Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La Pityriasis Rosea del Gibert (PRG) è una malattia acuta, benigna, a risoluzione spontanea, caratterizzata da una tipica eruzione cutanea (rare le forme atipiche), con ridotti o nulli sintomi costituzionali.
Chi colpisce
Entrambi i sessi, in buone condizioni di salute, preferenzialmente tra i 10 e 35-45 anni.
Quando
La maggior incidenza la si riscontra in primavera-autunno; tuttavia sono in aumento i casi osservati durante l’inverno. D’estate invece è molto meno frequente.
Come si manifesta
Nella sua forma tipica inizia con la comparsa al tronco, alla radice delle cosce o delle braccia, di una chiazza, definita chiazza madre, rotonda od ovale, non infiltrata, a limiti netti, di colore rosa salmone, con superficie finemente squamosa. La lesione si estende centrifugamene sino a raggiungere dimensioni di 2-5 centimetri configurando un aspetto anulare per la presenza di un bordo leggermente sopraelevato rosa vivo con un collaretto di squame aderenti ed una parte centrale rosa pallido o camoscio, finemente squamosa.
La chiazza è asintomatica o lievemente pruriginosa. Dopo un intervallo di 5-15 giorni compare l’eruzione secondaria che si completa ad ondate successive nell’arco di 10 giorni.
Essa è caratterizzata da due tipi di elementi, presenti in proporzioni variabili:
1) medaglioni ovalari simili alla chiazza madre ma di dimensioni minori (1-3 cm. di diametro);
2) macule rosate a superficie liscia o finemente squamosa, di piccolo diametro (2-10 mm.)
Tali lesioni tendono a disporsi in maniera simmetrica al tronco lungo le linee di tensione cutanea, nella classica figura definita "ad albero di natale". Le altre lesioni sono confinate alla radice delle cosce, delle braccia ed al collo. Il viso è risparmiato.
Solitamente non viene avvertito alcun disturbo ad eccezione di lieve e occasionale prurito; spesso però l’eventuale sintomatologia pruriginosa non è spontanea ma secondaria all’applicazione incongrua od erronea di terapie locali (antimicotici, antisettici, ecc.) o all’irritazione provocata dal contatto con indumenti di lana o sintetici.
Evoluzione
La PRG guarisce spontaneamente in 4-6 settimane.
Forme atipiche
Accanto alla forma classica la PRG può assumere caratteri atipici nella morfologia, nella distribuzione delle lesioni, nel decorso: infatti si possono osservare:
forme intensamente squamose, simili alla psoriasi
forme con elementi a carattere papuloso, vescicoloso, purpurico, pustoloso
forme in cui la chiazza madre è assente
forme caratterizzate solo dalla chiazza iniziale
forme con elementi simili alla chiazza madre
forme limitate a pochi elementi attorno alla chiazza madre
forme localizzate ad una sola metà del corpo
forme cosiddette invertite a causa dell’interessamento esclusivo del viso e degli arti
forme localizzate a livello palmo-plantare
forme localizzate al cuoio capelluto e talora al viso
intervalli più brevi o più ampi tra la comparsa della chiazza madre e l’eruzione secondaria.
regressioni più rapide (1-2 settimane) o ritardate (alcuni mesi)
recidive uniche o multiple
Diagnosi
La diagnosi di PRG è clinica, al primo colpo d’occhio, per la morfologia, la distribuzione, la cronologia eruttiva delle lesioni e l’assenza di sintomi generali.
Di fronte alla sola chiazza madre si potrà porre il sospetto di una micosi mentre nei casi di eruzione generalizzata (specie quando manca la chiazza madre) il quadro clinico può confondersi con le tossidermie (eruzioni da farmaci), la psoriasi, il lichen eruttivo, la sifilide secondaria, gli eczemi nummulari, l’eritema dyschromicum perstans, la pitiriasi lichenoide, la tinea corporis diffusa, la dermatite seborroica.
Etiologia
L’origine della PRG è sempre stata controversa. Studi recenti indicherebbero in un virus erpetico (HHV 7) il possibile agente causale.
