Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
le papille linguali possono essere definite come rilievi, di varia forma, della lamina propria della mucosa sui quali si dispone, seguendone il profilo, l'epitelio di rivestimento. Si descrivono quattro tipi di papille, diverse per numero, forma, distribuzione sul dorso linguale e significato funzionale: papille filiformi (o corolliformi), fungiformi, vallate e foliate.
Le papille filiformi (o corolliformi) sorgono dalla lamina propria come rilievi tozzi che, al loro apice, danno sottili propaggini secondarie, di aspetto filamentoso; quando queste ultime sono numerose, l'intera papilla assume un aspetto a corolla di fiore (pertanto si dà il nome di papille corolliformi). Poiché le papille filiformi, ripartite su tutto il dorso della lingua, sono sottoposte a continue sollecitazioni meccaniche, specialmente nel corso dell'assunzione degli alimenti e della masticazione, l'epitelio pavimentoso composto è corneificato in corrispondenza del loro apice.
Le papille filiformi hanno due funzioni. Una è meccanica: la ruvidezza che esse conferiscono al dorso della lingua serve a trattenere gli alimenti, impedendone lo scivolamento. Ciò agevola una funzione della lingua che è quella di spingere, mantenere e ripartire il cibo tra i denti nel corso della masticazione. La seconda funzione è tattile: le papille filiformi sono riccamente innervate e vengono anche considerate come meccanocettori. Fibre nervose amieliniche raggiungono le papille secondarie dove terminano libere. Gli stimoli tattili vengono amplificati a livello delle papille filiformi; infatti, corpi estranei esplorati con la lingua sembrano presentare un volume maggiore di quello reale. In stati febbrili, specialmente associati a malattie dell'apparato digerente, si ha una desquamazione particolarmente pronunciata dell'epitelio che ricopre le papille filiormi. La superficie dorsale della lingua assume allora un aspetto bianco (patina). Nelle papille filiformi mancano i calici gustativi.
Le papille fungiformi sono rilievi della lamina propria a forma di fungo, con la base ristretta e l'apice rigonfio. Sui lati di queste papille connettivali possono trovarsi papille secondarie, in genere piccole. L'epitelio pavimentoso stratificato delle papille fungiformi non è corneificato; attraverso esso traspaiono i capillari della lamina propria. Queste papille possono perciò riconoscersi, sul dorso della lingua e soprattutto all'apice dove sono più numerose, come piccoli punti di colore rosso visibili anche a occhio nudo.
Nelle papille fungiformi possono trovarsi calici gustativi che, tuttavia, sono più numerosi nelle papille vallate e nelle foliate.
Le papille vallate (o circumvallate) sono disposte, in numero di 7-11, al davanti del solco terminale che segna il limite tra corpo e base della lingua; in questa sede esse appaiono chiaramente visibili a occhio nudo.
Le papille vallate sono formate da un voluminoso rilievo connettivale cilindrico dalla cui superficie si sollevano papille secondarie; la papilla connettivale non sporge dalla lamina propria (come è invece il caso delle papille filiformi e fungiformi). L'epitelio, dalla superficie dell'organo, si affonda attorno alla papilla connettivale, raggiunge la base di questa e risale sul versante opposto. In tal modo, tutt'intorno alla papilla, viene a formarsi un profondo solco circolare (o vallo). Nell'epitelio che riveste le due pareti del vallo sono contenuti numerosi calici gustativi; il loro numero diminuisce progressivamente con l'età. Al fondo del vallo che circonda le papille vallate si aprono i condotti escretori di numerose ghiandole a secrezione sierosa pura, le ghiandole gustative (di Von Ebner). Il loro secreto, assai fluido, ha il compito di mantenere libero il vallo delle papille in modo che le gemme gustative siano sempre in grado di ricevere gli stimoli sapidi portati dagli alimenti.
Le papille foliate, rudimentali nell'uomo, sono bene sviluppate nei roditori. Si trovano sui margini del corpo linguale, subito al davanti del pilastro glossopalatino. Esse coprono un'area ovoidale dove sono disposti, parallelamente l'uno all'altro, rilievi laminari verticali della lamina propria ricoperti da epitelio. Ogni rilievo è separato dal vicino a mezzo di un solco. L'epitelio di rivestimento è pavimentoso stratificato non corneificato; sui due versanti del solco esso contiene numerosi calici gustativi. Nel fondo dei solchi si aprono i dotti escretori di numerose ghiandole gustative, a secrezione sierosa, simili a quelle annesse alle papille vallate.
Esistono 5 gusti primari: l'acido, il dolce, il salato, l'amaro e l'umami. Poiché il funzionamento del gusto è simile a quello visivo, l'uomo è in grado di percepire e di distinguere una gamma di sapori molto più vasta e complessa: ciò è dovuto al fatto che i sapori stimolano in modo diverso le papille e il cervello ne ricava una mappatura differente per ogni cibo, derivata dalla combinazioni di varie sensazioni; a ciò si aggiungano anche le differenze che intercorrono tra i cibi in termini di consistenza, calore ed odore.
Esistono tre fasce di persone, a seconda della concentrazione di papille:
Non gustatori
Gustatori normali
Super gustatori
Colonne carnose contenute nella cavità interna del miocardio.
La porzione più superficiale del derma che contiene le papille dermiche.
In anatomia, piccola formazione rilevata e circoscritta.
Emergenza del nervo ottico all'interno del bulbo oculare e raccoglie tutti gli assoni che originano dai fotorecettori della retina. Tali fibre nervose, inizialmente amieliniche, acquistano la guaina mielinica al loro passaggio attraverso la lamina cribrosa.
È definito come il punto cieco della retina.
La forma della papilla ottica è ovale con maggiore diametro verticale, con una depressione centrale fisiologica grande circa un quarto dell'intera area papillare, che non raggiunge mai i bordi della stessa. Ha un colore giallo-rosa, più pallido nella metà laterale. Sempre nella metà laterale è possibile, specialmente nei soggetti miopi, osservare del tessuto sclerale a forma di falce denominato "cono temporale".
Il margine, tipicamente netto, può mostrare un'iperpigmentazione falciforme denominata "cono pigmentato".
Anse della giunzione dermo-epidermica che si incastrano nelle creste epidermiche.
Alterazione della papilla ottica che si presenta congestionata e sollevata, con i bordi sfumati. È prova che il paziente è affetto da ipertensione endocranica.
Il rigonfiamento delle fibre gangliari originato dall'aumento della pressione endocranica che interessa il punto di connessione tra il nervo ottico e l'occhio, detto papilla.
Può essere causato da un incremento della massa encefalica, da un'insufficienza vascolare che dà un quadro di ischemia e conseguente rallentamento del flusso assoplasmatico, o ancora da una infiammazione (papillite) della papilla ottica, conseguente ad una infezione (batterica, virale, parassitaria) della papilla.
È una frequente complicanza del diabete: a causa delle variazioni del coefficiente di filtrazione, aumenta la probabilità di ostruzioni dei capillari retinici, questo causa un aumento della pressione idrica all'interno dell'occhio.
Può essere localizzato, per esempio in seguito a neoplasie, o generalizzato, per esempio in seguito a trauma.
È uno dei segni caratteristici dell'encefalopatia acuta da piombo inorganico, insieme a stato confusionale, vomito a getto e agitazione psicomotoria.
Le manifestazioni cliniche sono riconducibili a una aumentata pressione endocranica: vomito a getto, cefalea, parestesie e alterazioni a livello della coscienza.
|
<
|
novembre 2024
|
>
|
L |
M |
M |
G |
V |
S |
D |
| | | | 1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|