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Una ragade anale è una piccola ferita lacera alla rima anale che può causare dolore, emorragia e/ o prurito. E' causata da un'evacuazione difficile di feci dure, asciutte può causare una lacerazione alla rima anale, che esita in una ragade. Altre cause sono la diarrea e l'infiammazione dell'area anorettale. Lo stress, che può determinare uno spasmo dello sfintere anale interno, può creare i presupposti per la formazione della ragade anale. Il dolore della ragade anale è dato dallo spasmo dello sfintere anale interno in seguito all'irritazione dal passaggio delle feci, specie se dure. Almeno il 50% delle ragadi anali guarisce o spontaneamente o con un trattamento non chirurgico, che comprende l'applicazione l'uso di ammorbidenti delle feci, l'evitare la stipsi, e l'uso di bagni (mettere a bagno l'area anale in semplice acqua tiepida per 20 minuti, più volte al giorno), meno efficaci le creme medicate. L'uso di un dilatatore anale tiepido è molto utile per ridurre lo spasmo dello sfintere anale interno e il dolore ad esso legato e favorire la guarigione della ragade anale stessa.
La dilatazione anale riconosce come base razionale della ragade l'ipertono del canale anale, che è in varia misura causa e/o effetto della sintomatologia soggettiva ed oggettiva. Lo sfintere anale interno può subire un restringimento spastico a causa di vari fattori patologici: stipsi con feci piccole e dure, lassativi assunti cronicamente, dissenteria, proctiti e colite, ragade. Il dilatatore anale aiuta a ridurre lo spasmo sfinterico sfruttando sia l'effetto meccanico del diametro sia l'effetto del caldo che favorisce il rilasciamento degli sfinteri anali. Mettere il dilatatore a bagno nell'acqua tiepida per 10 minuti. Sdraiarsi sul letto sul fianco di sinistra. Lubrificare con una pomata il dilatatore ed inserirlo completamente nell'ano. Tenerlo inserito per cinque minuti. Ripetere l'operazione 1-2 volte il giorno. Iniziare il trattamento usando il dilatatore piccolo e poi passare alla misura media e/o grande secondo le indicazioni del vostro coloproctologo. La durata media della terapia è di un mese. Solo nei primi giorni si potrà avvertire un leggero fastidio e notare qualche piccola perdita di sangue. Circa il 90% dei pazienti risolve il problema con la terapia medica o il dilatatore. Una ragade che non rispondere al trattamento deve essere riesaminata per valutare se esiste qualche motivo per la mancata guarigione. Tali ragioni possono includere cicatrici o spasmo del muscolo sfintere anale interno. Le ragadi che continuano a causare dolore e/o emorragia possono essere corrette da una chirurgia. La chirurgia può consistere in una piccola operazione per rimuovere la ragade ed il tessuto cicatriziale sottostante. Tagliare una piccola porzione di uno dei muscoli anali (sfintere anale interno) aiuta la guarigione della ragade e previene il dolore e lo spasmo, che interferisce con la guarigione. Il tagliare lo sfintere anale interno raramente interferisce con la capacità di controllare le feci o i gas e, di solito, può essere eseguito su base ambulatoriale o con un breve ricovero ospedaliero giornaliero. La guarigione completa avviene in alcune settimane, ma il dolore spesso scompare dopo poche ore o pochi giorni.
Più del 90% dei pazienti che necessitano di un intervento per questo problema non avrà più fastidi dalla ragade. Può la ragade portare al cancro del colon? No! Ma sintomi persistenti hanno bisogno di una rivalutazione accurata perché altre condizioni diverse dalla ragade anale possono causare sintomi simili.
Stato infiammatorio della mucosa nasale, con sintomi come bruciore alle narici, cefalea, scolo nasale, della durata, in genere, quattro o cinque giorni. Il raffreddore è generalmente causato da virus ma esistono anche forme batteriche. Per il raffreddore da fieno o raffreddore allergico, vedi pollinosi. Nei lattanti, il raffreddore può essere pericoloso dal momento che rende difficile la suzione compromettendo così l'alimentazione; possono presentarsi anche vomito e diarrea e infiammazione di organi vicini con complicazioni anche gravi (otiti, sinusiti, meningiti). La terapia consiste nella somministrazione locale o per via generale di vasocostrittori e antistaminici per bloccare la secrezione nasale, ed eventualmente di antinfiammatori e febbrifughi.
La terapia naturaledel raffreddore, invece, si basa sull'utilizzo dell'echinacea (Echinacea purpurea, Echinacea angustifolia), pianta originaria dell'America indicata come antivirale naturale e immunostimolante. L'echinacea conterrebbe un antibiotico naturale (echinacoside) e una sostanza (echinaceina) in grado di contrastare l'azione dell'enzima ialuronidasi.
Linea che segna i margini di contatto o di fusione fra due parti di una o due formazioni anatomiche simmetriche.
Sono le articolazioni superiore e inferiore che consentono al radio di muoversi rispetto all'ulna, e quindi permettono i movimenti dell'avambraccio.
Caratteristica di tessuto organico i cui componenti non sono capaci di arrestare le radiazioni ionizzanti, i quali li attraversano e possono impressionare una pellicola posta al di là del tessuto.
Trattamento terapeutico che utilizza l'azione biologica delle radiazioni ionizzanti. I mezzi tradizionali includono gli apparecchi per roentgenterapia, dai quali si ottengono fasci di raggi X, utilizzati per irradiare dall'esterno il focolaio patologico; oppure sostanze radioattive naturali (preparati stabili di radio o labili di radon) adoperate per irradiare anche dall'interno, mediante introduzione in cavità o infissione nel tessuto morboso. I mezzi radioterapici più moderni consentono l'impiego di radiazioni di elevata energia, prodotte da radioisotopi (isotopoterapia).
Caratteristica di tessuto dell'organismo che può essere sottoposto con profitto all'azione ionizzante di radiazioni. La condizione di radiosensibilità è condizionata da molti fattori: ossigenazione del tessuto, caratteristiche delle molecole che ne costituiscono le cellule o la sostanza che lo compone, momento del ciclo cellulare ecc.
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