Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il Disturbo Post Traumatico da Stress si ha quando si sviluppano "sintomi tipi ci che seguono l'esposizione ad un fattore traumatico estremo che implica l'esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi o altre minacce all'integrità fisica la presenza ad un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all'integrità fisica di un'altra persona il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui e' in stretta relazione." (DSM IV R).
Il Disturbo Post Traumatico da Stress induce l'individuo a vivere in uno stato emotivo di forte allarme, appunto stress, che si manifesta con: paura intensa, il sentirsi inerme o il provare orrore (oppure, nei bambini, la risposta deve comprendere comportamento disorganizzato o agitazione), il continuo rivivere l'evento traumatico, che ha causato il disturbo da stress l'evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma, l'ottundimento della reattività generale e sintomi costanti di aumento dell'arousal. (DSM IV R).
Il Disturbo Post Traumatico da Stress, si presenta collegato a tutte quelle situazioni nella quale l'individuo subisce un "colpo violento" accompagnato dalla messa in pericolo sia sul piano fisico che su quello emotivo sia perchè lo subisce direttamente, sia perché vi assiste. Per esempio e' la modalità principe per esprimere il disagio nelle persone che subiscono violenza in genere, violenza domestica o abuso, e altrettanto frequentemente nei casi di incidente automobilistico o disastri.
La presenza di un Disturbo Post Traumatico da Stress porta con sé, quindi, la frequente rivisitazione del trauma. Ciò avviene attraverso: ricordi ricorrenti e intrusivi dell'evento Sogni sgradevoli ricorrenti durante i quali l'evento può essere ripetuto o altrimenti rappresentato Stati dissociativi che durano da pochi secondi a diverse ore, o perfino giorni, durante i quali vengono rivissute parti dell'evento ed il soggetto si comporta come se stesse vivendo l'evento in quel momento (flashbacks).
I flashbacks pur manifestandosi con breve durata determinano un malessere molto alto nelle persone che li vivono e innalzano fortemente la soglia d'allarme che mette in azione tutta la parte fisiologica con cui il nostro organismo reagisce ad un possibile pericolo seppur interno e non concretamente individuabile nella realtà. Spesso sono determinati dal verificarsi di avvenimenti o dal presentarsi di stimoli simili o associati all'evento che ha causato il trauma e cha a prima vista possono sembrare insignificanti (un odore, un colore, un oggetto, una frase, etc.)
Questo costringe la persona a mettere in atto delle strategie di difesa estremamente dispendiose sul piano delle energie emotive e fisiche per evitare tutto ciò che possa ricondurre all'evento traumatico compresi:
"pensieri, sentimenti o conversazioni che riguardano l'evento traumatico, (…)
attività, situazioni o persone che suscitano ricordi di esso." (DSM IV)
A questa strategia di difesa è collegata la possibilità di amnesie più o meno prolungate o l'assunzione da parte del soggetto di un atteggiamento che "attutisca" l'impatto degli stimoli del mondo esterno determinando la "paralisi psichica" o "anestesia emozionale". La persona ha un forte calo di interesse verso il mondo esterno e sembra che spesso le emozioni gli scivolino addosso.
Anche sul piano fisico vi e' un mutamento dei meccanismi fisiologici con un innalzamento dell'ansia e un aumento dell'attivazione corporea presente in chi percepisce un pericolo incombente. Ciò si manifesta attraverso attività fonte di stress fisico e psicologico quali: difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno.frequenti durante i quali viene rivissuto l'evento traumatico ed esagerate risposte di allarme o scoppi d'ira a concentrarsi o a eseguire compiti.
Nel Disturbo Post Traumatico da Stress, si può, quindi reagire al trauma con due modalità che possono persino presentarsi in diversa combinazione. Attraverso un potenziamento innaturale e dispendioso delle reazioni di allarme e di controllo della realtà, o attraverso un apparente "spegnimento" del meccanismo di percezione degli stimoli di pericolo e delle emozioni in genere. Apparente perché in realtà il soggetto, a differenza del caso precedente, innalza la soglia minima al di sopra della quale e' necessario proteggersi da un pericolo, esponendosi così a forti rischi e aumentando la probabilità del ripetersi di eventi traumatici che rafforza nella persona l'idea che inevitabilmente le cose per lei andranno male e che magari questo è anche colpa sua.
Cosa fare:
Considerare che chi sta affrontando le conseguenze di un evento traumatico non sta impazzendo o pagando chissà quale colpa.
Il sovraccarico causato da un trauma e' quasi sempre non affrontabile da soli. Cercate aiuto, anche quello specialistico di uno psicologo.
Difficoltà o irregolarità nell'emissione delle urine. Si presenta come sintomo di varie condizioni morbose, spesso associata a tenesmo vescicale. Tra le affezioni che determinano disuria ci sono cistite, uretrite e prostatite.
