Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Edema che investe la porzione anteriore dell'epiglottide, le pliche ariepiglottiche, le aritenoidi e la regione epiglottica e, in minor misura, le corde vocali. I sintomi iniziali sono senso di costrizione alla gola, grave sofferenza respiratoria o stridore laringeo; può portare alla chiusura completa delle vie respiratorie. Può anche costituire una manifestazione allergica e si può verificare anche in corso di shock anafilattico o di reazioni angioneurotiche come l'edema di Quincke. Rappresenta uno dei principali sintomi dell'epiglottite acuta e della laringite acuta epiglottica infantile. La terapia consiste nella somministrazione di antibiotici, nei casi infettivi da Haemophilus influenzae, mentre prevede cortisonici, antistaminici, adrenalina e assistenza respiratoria, associati ad eventuale tracheotomia, in nelle manifestazioni allergiche e nello shock anafilattico.
Sinonimo di papilla da stasi, costituisce un'alterazione della papilla ottica, che all'esame del fondo dell'occhio si presenta congestionata e sollevata, con i bordi sfumati. Si presenta quindi come un rigonfiamento delle fibre gangliari originato dall'aumento della pressione endocranica che investe il punto di connessione tra il nervo ottico e l'occhio, detto papilla.
Può avere origine da diversi fattori, come l'incremento della massa encefalica, un'insufficienza vascolare che dà un quadro di ischemia e conseguente rallentamento del flusso assoplasmatico, oppure da una infiammazione (papillite) della papilla ottica, conseguente ad una infezione (batterica, virale, parassitaria) della papilla.
Rappresenta frequentemente anche una complicanza del diabete: a causa delle variazioni del coefficiente di filtrazione, aumenta la probabilità di ostruzioni dei capillari retinici, insieme ad un aumento della pressione idrica all'interno dell'occhio.
l'edema papillare può essere localizzato, ad esempio in seguito a neoplasie, o generalizzato, ad esempio in seguito a trauma.Rappresenta anche uno dei segni caratteristici dell'encefalopatia acuta da piombo inorganico, associata a stato confusionale, vomito a getto e agitazione psicomotoria.
Accumulo di liquido nei setti alveolari e negli spazi extracellulari del parenchima polmonare, associato a congestione e dilatazione dei capillari del circolo polmonare. Il liquido, così interposto fra aria alveolare e sangue capillare, provoca un'alterazione della meccanica polmonare e della diffusione dei gas respiratori; le conseguenze sono: difficoltà all'espansione della gabbia toracica e allo scambio di ossigeno e anidride carbonica. Può determinare insufficienza respiratoria acuta, anche letale. In virtù dell'energia gravitazionale, il liquido edematoso viene disposto nei segmenti polmonari inferiori a paziente seduto, mentre in posizione reclinata viene raccolto nei segmenti dorso-posteriori. Nel caso la petologia sia avanzata, si osserva il progressivo ingombro dell'albero respiratorio da parte del trasudato fino all'emissione attraverso la bocca del paziente di un liquido schiumoso rosato, composto dal fluido edematoso mescolato ad aria e sangue. Il quadro patologico comprende tosse, dispnea intensa, cianosi, espettorato schiumoso, ipotensione sistemica associata ad aumento della frequenza cardiaca fino al collasso cardiocircolatorio. La causa più frequente è costituita da una insufficienza cardiaca del ventricolo sinistro, che genera un ristagno di sangue nei polmoni, insieme ad un aumento della pressione nei capillari e travaso di trasudato negli spazi extracellulari. Possono provocare edema polmonare acuto l'embolia polmonare, allergie sistemiche, shock, inalazione di gas tossici, sovraccarico venoso per eccessiva introduzione di liquidi per via endovenosa, in particolar modo in soggetti con disfunzioni renali, la permanenza senza acclimatizzazione a notevoli altitudini. La terapia consiste nella somministrazione di diuretici per via endovenosa, morfina, di ossigeno ed eventualmente digitalici.
Fuoriuscita dall'ano della parete anteriore del retto prolassato spinta dalle anse intestinali. Nelle forme lievi questo avviene solamente con lo sforzo per l'evacuazione. Nelle forme più gravi il retto tende a fuoriuscire costantemente dal margine anale causando incontnenza fecale, infiammazione della parete rettale, ulcerazioni e sanguinamento. La terapia, nelle forme più gravi è chirurgica.
Sigla dell'acido etilendiaminotetracetico, composto chelante. E' utilizzato come anticoagulante nella raccolta del sangue.
Informazione sui processi fisiologici relativi alla riproduzione e alla vita sessuale e orientamento a una corretta vita di coppia e di relazione con il fine di educare bambini e adolescenti a una sessualità equilibrata. L'informazione investe le strutture anatomiche e i processi fisiologici preposti alla sessualità, alla riproduzione e al suo controllo (per esempio, le nozioni relative alla contraccezione). L'aspetto informativo, però, non esaurisce il problema, bensì deve avere come scopo l'apprendimento delle relazioni umane, l'integrazione dei sentimenti e delle emozioni profonde, che inevitabilmente coinvolgono la sfera della sessualità. Una educazione sessuale basata su proibizioni e informazioni reticenti porta alla ricerca autonoma di informazioni (ad esempio tra coetanei oppure su pubblicazioni pornografiche ecc.) oltre che a una percezione della sessualità distorta, che genera ansia. Per questo, troppo spesso si osserva un comportamento immaturo e confuso e il diffondersi di modalità disfunzionali di espressione sessuale. Un primo passo per spezzare questo circolo vizioso così dannoso dovrebbe essere un atteggiamento più accogliente e disponibile dell'educatore (genitore, insegnante o animatore) verso la curiosità e il bisogno di confronto e di apprendimento, che il bambino e poi l'adolescente manifestano, quando sono messi nelle condizioni di esprimersi liberamente.
Sinonimo di dolcificanti: sostanze utilizzate per addolcire alimenti e altri prodotti che entrano in contatto con il cavo orale, ad esempio i farmaci o il collutorio. Alcuni di essi si trovano in natura, altri vengono sintetizzati in laboratorio. I dolcificanti stimolano il pancreas a sintetizzare l'insulina, l'ormone che regola il comportamento delle cellule facendogli assorbire il glucosio. Di conseguenza la concentrazione di glucosio nel sangue (la glicemia) diminuisce. L'iperinsulinemia stimola l'appetito, creando così un paradosso. Chi vuole dimagrire utilizza i dolcificanti per risparmiare calorie, ma deve poi far fronte a un senso di fame accentuato.
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