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In odontoiatria, riempimento della cavità dentaria con materiali diversi a seconda delle esigenze (amalgama d'argento, resine ecc.), che si effettua in corso di terapia per la carie. È preceduta dalla rimozione completa del tessuto carioso e dalla preparazione della cavità che deve ritenerla. L'otturazione dentale mira alla ricostruzione morfologica e funzionale del dente; può essere provvisoria, se il dente deve restare in osservazione o se si devono far agire medicamenti, o definitiva, quando si chiude definitivamente la cavità. Una volta terminata l'otturazione dentale, non è necessario attuare particolari provvedimenti conservativi, oltre alla normale igiene orale.
Indica una formazione anatomica che chiude od ottura qualche apertura; per esempio, la membrana otturatoria è la formazione fibrosa che ricopre quasi interamente il foro dell'osso iliaco.
Simboli usati nei test per controllare l'acuità visiva. Sono lettere dell'alfabeto o figure varie per i bambini e gli analfabeti, di dimensioni e spessore calcolati, posti su righe a grandezza scalare, il cui numero corrisponde all'acuità visiva.
Piccola formazione sacciforme a fondo cieco del labirinto membranoso, che occupa la zona superiore del vestibolo dell'orecchio.
Effetto collaterale di alcuni farmaci (per esempio, della streptomicina, della kanamicina, di alcuni chemoterapici) che comporta lesioni tossiche, spesso irreversibili, per l'organo dell'udito e per l'equilibrio (quando viene interessato soprattutto il nervo vestibolare e cocleare).
Processo distrofico a carico della capsula ossea del labirinto. È un'affezione ereditaria, nella quale ha fondamentale importanza il fattore endocrino: insorge con maggiore frequenza nel sesso femminile, in età pubere, e si aggrava in gravidanza e allattamento. Si ha congestione ossea, riassorbimento e neoformazione di osso; la sintomatologia consiste in ipoacusia, paracusia, acufeni; la membrana timpanica è normale. La terapia è sintomatica e chirurgica (cofochirurgia).
Esame endoscopico dell'orecchio. Consente di accertare le condizioni del condotto uditivo esterno e della membrana del timpano, di eseguire manovre di pulizia, di apprezzare la consistenza di tumefazioni del meato, di accertare le caratteristiche della secrezione auricolare e di aspirarla, di valutare la motilità della membrana timpanica. Per via otoscopica si possono anche compiere interventi chirurgici, quali paracentesi timpanica, asportazione di polipi dell'orecchio medio, interventi sulla staffa.
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