Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Raccolta di sangue all'interno di un tessuto, con formazione di un coagulo. I fattori che possono causare un ematoma sono molteplici e tra i più frequenti ci sono i traumi. Le malattie emorragiche, soprattutto quelle da alterazione dei fattori della coagulazione, possono caratteristicamente presentare ematomi tra i segni clinici (per esempio, emofilia). In conseguenza della rottura dell'aorta, di solito provocata da malattie preesistenti del vaso, possono formarsi ematomi di grandi dimensioni nel mediastino o retroperitoneali. Tra le altre cause, troviamo la rottura patologica di alcuni vasi già alterati da eventi morbosi (infezione, tumori, aneurismi); disordini della coagulazione ematica (piastrinopenia, emofilia); terapie con anticoagulanti; interventi chirurgici (ematoma delle ferite chirurgiche. L'ematoma può interessare ogni struttura corporea e la sua gravità dipende più dalla grandezza che dalla sede in cui si sviluppa. Un piccolo ematoma della regione sottoungueale, ad esempio, si limiterà a dare una sintomatologia dolorosa. Un ematoma epatico presenteràuna sintomatologia imponente e avrà bisogno di un intervento complesso. Se l'ematoma non si risolve spontaneamente, come nel caso di coinvolgimento di vasi arteriosi o comunque di un certo diametro e quindi poco predisposti ad una emostasi spontanea, allora l'ematoma può mano a mano aumentare di volume. Le conseguenze possono essere la compressione dei tessuti contigui o la loro lacerazione (rottura di un ematoma sottocapsulare splenico o epatico con inondazione della cavità peritoneale).Una complicazione grave è rappresentata dall'infezione ed ascessualizzazione dell'ematoma. Talora nella sua risoluzione l'ematoma si trasforma in una fibrosi dei tessuti che è particolarmente noiosa a livello muscolare o sottocutaneo per la presenza spesso di calcificazioni patologiche nel contesto del tessuto.Per quanto riguarda la terapia, gli ematomi di scarsa entità guariscono spontaneamente, mentre quelli più estesi e profondi possono richiedere il trattamento chirurgico.In alcuni casi basta un semplice svuotamento dell'ematoma (eventualmente sotto guida ecografica) che va effettuato in ambiente e modalità rigorosamente asettiche, soprattutto quando si opera su strutture o organi interni. Nei casi di evoluzione in fibrosi del tessuto colpito dall'ematoma, specie a livello muscolare e sottocutaneo, possono verificarsi delle calcificazioni che causano dolore ed indurimento dei tessuti. In questi casi è necessario un trattamento incruento di terapia con onde d'urto che in poche sedute risolve generalmente il problema.
Detto anche extradurale, è la raccolta di sangue tra la dura madre e la teca cranica, più spesso in sede temporo-parietale, che ha origine da fratture tali da ledere l'arteria meningea media o uno dei suoi rami. Dopo i primi disturbi, come nel caso della commozione cerebrale, fa seguito un breve intervallo libero da sintomi, dopo il quale si presentano i sintomi dell'ipertensione endocranica (periodo di stato), con evoluzione rapida verso il coma, l'ipertermia, l'ipertensione arteriosa e disturbi neurologici che lasciano poi il posto a una caduta della pressione con midriasi, disturbi del respiro e, infine, morte. La TAC e l'arteriografia sono dimostrative. La prognosi varia a seconda della tempestività della terapia chirurgica e dal grado di alterazione del tessuto cerebrale.
Stravaso di sangue nello spazio subdurale, tra dura madre ed encefalo, causato da trauma cranico; ne vengono distinte una forma acuta e una cronica. La prima si presenta in seguito a violenti traumi cranici fratturantied è localizzata spesso sulla convessità degli emisferi, accompagnato da focolai lacero-contusivi cerebrali. Dopo un breve stato commotivo, a cui segue un breve intervallo libero, si entra nel periodo di stato, con sintomi come cefalea, vomito, sonnolenza, e poi coma, midriasi, emiparesi e crisi convulsive. Spesso i sintomi presentano un'evoluzione fluttuante. La raccolta ematica è evidenziata dall'angiografia e dalla TAC. La terapia è chirurgica ed è costituita dallo svuotamento dell'ematoma. La prognosi è riservata. L'ematoma subdurale cronico colpisce in particolar modo gli uomini anziani, soprattutto se alcolisti e arteriosclerotici, in genere dopo un trauma minimo. Ha sede sulla convessità emisferica in regione fronto-parietale, spesso è bilaterale. Dopo un intervallo libero, che può durare tra 3-4 settimane e 1-2 anni, si ha il periodo di stato, con cefalea gravativa, vertigini, turbe dell'equilibrio, disturbi psichici variabili, sintomi di ipertensione endocranica (cefalea, vomito, papilla da stasi), disturbi motori (sintomatologia analoga a quella di un tumore emisferico). L'ematoma subdurale cronico è mortale se non si interviene chirurgicamente, ma l'esito è in genere buono nel caso l'intervento è precoce. Non sono però rari postumi permanenti, come paresi e decadimento demenziale causati dalla lunga compressione cerebrale.