Insufficiente apporto vitaminico o cattiva utilizzazione di vitamine da parte dell’organismo. Le disvitaminosi più rappresentata è lo scorbuto che riguarda le vitamine C, PP e B. In tale condizione la mucosa orale si gonfia e le gengive sanguinano a causa dell’iperemia venosa. Una particolare forma di scorbuto quello cosiddetto del lattante o morbo di Moller-Barlow.
Eliminazione dell'urina dall'organismo. Nell'arco della giornata l'urina emessa può variare tra i 1000 e i 1500 ml. In condizioni patologiche la diuresi può risultare alterata, si parla di oliguria, nel caso in cui si producano meno di 1000 ml di urina e di polinuria quando si superino i 2000 ml. Quando la diuresi è completamente soppressa si parla di anuria.
Farmaci che aumentano la diuresi.
I diverticoli sono formazioni cave a forma di sacco, anormale e poste in comunicazione con l’apparato digerente. In pratica sulla parete del tratto digestivo si formano come dei sacchetti estroflessi, che rimangono collegati ad esso attraverso una stretta apertura, chiamata colletto. Presenti soprattutto sulla parete nell'ultimo tratto del colon ( detto sigma) possono più raramente manifestarsi anche nell'esofago e nello stomaco.Il diverticolo di Meckel è una malformazione congenita che ha origine dall'intestino tenue e viene di solito scoperta casualmente perché, se non provoca complicazioni nei bambini più piccoli (per esempio, emorragia, occlusione, perforazione), rimane per lo più asintomatica per tutta la vita. Questo diverticolo è stato descritto per la prima volta nel 1809 da Meckel ed è stato identificato come un residuo del canale onfalomesenterico. Nell'embrione questo canale mette in comunicazione il sacco vitellino con l'abbozzo dell'intestino primitivo. Normalmente il canale si oblitera e viene rapidamente riassorbito, mentre in alcuni casi persiste in tutto o in parte. Si tratta di un diverticolo vero congenito (cioé sono rappresentate tutte le tuniche della parete intestinale) ed è localizzato nella porzione terminale del tenue entro circa 90 cm dalla valvola ileo-ciecale con una disposizione antimesenterica e con un impiano a 90° sull'ansa del tenue. In un 10% dei casi viene repertato anche in posizione più prossimale. Se non si infiammano causando la diverticolite sono asintomatici e non detestano problemi.La loro presenza, chiamata diverticolosi, interessa più del 50% della popolazione oltre i 60 anni ma non da alcun disturbo, tant'è che la maggior parte della popolazione colpita da diverticolosi spesso non si accorge della malattia.
La diverticolite è una patologia, più o meno grave, caratterizzata dall'infiammazione di uno o più diverticoli. Questa provoca dolore addominale, febbre, nausea e vomito (insieme o isolati). La complicazione più temibile si verifica se un diverticolo si perfora e subentra il rischio peritonite, che richiede l'intervento chirurgico d'urgenza.
Per migliorare il transito delle feci e ridurre l'infiammazione durante la fase acuta è sconsigliabile una dieta ricca di fibre. Tra gli alimenti vanno preferiti pasta, riso, pane, uova, carne, prosciutto, patate, yogurt, tè, orzo e tisane. Meglio cuocere i cibi a vapore, al forno o lessarli.
La maggior parte dei casi di diverticolite è localizzata al colon (in particolare discendente e sigma). La malattia può presentarsi in forma acuta con forti dolori addominali, nausea e febbre e può richiedere una resezione d'urgenza della sede interessata, con o senza anastomosi. La rottura della parete intestinale in seguito a diverticolite (perforazione) porta a gravi complicanze, prima fra tutte la peritonite, con il riempimento della cavità peritoneale di colonie batteriche che aumentano seriamente il rischio di sepsi.
La diverticolite è accompagnata da sintomi come nausea, febbre, vomito, diarrea, dolore all'addome, evidenziato nelle analisi del sangue da alti valori di proteina C reattiva. Se la febbre è alta intermittente e associata a brividi, ha le caratteristiche di una febbre settica, e probabilmente è settica l'origine della diverticolite.
Una infiammazione acuta di uno o più diverticoli per lo più accompagnata da una piccola perforazione limitata al tessuto circostante, che si manifesta con dolore improvviso e acuto, localizzato preferibilmente nella parte inferiore sinistra dell'addome (per questo viene anche chiamata "appendicite sinistra"), accompagnato da febbre, nausea, stitichezza acuta che può progredire fino all’occlusione intestinale e all’aumento dei globuli bianchi
La terapia consiste nella somministrazione prolungata di un forte antibiotico, per eliminare il batterio che causa l'infiammazione. Gli antibiotici più recenti in uso agiscono ad ampio raggio, contro un elevato numero dei circa 250 principali ceppi batterici noti in letteratura scientifica, per cui non si rende necessario un esame dell'intestino e delle feci per identificare il batterio e un antibiotico mirato. Meno consigliato è l'uso di FANS e corticosteroidi che possono causare una perforazione in prossimità del diverticolo.
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