo dell'ipertensione maligna). Si presenta come un episodio acuto, che genera un grave e improvviso aumento dei valori di pressione sistolica e diastolica, con cefalea, obnubilamento della coscienza, convulsioni fino al coma. Si associano a questo quadro sintomatologico alterazioni della retina ( fino al papilledema) e un alto grado di insufficienza renale. Spesso l'esito è letale. Gli studiosi non concordano riguardo al fatto che il pronto abbassamento della pressione arteriosa sia effettivamente in grado di migliorare la prognosi.
Detta anche encefalopatia epatica o coma epatico è una sindrome neuropsichiatrica conseguente a epatopatia. Il fegato rende atossici i prodotti provenienti dalla digestione intestinale attraverso la vena porta; nel caso delle epatopatie tali prodotti raggiungono senza alterazioni il circolo sistemico a causa della insufficiente depurazione epatica. Le sostanze tossiche possono arrivare così al cervello, alterando la funzionalità dei neuroni, provocando un danno cellulare diretto o agendo da falsi neurotrasmettitori. La si osserva in condizioni eziologiche molto diverse a seconda che si tratti di un'epatite acuta o di un processo cirrotico. Le encefalopatìe che creano complicazioni nell'evoluzione delle cirrosi sono le uniche la cui diagnostica eziologica può presentare qualche difficoltà quando le manifestazioni neurologiche sono in primo piano nel quadro clinico. La fisiopatologia dell'encefalopatìa porto-sistèmica epatica è comunque controversa. L'insufficienza cellulare epatica e soprattutto l'esistenza di corto-circuiti porto-cava sarebbero la causa dell'accumulo in circolo di sostanze tossiche di origine intestinale, normalmente fermate a livello epatico. Il ruolo dell'ammoniaca è stato suggerito per il frequente incremento dell'ammoniemia. Un'altra ipotesi chiama in causa "falsi neurotrasmettitori" (tiramina, octpamina) che si sostituirebbero ai neurotrasmettitori adrenergici fisiologici (noradrenalina e dopamina) senza averne l'attività biologica. Il quadro clinico associa in vario modo sintomi neurologici e disturbi della coscienza. Il flapping tremor, che può essere osservato in diverse encefalopatie, è qui frequente, soprattutto agli arti superiori. Si può anche presentare una rigidità extrapiramidale o più raramente segni piramidali. Le crisi epilettiformi sono possibili ma rare. I disturbi della coscienza possono andare dalla confusione al coma: è questo il cosiddetto coma epatico. L'elettroencefalogramma (EEG) risulta sempre alterato. In genere è presente iperammoniemia. Nella maggior parte parte dei casi si manifesta anche alcalosi respiratoria. E' riscontrabile anche un tipico odore dell'alito, detto foetor haepaticus. L'encefalopatìa porto-sistèmica delle cirrosi spesso ha origine da un fattore scatenante: emorragia digestiva, squilibri elettrolitici (per esempio, ipopotassiemia), assunzione di alcol, barbiturici, morfina, acetazolamide e diuretici in genere, valium. La creazione di un'anastomosi porto-cava chirurgica per trattamento di emorragie digestive è spesso seguita da sintomi di encefalopatia, a causa del passaggio del sangue portale direttamente nella circolazione generale. Nella storia clinica di una cirrosi, l'encefalopatia può costituire l'evento terminale oppure ripetersi in episodi reversibili ma recidivanti. Il coma epatico insorgente in occasione di una epatite acuta ha spesso esito infausto. In linea generale, le misure terapeutiche dirette a ridurre l'assorbimento di prodotti tossici d'origine intestinale (regime ipoproteico, antibiotici ad azione locale intestinale non assorbibili, clisteri di pulizia intestinale, lattulosio come purgante osmotico) hanno efficacia non costante. Pressoché costante è la necessità di una supplementazione con aminoacidi ramificati e, a seconda della gravità dell'insufficienza epatica, con albumina.
