Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Membrana sierosa sottile e trasparente, composta di due foglietti che si continuano uno con l’altro: uno parietale (peritoneo parietale), che riveste la faccia interna delle pareti della cavità addominale; l’altro viscerale (peritoneo viscerale), che riveste i visceri che si trovano nella cavità, fissandoli alle pareti addominali mediante pieghe (i legamenti peritoneali dei visceri). Altre ripiegature (mesi) avvolgono le formazioni neurovascolari proprie dei vari organi, contribuendo a mantenere i visceri nella loro posizione naturale. Tra i due foglietti peritoneali esiste uno spazio virtuale (cavo o cavità peritoneale), che contiene una piccola quantità di liquido sieroso, grazie al quale i due foglietti stessi possono scorrere l’uno sull’altro, rendendo facili i movimenti attivi e passivi degli organi addominali. In seguito a processi infiammatori degli organi endoaddominali, si possono formare talvolta aderenze peritoneali responsabili di disturbi della motilità intestinale.
Infiammazione della tunica avventizia e dei tessuti situati attorno a una vena. È quasi sempre conseguente a tromboflebite e si manifesta con dolore, tumefazione e arrossamento locale.
In anatomia, si dice di ciò che è localizzato sulla superficie del corpo o nelle sue regioni esterne, lontane dal centro; per esempio, le strutture nervose lontane dal sistema nervoso centrale fanno parte del sistema nervoso periferico; oppure il sangue che scorre nei vasi lontani dal cuore e dai vasi che da esso si dipartono direttamente viene detto sangue periferico.
Sinonimo di anestesia epidurale. Metodica praticata per alcuni tipi di intervento chirurgico e nel parto. L'anestetico viene iniettato nello spazio extradurale, tra la dura madre (la più superficiale e più spessa delle tre meningi) e il canale vertebrale, e blocca reversibilmente le afferenze sensitive (dolorifiche, termiche e, generalmente, anche tattili), in presenza di uno stato di coscienza integro.
Membrana di tessuto connettivo che avvolge le cartilagini, eccetto le porzioni articolari, ricco di collagene.
Il p. fibroso agisce come un corsetto che vincola i cambiamenti di forma, mentre la cartilagine si accresce all’interno di esso a opera dei condrociti che secernono la matrice.
Tipo di ossificazione caratteristica della diafisi delle ossa lunghe. Si svolge per attività osteogenica del p., che si differenzia in periostio. Si contrappone a ossificazione endocondrale
Gli additivi comprendono: coloranti, conservanti, antiossidanti, correttori di acidità, addensanti, emulsionanti, gelificanti, stabilizzanti, edulcoranti, esaltatori di sapidità, aromatizzanti. Molti sono di origine naturale e assolutamente innocui (come l'acido citrico o l'anidride carbonica). Anche altri con nomi non comuni (come la pectina o i sorbati) sono sostanze contenute comunque in alimenti (come molti frutti). Particolare attenzione va invece riservata a conservanti e antiossidanti di natura chimica come i derivati dell'anidride solforosa, dell'acido benzoico, ecc.
Molti additivi vengono poi aggiunti per migliorare l'aspetto estetico del prodotto (coloranti) o per rendere appetibile un prodotto di scarsa qualità. Non si tratta di prodotti nocivi, ma di un inganno verso il consumatore, se l'operazione non è evidente. Esempi sono i polifosfati (E450) che in genere vengono usati per dare un aspetto gradevole a formaggi scadenti e che sono usati anche negli insaccati e nella carne in scatola. In dosi elevate sottraggono calcio all'organismo. Oppure il glutammato, molto usato in insaccati e dadi per brodo; è usato in cibi che hanno perso l'originale sapore. Tra l'altro il glutammato è uno degli additivi da evitare per chi deve moderare il consumo di sodio.
L'idrogenazione - Un acido grasso può esistere in natura sotto due forme una cis e una trans (dal latino, al di qua o al di là della catena degli atomi di carbonio) a seconda della posizione di certi gruppi. Per dare maggiore consistenza a certi grassi insaturi (liquidi), il processo di idrogenazione modifica la struttura di un acido insaturo facendolo diventare saturo e quindi solido. Si ottengono prodotti in cui la percentuale della forma trans è molto alta (30-45% circa). Secondo la ricerca attuale, la forma trans degli acidi grassi contribuisce negli Stati Uniti a qualcosa come 30.000 morti all'anno per patologie cardiovascolari. Essendo grassi saturi, possono aumentare i livelli di colesterolo, ma, soprattutto, il nostro corpo cerca di usarli come se fossero buoni, utilizzandoli per proteggere le membrane cellulari. In realtà la protezione fallisce, la cellula si ritrova con minori difese e, cosa ancora più grave, la membrana non funziona correttamente nella gestione dei minerali e dei nutrienti che passano attraverso di essa. Anche nella preparazione tradizionale della margarina viene effettuata una parziale idrogenazione; la margarina pertanto deve ritenersi un prodotto sintetico che non offre nessun beneficio salutistico.
I nitriti e i nitrati - Nitriti (E249 ed E250) e i nitrati (E251 ed E252) sono ampiamente usati come conservanti per carni in scatola e salumi (e per migliorare il sapore e il colore del prodotto; si usano a questo scopo quantità tre volte superiori a quelle necessarie come conservanti). I nitriti, se si combinano con le ammine, possono generare nitrosammine, potenzialmente cancerogene.
I nitrati di per sé sono innocui, ma in particolari condizioni (calore, ambiente acido, lunga conservazione) possono trasformarsi in nitriti (basterebbe la presenza di acido ascorbico, la vitamina C, per impedire la trasformazione, ma la legge non ne prevede l'obbligatorietà dell'impiego). Secondo l'AIRC (Ass. It. Ricerca sul Cancro) il consumo di insaccati con conservanti è una della cause accertate di cancro allo stomaco.
È quindi importante orientarsi verso prodotti che non usano additivi o usano solo additivi sicuri.
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