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Le papule perlacee della corona del glande (pearly penile papules) sono angiofibromi genitali, che si presentano sotto forma di piccole formazioni emisferiche o filiformi (papille), disposti in più file, intorno alla corona del glande. Le papule perlacee genitali sono un fenomeno fisiologico di comune riscontro sia nell'uomo (es. glande, prepuzio, solco balanoprepuziale, frenulo, etc) che nella donna (papillomatosi vestibolare fisiologica). Alla penoscopia presentano un pattern vascolare differente dai condilomi, in quanto manca la tipica punteggiatura vascolare delle infezioni da HPV papillomavirus. Contrariamente ai condilomi, le papule perlacee non richiedono particolari terapie, in quanto manifestazioni benigne, fisiologiche e non di natura infettiva.
Il test di Papanicolau esame citologico delle cellule della vagina e dell'utero raccolti con uno striscio vaginale atto ad indagare le alterazioni delle cellule del collo e della cervice dell'utero e per la diagnosi precoce e per l'identificazione dei soggetti a rischio di carcinoma uterino. noltre il Pap test può dare utili indicazioni sull'equilibrio ormonale della donna e permettere il riconoscimento di infezioni batteriche, virali o micotiche.
Nel corso di una visita ginecologica, il secreto vaginale, contenente cellule desquamate dalle pareti della vagina e dalla cervice, viene raccolto con una spatolina e strisciato su un vetrino (striscio vaginale); viene poi colorato con ematossilina e fissato in alcol. La lettura del vetrino permette di valutare lo stato delle cellule e individuare così l'eventuale esistenza di stati cancerosi e pre-cancerosi con una certezza del 95% nel caso del cancro della cervice uterina; il carcinoma dell'endometrio può invece essere evidenziato solo nel 50% circa dei casi. Lo stato delle cellule determina quadri citologici che per convenzione sono stati classificati in 5 tipi, dallo striscio normale (classe I) a quello canceroso con un gran numero di cellule atipiche (classe V). È consigliabile per tutte le donne sottoporsi a questo esame una volta all'anno.
l Pap test non è indicato per la individuazione dei tumori dell'endometrio o di altri organi dell'apparato genitale femminile.
Per quanto complessivamente il Pap test si sia dimostrato estremamente efficace nel ridurre la frequenza del cancro invasivo del collo dell'utero, come tutte le tecniche di screening presenta dei limiti intrinseci alla metodica. In particolare la sensibilità del Pap-test viene valutata in circa 60-70%. Questo significa che sono possibili falsi negativi, cioè test negativi nonostante la presenza di un tumore. La specificità del test e' intorno al 98%, cioè circa nel 2% dei casi il risultato positivo del test non viene confermato da successive indagini.
La pappa reale è una sostanza prodotta dalle api nutrici e viene utilizzata come nutrimento per le larve e per l'ape regina. Si produce attraverso stimolazione delle famiglie di apis mellifera in arnie a favi mobili a produrre celle reali.
Viene indicata come stimolante e come sostanza che rinforza il sistema immunitario, agendo anche contro la depressione e la stanchezza.
Detta anche iperplasia papillare o micropapillomatosi labiale, è caratterizzata dalla presenza di papille ipertrofiche, rivestite da epitelio simile a quello circostante. Le papille sono una variazione dell'architettura vestibolare e sono in genere distribuite nella parte laterale e posteriore sulla faccia interna delle piccole labbra e dell'introito vaginale.
Formazione patologica dell'epitelio della cute e (più frequentemente) delle mucose, costituita da proliferazioni epiteliali ramificate o lobulate, sostenute da uno stroma connettivale, nel quale scorrono i vasi sanguigni. Si localizza di preferenza nella vescica e nella laringe. Trae origine dall'azione di cause irritanti lievi ma di lunga durata o da supposte infezioni virali, ma può essere anche di natura tumorale, generalmente benigna. Il papilloma vescicale assume spesso molteplici sedi nella mucosa vescicale e anche nel bacinetto, negli ureteri e nell'uretra. Il papilloma laringeo s'insedia di solito nelle corde vocali.
Una frequente complicazione del papilloma è l'emorragia per il distacco o la rottura di papille.
Il papilloma virus è responsabile della formazione delle verruche cutanee e genitali e dei condilomi acuminati.