Conosciuta anche come "mucca pazza" o BSE dal suo acronimo in lingua inglese, è una malattia degenerativa e trasmissibile che colpisce il sistema nervoso centrale e porta alla progressiva paralisi motoria. Fa parte del gruppo delle malattie da prioni, caratterizzate da progressivo accumulo di proteine prioniche all'interno dei neuroni: il corrispettivo umano della BSE è la malattia di Creutzfeld-Jacobs. La BSE è una malattia confinata al bestiame; negli anni '90 però si sono verificati casi umani di encefalopatia provocati da una variante della BSE, trasmessa da carne infetta. La mobilitazione scientifica e le misure di igiene veterinaria hanno consentito una drastica riduzione della malattia tra il bestiame (in Gran Bretagna nel 1992 si erano verificati oltre 30.000 casi di BSE, a fronte di soli 1500 nel 2000). I casi umani documentati di BSE sono stati complessivamente 92, di cui 88 in Gran Bretagna, 3 in Francia e uno in Irlanda. La grande diffusione dei prioni responsabili della BSE è dipesa dall'introduzione di mangimi a base di carcasse animali contenenti tessuto nervoso di animali ammalati.
I primi sintomi, di carattere neurologico, si presentano con modifiche del comportamento, ansietà e aggressività, e successiva perdita dell'appetito, della montata lattea, dell'equilibrio.
La presenza di vacuoli nella sezione di tessuto infetto, simili a microscopici "buchi" nella materia grigia, fa assumere alla sezione in esame, il caratteristico aspetto spugna, tipico di questa malattia.
Denominazione con cui si indicano in modo generico le affezioni che colpiscono l'encefalo infantile e sono caratterizzate da deficit neurologici specifici associati a ritardo cognitivo-relazionale.
Tumore molto frequente, costituito da proliferazione cartilaginea che si sviluppa prevalentemente all'interno di un osso (encondroma interno) o più di rado all'esterno (encondroma esterno). Frequenti localizzazioni si verificano alle metafisi prossimali di omero e di femore, così come alle ossa tubulari della mano (prime falangi e metacarpi). A livello radiografico appare come un'area di osteolisi con limiti netti rispetto alla corticale. In genere presentano un'evoluzione è benigna, ma è possibile la degenerazione maligna a condrosarcoma nei casi in cui la calcificazione è più intensa. Il trattamento è chirurgico e prevede lo svuotamento e lo stipamento della cavità con innesti ossei.
Disturbo psicosomatico tipico dell'infanzia, che consiste nell'incontinenza delle feci per difetto nel controllo degli sfinteri. Le cause possono essere anatomiche: ragadi anali; stenosi anale;stenosi post-chirurgica di ano o retto; defecazione dolorosa da qualsiasi causa; megacolon agangliare o morbo di Hirschsprung; rallentamento della motilità intestinale;cause alimentari; carenza di fibre alimentari nella dieta; dieta troppo ricca di latte o proteine; scarsa assunzione di acqua.
Possono esserci anche cause psicologiche come: addestramento all'uso del vasino e toilette eccessivamente aggressivo oppure permissivo; ansia e paura od idiosincrasia del vasino e della toilette; conflitto emotivo con i genitori sull'alimentazione, il mangiare, l'abbigliamento); associazione con abusi sessuali in età pediatrica.L'encopresi rappresneta quindi una manifestazione ben precisa, quella di defecare in luoghi inaccettabili e prevale durante il giorno. Presenta una forma primaria (quando il soggetto, tipicamente un bambino, non hai mai acquisito il controllo fecale) ed in una secondaria, che compare in età successiva.
Il sospetto diagnostico è clinico ed è basato in particolare su una anamnesi dettagliata ed un esame clinico attento, soprattutto dell'area genitale e perineale. A completamento è utile effettuare una radiografia addominale, soprattutto se vi è un forte sospetto di stipsi ma l'esame clinico e l'esplorazione rettale non depongono in tal senso.L'encopresi può essere prevenuta attraverso un'alimentazione corretta e l'individuazione precoce del problema, fecendo attenzione alla riduzione del numero di defecazioni, alla presenza di feci di grosse dimensioni e alla comparsa di imbrattamento fecale sugli indumenti.
E' utile ricercare lo svezzamento dal pannolino dopo i 3 anni e trattare precocemente la dermatite da pannolino ed ogni tipo di ragade anale eventualmente concomitante.
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