Terapia
Trattandosi di una malattia benigna che guarisce spontaneamente, non è indicata alcuna terapia. Occorrerà non irritare le lesioni e perciò:
si useranno blandi detergenti.
si eviterà di usare acqua molto calda.
non si indosseranno lana o fibre sintetiche a contatto della pelle.
Nelle forme pruriginose sono indicati come sintomatici gli steroidi topici. La fototerapia con UVB si è dimostrata efficace nel ridurre la durata dell’eruzione.
È un'infezione della pelle dovuta ad un fungo simile ai lieviti, detto Malassetiafurfur. Interessa prevalentemente adolescenti e adulti, anche se talora colpisce anche bambini in età scolare e raramente lattanti. Il contagio avviene per contatto diretto con le lesioni della pelle Contrariamente a quanto si crede, la pitiriasi versicolor è una malattia a bassissima contagiosità, dovuta a un fungo che vive sulla pelle e in determinate condizioni (eccessiva sudorazione, ipersecrezione sebacea) diventa attivo. Esso può determinare la comparsa di chiazze scure (caffè latte) o di chiazze chiare. Quest'ultima forma è la più frequente ed è dovuta all'azione lesiva del fungo stesso nei confronti delle cellule responsabili del pigmento della pelle. Questo spiega perché anche dopo la terapia le chiazze bianche non spariscono subito, la terapia infatti sopprime il fungo ma nulla può contro l'azione del fungo stesso. Bisognerà pertanto attendere la repigmentazione spontanea oppure stimolarla con raggi ultravioletti. Poiché il fungo "vive" sulla nostra pelle, si capisce anche il frequente succedersi delle recidive. Per evitarle bisognerà continuamente delle misure preventive anche in assenza di chiazze: da maggio a settembre cicli di sei sere consecutive di schiume antimicotiche, mentre nei periodi invernali sarà sufficiente la detersione con saponi medicati. Sarà inoltre opportuno eseguire shampoo antiforfora poiché il fungo è presente anche sul cuoio capelluto. Bisognerà pure curare i fattori favorenti quali la iperidrosi e la ipersecrezione sebacea. La terapia è generalmente topica con creme a base di acido acetilsalicilico, iposolfito di sodio, acido tartarico, miconazolo, econazolo. Per via generale è possibile usare farmaci con chetoconazolo e fluconazolo.
È un albero di piccole dimensioni, originario dell'Asia; è coltivato nel bacino del Mediterraneo, ma i maggiori produttori sono Iran, Afghanistan e Stati Uniti (California). I suoi semi vengono utilizzati nell'industria dolciaria. Di solito vengono consumati insieme agli aperitivi.
Ved. anche Frutta secca.
INFO AL. - Carboidrati: 0; proteine: 18; grassi: 56,1; acqua: 3,9; calorie: 577.
Parte edibile (pistacchi secchi con il guscio): 50; calorie al lordo: 288.
Il pisello (Pisum sativum) è una pianta con radice poco profonda e stelo che può raggiungere i due metri di lunghezza. Il frutto è un baccello verde o giallo che contiene fino a una dozzina di semi. Non si hanno notizie precise sull’origine di questo legume, che probabilmente proviene dall’Asia centrale e venne diffuso in Europa ad opera degli arii. In seguito viene citato da vari studiosi greci (Teofrasto) e romani (Columella, Plinio).
Questi ultimi testimoniano il fatto che i romani conoscevano e coltivavano due diverse varietà del legume. Attualmente l’Italia è uno dei principali produttori di piselli, con circa 2.700.000 quintali all’anno da una superficie coltivata di 40.000 ettari.
Questo legume ha un buon contenuto di proteine vegetali, è ricco di potassio (340 mg per 100 g), fosforo (101 mg per 100 g) e altri minerali. Come per gli altri legumi, le proteine dei piselli non sono equivalenti a quelle di origine animale, essendo carenti di aminoacidi solforati.
Possono essere consumati al naturale oppure utilizzati per la preparazione di molte pietanze, dalle zuppe alle minestre, alle frittate, ai contorni. Attualmente i consumatori si orientano soprattutto verso l’acquisto di piselli freschi, congelati o inscatolati, piuttosto che verso quelli secchi.