Emorragia che avviene all'interno del midollo spinale, solitamente confinata alla sostanza grigia. Viene provocata perlopiù dalla rottura di piccole malformazioni vascolari, oppure da traumi (caduta sulle natiche, tuffi in acqua troppo bassa ecc.). Successivamente alla comparsa di violenti dolori alle vertebre, il quadro clinico, variabile secondo la sede e l'estensione, presenta paralisi, anestesia, disturbi vegetativi e sfinterici (sindrome da sezione midollare). Il tessuto nervoso che viene sottoposto alla sola compressione può recuperare la sua funzionalità, mentre quello sottoposto anche a stiramento e torsione, come nel classico “colpo di frusta” della colonna cervicale dovuto a forte tamponamento in vettura, subisce processi degenerativi e distruttivi, provocando un danno permanente (paraplegia degli arti inferiori nelle lesioni basse e tetraplegia, cioè paralisi dei quattro arti, a livello cervicale). L'ematomielia al di sopra della quinta vertebra cervicale è in genere fatale per compromissione del centro respiratorio bulbare (morte del paracadutista). La terapia è sintomatica (roentgenterapia, antibiotici, fisioterapia)ma spesso l'ematomielìa deve essere trattato chirurgicamente.
Sinonimo di emopoiesi. Processo di formazione degli elementi cellulari del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Nel soggetto adulto l'emopoiesi è realizzata all'interno del midollo osseo, in numerosi segmenti scheletrici: coste, sterno, ossa del bacino, scapole, cranio ed estremità prossimali dell'omero e del femore. Questo processo è generato da un unico tipo di cellula (elemento progenitore multipotente), che presenta da un lato la capacità di mantenersi in numero costante, dall'altro quella di fornire elementi cellulari che, attraverso successivi processi di differenziazione e maturazione, daranno vita agli elementi maturi. La formazione di questa cellula staminale è la prima di una serie di tappe, sequenziali e ordinate, di crescita e maturazione cellulare. La cellula staminale pluripotente può seguire linee di maturazione morfologicamente e funzionalmente diverse, in base al condizionamento determinato dal tipo di stimolo o di mediatore presente. Questa procede verso due direzioni principali:
la linea linfoide da cui ha origine la linfopoiesi (linfociti B, T ed NK ovvero "NATURAL KILLER"); la linea mieloide da cui si sviluppa la mielopoiesi, processo che porta alla produzione di granulociti, monociti, megacariociti-piastrine, globuli rossi maturi.I fattori da cui dipende la sintesi dei vari elementi cellulari a partire da un unico progenitore sono in gran parte sconosciuti. Gli spazi occupati da midollo emopoietico si riducono in modo progressivo dall’infanzia all’età adulta, fino a rimanere confinati nella parte centrale dello scheletro. Durante lo sviluppo fetale l’emopoiesi avviene dapprima nel sacco vitellino (terza settimana), successivamente nel fegato (quarta settimana) e nella milza (inizio del secondo trimestre) e infine nelle ossa (fine del secondo trimestre). La maggior parte delle cellule è incapace di ulteriore divisione e, avendo vita relativamente breve, viene rimpiazzata continuamente da nuovi elementi provenienti dal midollo osseo.
Farmaci
Vitporphyrin.
Indicazioni
Trattamento dell'astenia e della depressione fisica e mentale.
Controindicazioni
È controindicato in soggetti con grave insufficienza epatica e renale, stati maniacali, malattie febbrili acute, porfiria, ipereccitabilità ortostatica.
Interazioni
Non sono state evidenziate interazioni con altri farmaci.
E’ un’ostruzione dell’albero arterioso polmonare da materiale proveniente dalle vene sistemiche o dal cuore destro. Gli emboli possono essere liquidi,solidi o gassosi. L’80% delle embolie polmonari sono provocate da materiale solido,da frammenti di trombi che partono da flebo trombosi profonde degli arti inferiori ( soprattutto dalla safena). E’ possibile che si sviluppi embolia polmonare anche in seguito al distacco di frammenti neoplastici,traumi,fratture. Ci sono dei fattori che favoriscono la formazione dei trombi venosi;tre sono quelli principali e costituiscono la TRIADE DI WIRCHOW: 1) stasi circolatoria (dovuta ad allettamento,per es.) 2)lesione endoteliale 3) ipercoagulabilità.
La SINTOMATOLOGIA dipende dal numero e dalle dimensioni degli emboli che possono essere singoli,multipli,grandi o piccoli.