Si ritiene responsabile anche del cancro alla cervice uterina e dei tumori dell'utero.
na volta che l'HPV è entrato dentro la cellula fa sintetizzare alla cellula infettata due proteine chiamate E6 e E7, che si legano e inibiscono la RB protein (una proteina che serve a regolare le mitosi cellulare), il che causa divisioni cellulari incontrollate. Si pensa che questi cambiamenti fisiologici che vengono dati alle cellule infettate servano al virus per diffondersi meglio.
Gli HPV si contraggono tramite contatto diretto (sessuale, orale e cutaneo) o in luoghi poco puliti (ad esempio bagni pubblici non disinfettati a norma). Non sono presenti in liquidi biologici quali sangue o sperma. Il rischio di contrarre una infezione da HPV aumenta con il numero dei partner sessuali, ed è massimo tra i giovani adulti (20-35 anni). Il virus è più frequentemente trovato tra le popolazioni promiscue e in condizioni precarie di igiene. L'uso del profilattico non pare avere azione protettiva completa in quanto l'infezione è spesso diffusa anche alla cute della vulva e del perineo.
L'infezione da HPV è asintomatica nella maggior parte dei casi. In alcuni casi, si può invece manifestare con condilomi acuminati in sede genitale (pene e vulva, perineo). Le lesioni da HPV del collo uterino possono essere riconosciute mediante il Pap test, la colposcopia o tecniche di patologia molecolare, e le lesioni del pene mediante la penescopia.
Come in molte infezioni virali, la terapia dell'HPV è spesso problematica. Poiché tuttavia la maggior parte delle infezioni da HPV regredisce spontaneamente, solo una minoranza dei casi richiederà un trattamento. Nei casi di infezione persistente del collo uterino, non esistono attualmente trattamenti non invasivi di elevata efficacia. Nel caso l'infezione sia associata a modificazioni precancerose dell'epitelio, possono essere prese in considerazione la laserterapia o la conizzazione, ossia la resezione di una piccola parte della cervice uterina per asportare una lesione che potrebbe essere maligna o che già lo è ma di dimensioni ridotte. Per la rimozione dei condilomi acuminati della vulva, pene o perineo si può ricorrere al laser, all'elettrocoaugulazione, alla crioterapia o ad applicazioni di podofillina.
Ogni anno, in Italia, sono circa 3.500 le donne che si ammalano di cancro del collo dell’utero. Quasi la metà muore. Nel mondo ogni anno 400.000 donne si ammalano e la metà di loro muore. Si stima che il 75% della popolazione entri in contatto con il virus almeno una volta durante la sua vita.
Recentemente è stata scoperta una molecola che permette il trattamento del virus HPV, anche nella sua forma cutanea esterna (Verruca). Il farmaco prodotto si chiama Cidofovir, ed è un potente antivirale a largo spettro, maggiormente efficace perfino dell'Aciclovir. Il Cidofovir viene utilizzato principalmente in soggetti con problemi al sistema immunitario (come persone affette da HIV) nella formulazione liquida per via endovenosa, ma sono in produzione anche formulazioni per uso topico esterno (pomate) che non sono purtroppo ancora diffuse in Italia.
Nel caso dell'HPV ci sono due strategie vaccinative: preventiva e terapeutica. La prima ha lo scopo di prevenire l'insorgenza delle infezioni, la seconda (ancora a un livello sperimentale) di curarle quando sono già in atto.
Per quanto riguarda la prima strategia è già presente sul mercato, e viene distribuito gratuitamente alle ragazze di età inferiore ai 12 anni (in alcune Regioni, come la Basilicata, anche in altre fasce di età), un vaccino transgenico contenente due proteine del capside virale degli HPV 16 e 18 (responsabili del 70% dei tumori al collo dell'utero); si tratta quindi di involucri proteici (L1 e L2) detti PLV (particles like viruses), ossia particelle simili ai virus. Il vaccino è sicuro e completamente privo di virus veri e propri; ha un'efficacia pressoché totale nell'impedire l'infezione di HPV 16 e 18. Esso è inefficace solo nel curare le eventuali infezioni già in atto dei suddetti virus, perché le proteine L1 e L2 sono prodotte solo in una piccola frazione di tempo dell'infezione (quando il virus passa da una cellula uccisa all'altra). I vaccini disponibili sono il Cervarix e il Gardasil.
Per fare invece un vaccino terapeutico, cioè che curi le infezioni già in atto, si devono produrre delle proteine che vengono sintetizzate durante tutto il ciclo vitale del virus, come per esempio E6 ed E7. A questo scopo si stanno producendo e sperimentando piante transgeniche che producono questi due antigeni (ovviamente con delle mutazioni che li rendono assolutamente sicuri per la salute umana).
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