INFO AL. - Carboidrati: 11,7; proteine: 7,0; grassi: 0,2; fibre: 5,2; calorie: 77.
Parte edibile: 47; calorie al lordo: 36.
Farmaci
Algoxam, Antiflog,Artroxicam, Brexin, Brexivel, Bruxicam, Cicladol, Dexicam, Euroxi, Feldene, Flodol, Lampoflex, Oxicam, Piroftal, Piroxicam, Polipirox, Reucam, Reudene, Reumagil, Riacen, Roxene, Roxiden.
Indicazioni
Indicato per il trattamento di molte affezioni che richiedono una attività antinfiammatoria e analgesica quali artite reumatoide, osteoartrosi (artrosi, affezioni articolari di tipo degenerativo), spondilite anchilosante, affezioni dell'apparato e nella gotta acuta. Usato anche nella cura deldolore post-operatorio, della dismenorrea primaria e delle infiammazioni blefaro congiuntivali.
Controindicazioni
Da non usarsi nel periodo di gravidanza, durante l'allattamento, nell'infanzia fino ai quattordici anni e nei casi di conosciuta ipersensibilità al farmaco. La formulazione in bustine contiene aspartame e deve perciò essere evitata dai soggetti portatori di finilchetonuria. Controindicata nei pazienti con ulcera gastointestinale, gastriti, dispepsie o con diatesi emorragiche o in trattamento con anticoagulanti e in quelli che abbiano presentato reazioni allergiche all'acido acetilsalicilico o a farmaci antinfiammatori non steroidei (asma, riniti, orticaria, ecc.).
Interazioni
Interagisce con gli aminoglicosidi, anticoagulanti orali, betablocanti, metotrexate e ritonavir.
La piorrea non è un termine propriamente usato dai medici dentisti, che preferiscono invece l'accezione paradontite, per indicare l'infiammazione del paradonto (dal greco parà, intorno e odos, dente), la struttura a strati che circonda il dente. La presenza di placca e tartaro provoca una barriera (una sorta di "tappo") che impedisce all'ossigeno di passare negli strati interni del paradonto, al di sotto della gengiva. In assenza di ossigeno, i batteri anaerobi si moltiplicano, provocando l'infiammazione che, da una fase iniziale di gengivite, degenera in paradontite (o, nel termine ad accezione più comune, in piorrea). Si crea in modo permanente una solco (tasca paradontale) tra la gengiva e il dente, la cui stabilità viene seriamente compromessa. Mediante una sonda millimetrata (sonda paradontale) e una radiografia a raggi X è possibile valutare in termini quantitativi il danno apportato dalla patologia alla struttura ossea che circonda il dente. La scarsa igiene orale e la mancata rimozione della placca e del tartaro possono essere aggravati da una bassa risposta immunitaria ai batteri da parte dell'organismo o da fattori genetici (nel caso di familiari che hanno sofferto di paradontite).
La terapia preventiva di un'accurata igiene orale e della visita di controllo dal dentista possono bloccare l'infiammazione e limitare il danno ai tessuti legamentosi e ossei del paradonto. Se la patologia è già avanzata, l'unica cura è quella chirurgica, mediante l'asportazione della tasca paradontale con tecniche di chirurgia resettiva o rigenerativa.
Generalmente la paradontite ha un decorso molto lento, caratterizzato da guarigioni parziali e recidive. Esistono però anche forme particolarmente aggressive (paradontite rapidamente progressiva) causate da batteri come l'actinobacillus actinomycetemcomitans, il bacteroides gingivalis e la capnocytophaga ochracea, che attaccano pazienti che presentano un deficit di cellule immunitarie e che portano in poco tempo alla perdita di tutti i denti. Queste forme si possono curare con opportune terapie antibiotiche (tetracicline).
Leucocito che presenta gravi alterazioni degenerative e necrotiche. I piociti costituiscono la grande maggioranza degli elementi cellulari che vanno a formare le raccolte di pus.
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