Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Detta anche malattia di Werlhof, è una malattia autoimmunitaria acquisita, ad eziologia ignota, a patogenesi immune, caratterizzata da piastrinopenia dovuta a distruzione periferica e conseguente diminuzione delle piastrine e da un numero aumentato o normale di megacariociti midollari.
Esistono due forme di malattia di Werlhof una acuta autolimitantesi ad esordio infantile causata da infezioni virali e una forma cronica che colpisce gli adulti. Quest'ultima condizione è associata alla presenza di anticorpi che legandosi alle piastrine ne determinano la distruzione. Colpisce prevalentemente soggetti di eta compresa fra i 20 e i 40 anni con maggiore incidenza fra le donne. Le manifestazioni cliniche della malattia sono dominate dalle sindromi emorragiche da comparsa di petecchie e sanguinamenti mucosi. La piastrinopenia è costante.
La diagnosi di PTI, oltre ai dati forniti dall'anamnesi e dall'esame obiettivo, è legata al reperto di piastrinopenia con aumentato o normale numero di megacariocti midollari. La sopravvivenza delle piastrine autologhe è sempre ridotta e le piastrine sono per definizione ricoperte da autoanticorpi.
Nei casi più lievi non c'è bisogno di intervento terapeutico, e ci si limita a sostenere la produzione delle piastrine o in qualche caso a contrastare la reazione autoimmunitaria.
La terapia mira a innalzare il numero di piastrine e a normalizzare le condizioni dell'emostasi attraverso il blocco della produzione di anticorpi antipiastrine. In caso di mancata risposta della terapia si procede alla splenectomia cioè alla asportazione della milza.
Nella PTI acuta la guarigione avviene spontaneamente.
La porpora psicogena è uno dei disturbi di tipo psicofisiologico i cui sintomi sono aggravati da situazioni di stress emotivo al pari della dermatite atopica o seborroica, dell'orticaria o della psoriasi. A volte questi disturbi si verificano in persone che hanno una certa incapacità, difficoltà di esprimere le proprie emozioni verbalmente e che senza rendersene conto "vengono convertite" somaticamente, cioè con una manifestazione del corpo.
E' l'esempio della comparsa di chiazze, accessi, ecc.
Le varie forme di porpora (ce ne sono di diverso tipo) riguardano un'infiammazione dei vasi sanguigni, detta vasculite che li porta a sanguinare determinando la comparsa di un’ eruzione cutanea rosso o violacea chiamata porpora (da cui il nome).
È una porpora su base immunologica caratterizzata da lesioni vasculitiche asettiche, con infiltrati perivascolari, con necrosi fibrinoide e occlusione dei vasi causata da trombi piastrinici. La malattia si manifesta soprattutto nei bambini, in particolare di sesso maschile, Talvolta in seguito a un'infezione delle vie aeree superiori. Ha un esordio acuto con sintomi generali (malessere, cefalea, febbre) con manifestazioni cutanee localizzate alle natiche e alla superficie estensoria degli arti, poliartralgie (caviglie, ginocchia, anche, polsi, gomiti, dita), dolori colici addominali (talvolta con melena e positività del sangue occulto nelle feci), da interessamento renale (glomerulonefrite, ematuria, talora proteinuria) che può evolvere verso l'insufficienza renale. Una volta effettuata la diagnosi, per la terapia vengono utilizzati prednisone e deflazacort, immunosoppressori (azatioprina) nei casi con lesioni glomerulari proliferative, l'eparina (per evitare l'interessamento renale) e il dipiridamolo.
Sindrome clinica (gruppo di sindromi cliniche) determinata da un alterato metabolismo della sintesi delle porfirine a livello del midollo osseo e del fegato. È dovuta a mutazioni nei geni che regolano la biosintesi dell'eme, gruppo prostetico dell'emoglobina, caratterizzata dalla formazione di piccole emorragie delle mucose e da petecchie cutanee. La terapia dell'attacco acuto si basa sostanzialmente su presidi semplici come il controllo di eventuali squilibri elettrolitici e la somministrazione di soluzioni glucosate, mentre il trattamento cronico consiste soprattutto nel prevenire gli attacchi, spesso provocati da farmaci ( barbiturici, sulfamidici, estrogeni, benzodiazepine, alcool, ipoglicemizzanti orali, alcuni antipertensivi, antiepilettici), metalli pesanti, malattie intercorrenti, importanti cambiamenti ormonali e della dieta (restrizione degli zuccheri), stati emotivi.
