Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Criptorchidismo. Mancata discesa del testicolo nel sacco scrotale. Il criptorchidismo può associarsi ad altre anomalie del tratto genito-urinario e nel 70% dei casi riguarda il testicolo destro. Il più delle volte il testicolo si ferma nel sottocutaneo della regione inguinale od in sede sottofasciale in pieno canale inguinale. In tali casi nello scroto esiste un solo testicolo (quello disceso normalmente) e quindi l'altro è "nascosto". Questa condizione porta ad una alterazione del funzionamento del testicolo non solo in termini di produzione degli spermatozoi (riduzione) ma anche in termini di riproduzione cellulare con tendenza allo sviluppo di tumori maligni del testicolo. Sembra che ad influire negativamente sia la temperatura (il testicolo ritenuto ha una temperatura di 1 grado maggiore di quello in sede normale), bisogna quindi riposizionare il testicolo nello scroto prima della pubertà per evitare problemi di sterilità. Se invece l'intervento si effettua tardivamente le possibilità di ripresa sono minori od addirittura nulle. In tali casi si preferisce asportare il testicolo sia per evitare il rischio di neoplasie sia perché è dimostrato che il testicolo superstite talora funziona meglio in assenza di testicolo criptorchide. Il criptorchidismo è abbastanza frequente nel neonato, ma generalmente regredisce entro il primo anno, con una discesa spontanea del testicolo, attraverso il canale inguinale, nel sacco scrotale senza che vi siano interventi terapeutici. La mancata discesa al termine del primo anno di vita è da considerarsi patologica, ha una frequenza di circa 1 bambino su 100, e richiede l'intervento chirurgico.
Rovesciamento delle palpebre verso l'esterno, solitamente bilaterale, che investe maggiormente la palpebra inferiore. Vengono distinte una forma spastico-paralitica, da contrattura del muscolo orbicolare, e una forma cicatriziale; una forma senile, per scarsa tonicità della muscolatura.
Tale patologia, per la sua caratteristica, inibisce la chiusura della palpebra, con riduzione del passaggio delle lacrime dall'occhio al naso: compare così l'epìfora (eccesso di lacrime sull'occhio). Ulteriori sintomi e segni clinici sono: arrossamento, disepitelizzazione corneale (si 'sbuccia' la superficie oculare perché si secca), ulcera della cornea e cheratite.
La causa più comune è l’iperlassità dei tessuti palpebrali (le palpebre si 'allentano'),fenomeno al quale si assiste soprattutto nell’invecchiamento della persona.Altre cause possono essere: casi di infiammazione oculare, che danno origine a forme spastiche; formazione di cicatrici, successivamente a traumi oppure a interventi chirurgici. La patologia viene trattata chirurgicamente, con l'accorciamento in senso orizzontale della palpebra. Nei casi lievi si interviene invece con l'elettrocoagulazione.
Presenza di epitelio caratteristico del collo uterino a livello della portio, intorno all'orifizio esterno dell'utero. Viene definita anche ectopia o pseudo-erosione ed è un'affezione molto comune. può essere evidenziata con la colposcopia e trattata mediante diatermocoagulazione, criocoagulazione, o laserterapia.
Un eczema è per definizione un'infiammazione della pelle (dermatite) pruriginosa e non contagiosa. Il termine deriva dal greco eκζεμα: gonfiarsi. La patologia ha una patogenesi a carattere immunitario-irritativo.
L'eczema può presentarsi come un insieme di piccole macchie rosse, oppure come gruppi di foruncoli infiammati o anche come placche umide e rilevate. Provoca prurito; tuttavia, il grattarsi determina un peggioramento della situazione, anche se temporaneamente il paziente può sentire un senso di sollievo.
L'eczema è la più comune delle malattie della pelle. Può instaurarsi a qualunque età ed in persone apparentemente sane. Talvolta, l'eczema insorge perché la pelle è venuta in contatto con sostanze irritanti, soprattutto durante il lavoro. Per questo, sono particolarmente soggette all'eczema gli estetisti, i barbieri, i panettieri, i tipografi e coloro che lavorano nelle industrie chimiche.
In altri casi, invece, può essere determinato da reazioni dell'organismo, che si manifesta particolarmente sensibile a certi generi di cibo (è quindi una manifestazione allergica). La malattia può apparire in qualunque parte del corpo, ma con maggiore frequenza si instaura sulle mani, sulle gambe, sui piedi e sulle orecchie. L'eczema spesso non scompare facilmente e, in questo caso, si deve seguire un particolare regime alimentare o si deve evitare il contatto con la sostanza che lo ha provocato.