Se gli emboli sono piccoli e occludono un’arteria profonda distale,l’embolia polmonare non darà una sintomatologia clinica. In questo caso il trombo verrà eliminato dal sistema fibrinolitico. Se non c’è un embolo molto grosso la sintomatologia non compare grazie all’intervento di due principali meccanismi: 1) il polmone è ampiamente anastomizzato con la rete sistemica bronchiale,per cui l’irrorazione verrà fornita non dall’arteria stenotica,ma dal sistema arterioso generale; 2) il parenchima polmonare è direttamente ossigenato dalla ventilazione alveolare. Normalmente non si ha una sintomatologia clinica,ma può instaurarsi un’ipertensione polmonare;quest’ultima viene innescata da meccanismi, di tipo nervoso e umorale,che determinano vasocostrizione. Si avrà liberazione di serotonina e prostaglandine,da parte delle piastrine del trombo,che determinano broncospasmo diffuso.
Quindi,in definitiva,la sintomatologia dipenderà dal numero e dalle dimensioni del trombo, ma anche dai meccanismi di compenso che vengono messi in atto. Nel caso di grossi trombi,comparirà sintomatologia,dovuta a fenomeni che si innescano sia a valle,sia a monte del trombo.
A valle del trombo: si ha insufficienza del riempimento ventricolare sinistro,che porta ad una diminuzione della portata cardiaca ed ad una conseguente ipoperfusione periferica di tutti i distretti. I meccanismi di compenso che si attivano,che danno origine alla sintomatologia ,sono:-vasocostrizione cutanea (pallore),che fa si che possano essere irrorati altri distretti che ne hanno più bisogno; - stimolazione cardiaca da parte del sistema simpatica(tachicardia),che è un meccanismo di compenso alla diminuzione della gittata. Se questi due meccanismi non si attivano si andrà incontro a sincope e a morte improvvisa.
A monte del trombo : si ha ipertensione del ventricolo destro,che si propaga all’atrio destro e da qui al sistema venoso. Si avrà,quindi,turgore delle giugulari,fegato da stasi,edema agli arti inferiori,oliguria.
A livello dell’apparato respiratorio:-negli alveoli non irrorati: si ha ipoossigenazione alveolare che provoca una costrizione dei bronchioli:questo è un meccanismo di compenso per non ventilare gli alveoli che non vengono per fusi a causa dell’embolia; si ha un arresto della produzione di surfactante con conseguente collasso degli alveoli.
Nel parenchima sano si ha un tentativo di mantenere costante gli scambi gassosi tramite iperpnea e tachipnea. Se non è sufficiente questo meccanismo si avrà ipossia e una ridotta saturazione di ossigeno nel sangue del circolo arterioso sistemico.
Se il paziente supera le prime ore si attivano meccanismi di recupero che sono di due tipi: 1) meccanici:-ipertensione polmonare che spinge gli alveoli nei settori più periferici; -si aprono i rami arteriosi di riserva; -si aprono anastomosi con le arterie bronchiali. 2)fibrinolisi: è il processo più importante che distrugge gli emboli.
La DIAGNOSI viene effettuata:- D-dimero:è un prodotto di degradazione del fibrinogeno. –scintigrafia polmonare con tecnezio 99m in vena –TAC multistrato del torace,AngioTAC:si esegue per avere una diagnosi di certezza; -arteriografia dell’arteria polmonare; -ECG:può dare indicazioni diagnostiche;in particolar modo,nell’embolia polmonare ci può essere un’alterazione dell’onda P che diventa più alta,più larga e,a volte,isodifasica (onda P polmonare); -Ecocardio:può mettere in evidenza un aumento del diametro traverso del ventricolo destro,un’inversione della normale convessità del setto interventricolare per la presenza di una ipertensione del ventricolo destro rispetto al ventricolo sinistro,un’inversione del setto interatriale.
TERAPIA:anche solo in caso di sospetto di embolia polmonare,senza diagnosi certa,si inizia una terapia eparinica. In caso di vago sospetto si utilizza eparina per via endovenosa. Se l’embolia è stata provocata da una flebotrombosi degli arti inferiori,la terapia anticoagulante deve essere continuata nel tempo;non si somministra più eparina ma dicumarolici per os. La terapia anticoagulante per os ha numerose controindicazioni:si può andare incontro a emorragie,ha bisogno di continuo monitoraggio,ci può essere un’alterazione dell’assorbimento per la contemporanea assunzione di alcuni cibi e bevande e farmaci con conseguente accumulo nell’organismo. Per questo sono controindicati nei soggetti anziani,con ipertensione,in pazienti con storia di ulcera duodenale;in questi casi si può somministrare eparina a basso peso molecolare per via sottocutanea.
In fine,si può praticare una terapia chirurgica utilizzando filtri cavali,soprattutto in soggetti che non possono far uso di terapia anticoagulante
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