I pop corn sono chicchi di mais abbrustoliti: durante la cottura l’umidità contenuta all’interno si trasforma in vapore e preme sulla scorza esterna, fino a quando quest’ultima cede, provocando il caratteristico “scoppio”. I pop corn erano conosciuti dagli aztechi, secondo le testimonianze dei conquistatori spagnoli; venivano utilizzati sia come alimento, sia come ornamento nelle cerimonie sacre.
Lo spagnolo Cobo, commentando la vita degli indigeni peruviani, nel 1650 scrisse: “Tostano un certo seme finché scoppia. Lo chiamano pisancalla, e lo usano come ornamento”. Per quanto riguarda il mondo occidentale, la sua commercializzazione ebbe inizio nel 1800 negli Stati Uniti, nazione in cui comparvero anche le prime macchine per produrre il pop corn, alla fine del diciannovesimo secolo.
INFO AL. - Carboidrati: 73,6; proteine: 8,7; grassi: 2,7; acqua: 12,5; calorie: 353
È un albero dai frutti simili al limone ma più grandi, di sapore amaro e colore giallo. Originario dell'India, in Italia è coltivato soprattutto in Sicilia. Il pompelmo rosato è una varietà ottenuta agli inizi degli anni '90 negli Stati Uniti trattando le gemme con irradiazioni di cobalto. Il frutto è ricco di vitamina C, di vitamina A (le varietà rosate) e di fibre.
INFO AL. - Carboidrati: 5,9; proteine: 0,6; grassi: 0; acqua: 91; calorie: 25.
Parte edibile: 70; calorie al lordo: 18.
Il pomodoro (Solanum lycopersicum) è una pianta erbacea annuale originaria dell'America Latina. Venne portato in Europa nel XVI sec. dagli spagnoli, con il nome di derivazione azteca ‘tumatl'. All'inizio venne considerato una pianta ornamentale e non un alimento; per molto tempo infatti si ritenne che fosse un cibo poco sano. In seguito acquisì una certa importanza nell'alimentazione umana, specialmente nelle zone mediterranee. Ebbe così inizio la sua coltivazione intensiva e, in seguito, la lavorazione industriale del frutto di questa pianta, ora diffusa in tutto il nostro Paese. La produzione mondiale di pomodori è pari a 50 milioni di tonnellate, con l'Italia al terzo posto (con più di cinque milioni di tonnellate).
Il fusto può superare i due metri di lunghezza e il frutto è una bacca di colore verde o rosso e può essere tondo, appiattito, ovale o allungato. Le varietà sono molte e possono essere suddivise in tre gruppi: pomodori costoluti (costoluto fiorentino, pantano, samar), pomodori tondi lisci (ace, Montecarlo, sunrise), pomodori allungati (Maremma, romarzano, san Marzano). Una diversa distinzione può essere fatta riguardo all'uso finale del pomodoro: in questo senso si distinguono quelli da insalata da quelli da salsa.
Nonostante sia entrato in Italia da pochi secoli, questo ortaggio è arrivato a occupare una posizione centrale nell'alimentazione del nostro Paese ed è l'emblema dei piatti più caratteristici, come pizza e spaghetti. Il pomodoro deve il suo colore rosso alla presenza di carotene, una sostanza che il nostro organismo utilizza per la formazione di vitamina A, e di licopene; inoltre è ricco di vitamina C: 100 g di pomodoro contengono infatti ben 25 mg di questa vitamina. La composizione delle diverse varietà è sostanzialmente identica. Si consiglia di consumare sempre pomodori maturi, perché quelli acerbi hanno un contenuto in vitamina C e carotene inferiore e un contenuto superiore di acido ossalico, che può favorire la formazione di calcoli.
INFO AL. - Carboidrati: 3,5; proteine: 1,0; grassi: 0,2; acqua: 94; calorie: 20.
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