Le forme più frequenti sono l'eczema da contatto, atopico, seborroico.
Il trattamento dipende dalla forma, si somministrano cortisonici, steroidi ad uso topico, emollienti, idratanti per la pelle.
Lesioni cutanee simili a eczema che insorgono come conseguenza di altre dermatosi, a causa di un meccanismo d'irritazione cutanea diretta, o per una vera e propria sensibilizzazione allergica dovuta a grattamento prolungato o a trattamenti locali errati. L'eczematizzazione può verificarsi nella scabbia, nelle micosi, nelle piodermiti, nella psoriasi ecc.
Condizione in cui si manifesta una quantità di liquido superiore alla norma negli spazi interstiziali dei tessuti e che causa un anomalo rigonfiamento degli organi o delle regioni interessate, a cui fanno seguito alterazioni delle caratteristiche dei tessuti colpiti e della composizione del sangue, il quale è privato di parte della componente liquida. L'edema può avere origine sia dalla pressione all'interno dei capillari (stasi di origine cardiaca, compressione del distretto venoso a valle), sia da un ostacolo alla circolazione linfatica, sia da un'aumentata permeabilità capillare (edema in corso di infiammazione o di reazioni allergiche come ad esempio l'edema di Quincke), sia da una diminuzione della pressione oncotica del plasma (in corso di ipoalbuminemia).
Grave alterazione del sistema nervoso centrale (encefalo) caratterizzata da accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dei tessuti encefalici e conseguente compressione e ipertensione endocranica. L'edema cerebrale costituisce un'alterazione macroscopica aspecifica del tessuto nervoso encefalico, che si presenta nel corso di svariate situazioni patologiche, di diversa natura: encefalopatie traumatiche, anossiche, dismetaboliche, tossiche; trombosi; apoplessia. Tipico è poi l'edema cerebrale che circonda i tumori, soprattutto maligni a rapido accrescimento.L'accumulo di fluidi interstiziali è collegato al profondo sovvertimento dei normali meccanismi di autoregolazione che operano dentro la scatola cranica e che garantiscono il costante mantenimento di una giusta pressione del liquido cefalorachidiano. In situazioni patologiche, diversi meccanismi concorrono ad alterare questo delicato equilibrio,specialmente la perdita di permeabilità selettiva della membrana cellulare; il blocco dei meccanismi capaci di trasportare attivamente le varie sostanze attraverso le membrane, in modo indipendente dai gradienti di concentrazione (pompa del sodio, del calcio); l'accumulo di sostanze e metaboliti tossici; le alterazioni del pH liquorale; la carenza di neurotrasmettitori fisiologici e la presenza di neurotrasmettitori patologici. In seguito all'accumulo di liquido il tessuto nervoso va incontro a gravi fenomeni compressivi che causano, a loro volta, un ulteriore deterioramento funzionale, ostacolando la normale perfusione sanguigna. Il fenomeno è tanto più rilevante per l'inestensibilità della scatola cranica, che può consentire solo minime variazioni del volume del suo contenuto. Il fenomeno dell'edema cerebrale e la sua importanza clinica hanno acquistato una particolare rilevanza da quando, attraverso l'esame tomografico computerizzato (TAC cerebrale), si può mettere in luce la frequenza dell'evento e la sua gravità (manifestazioni tipiche sono la pressoché totale obliterazione delle cavità ventricolari, di norma ben visibili all'interno della massa encefalica, e lo spostamento delle strutture adiacenti da "effetto massa"). In diverse situazioni di coma, anche grave, l'unica alterazione morfologica riscontrabile è costituita dall'edema cerebrale.La terapia dell'edema cerebrale consiste essenzialmente sulla somministrazione di farmaci in grado, attraverso diversi meccanismi, di abbassare la pressione endocranica; in particolare vengono impiegati i diuretici osmotici (mannitolo, glicerolo), i diuretici che agiscono sull'ansa di Henle, i corticosteroidi, i barbiturici e altri sedativi. Fondamentale è, nel trattamento dell'edema cerebrale, il mantenimento di un'adeguata pressione sanguigna e di una sufficiente ossigenazione del sangue. Nei centri di terapia intensiva, per il controllo della cura e dell'andamento clinico è impiegata la misurazione diretta della pressione endocranica (pressione intracranica) mediante introduzione di un sottile catetere nello spazio ventricolare.
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