Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Sinonimo di reflusso gastro-esofageo
Rigidità del corpo assunta dopo il decesso, dovuta all'indurimento dei muscoli.
Consente la monitorizzazione delle erezioni peniene notturne.
Durante un sonno fisiologico di 6-8 ore si verificano dalle 3 alle 5 erezioni spontanee contemporaneamente alle fasi REM. In un soggetto normale con regolari fasi di sonno REM, gli episodi erettili raggiungono una rigidità compresa tra l'80 ed il 100% con una durata media di 30 minuti ciascuno. Con tale metodica possiamo discriminare i deficit erettili organici da quelli psicogeni. Infatti gli episodi erettili notturni prescindono da qualsiasi influenza psicologica: è evidente che il paziente non può avere coscienza di tale attività erettile, sia normale che patologica, in quanto in stato onirico.
Il sistema Rigiscan Plus è costituito da:
- un’unità mobile per la registrazione dei dati (Rigiscan monitor), in grado di valutare e registrare la tumescenza e la rigidità del pene durante il sonno con un'autonomia di registrazione continua di 10 ore;
- un hardware relativo software e stampante per elaborare e stampare i dati registrati dal Rigiscan monitor.
L'unità mobile (Rigiscan monitor) è un piccolo apparecchio che, alimentato da due batterie da 9 volts, viene applicato dal paziente stesso ad una coscia, grazie all'ausilio di una fascia elastica contenitiva. L'unità è provvista di due anelli che, applicati uno alla base del pene e l'altro al di sotto del solco coronale, mediante periodici adeguamenti della loro circonferenza, calibrano le dimensioni dell'organo registrandone ogni incremento volumetrico e variazione della rigidità. La tumescenza è espressa da variazioni in centimetri della circonferenza peniena, e la rigidità da valori percentuali da 0 a 100. Per la standardizzazione dei risultati, sono stati considerati valori normali per la rigidità tre o più eventi di entità superiore al 70% di durata pari o superiore a 10 minuti ciascuno, e per la tumescenza, incrementi della circonferenza peniena pari o superiori a tre centimetri per la base e due centimetri per la punta.
Affinchè l'esame abbia un’attendibilità scevra dalla presenza di falsi positivi, deve essere effettuato in ambiente domiciliare e in condizioni di massimo confort e per almeno due notti consecutive poichè, la qualità del sonno di solito è migliore nel corso della seconda notte, per il superamento del vissuto ansiogeno rappresentato dal macchinario sia come "novità", sia per la pressione che gli anelli esercitano sul pene durante il sonno (disturbo del sonno da presenza dell’apparecchio). Infatti, alcuni Autori propongono ai pazienti di assumere dei blandi ansiolitici per garantire una migliore qualità del sonno. Quest'ultimo è, evidentemente, una delle componenti principali in grado di influenzare un tracciato Rigiscan; tale tesi, suffragata dalla letteratura internazionale, è confermata dalla nostra esperienza: i tracciati dei pazienti con disturbi del sonno o con alterazioni patologiche delle fasi REM presentano caratteristiche patologiche che possono indurre a “falsi positivi”. E’ importante, dunque, che l'esaminatore sia informato su quanto il paziente riferisce circa la qualità del sonno nelle notti indagate. Per questo, siamo soliti consegnare un mini-questionario con poche domande essenziali, mirate ad ottenere più informazioni possibili su ciò che è avvenuto durante lo svolgimento dell'esame. Con questi opportuni accorgimenti la rigidometria notturna peniena con sistema Rigiscan è, più che mai, esame fondamentale per lo screening del deficit erettile, limitando al massimo la possibilità di falsi positivi e non contemplando mai la presenza di falsi negativi. Non possiamo però conferirgli un valore assoluto, in quanto il numero degli episodi erettili e la loro durata non possono rappresentare un rigido criterio discriminativo, mentre è sicuramente suggestiva di evidente causa psicogena qualora il tracciato dimostri, inequivocabilmente, una valida attività erettile notturna. Non bisogna dimenticare, poi, che il ruolo di questa indagine va inquadrato in un più ampio complesso di indagini i cui risultati, integrati opportunamente tra loro, concorrono a formulare una diagnosi corretta.
In patologia, resistenza di segmenti corporei ai movimenti attivi o passivi, che viene determinata da ipertonia muscolare o da condizioni morbose delle articolazioni. La rigidità da decerebrazione consiste nell'ipertonia dei muscoli antigravitari ed è osservata nelle crisi toniche di origine cerebellare (cerebellar tonic fits), in relazione ad un improvviso aumento della pressione endocranica della fossa cranica posteriore (ad esempio, da tumori del cervelletto). La rigidità decorticata, che consiste nella flessione-adduzione degli arti superiori e nella flessione e rotazione interna degli inferiori, è osservata nelle prime ore in seguito ad una lesione cerebrale acuta. La rigidità della muscolatura masticatoria riscontrata nel tetano (trisma) fa spesso parte di una rigidità generalizzata di tutti i muscoli antigravitari (contrattura tetanica). Le rigidità articolari, causate dalla limitazione o dall'abolizione della funzionalità di una o più articolazioni, possono essere causate da una patologia articolare, muscolare, tendinea oppure ossea.
La reazione di rigetto, in seguito ad un trapianto di organo o tessuto, si manifesta con malessere generale e con sintomi specifici legati al mal funzionamento dell'organo trapiantato (rene, fegato, cuore, ecc.). Si distinguono reazioni di rigetto iperacute, acute e croniche. Il rigetto iperacuto si verifica pochissime ore dopo il trapianto e porta alla morte del tessuto innestato; la reazione di rigetto acuta si presenta invece nel corso della prima settimana dopo l'intervento. Infine il rigetto cronico si palesa due o tre anni dopo il trapianto e colpisce organi fino a quel momento apparentemente sani.
Insieme dei fenomeni immunologici che si verificano nell'organismo che abbia subito un trapianto di organi o tessuti e che determinano la non riuscita del trapianto stesso. Il rigetto è provocato dall'attivazione del sistema immunitario del ricevente che riconosce particolari molecole che si trovano sulla superficie delle cellule del tessuto od organo trapiantato (HLA). HLA è l'acronimo di Human Leucocyte Antigen, ovvero antigene leucocitario umano, è un complesso di glicoproteine presenti sulla superficie dei leucociti e di altre cellule. Ogni individuo ha il suo specifico HLA. Si una l'espressione “antigeni di istocompatibilità” perché sono responsabili della compatibilità tissutale, e quindi dell'accettazione o del rigetto di organi provenienti trapiantati da un altro organismo. Per la riuscita di un trapianto è indispensabile che l'HLA del donatore e del riceventi siano quanto più possibile simili. Quando non è disponibile come donatore un gemello monozigote si ricerca, con esami di tipizzazione tissutale, un donatore che condivida con il ricevente il maggior numero di determinanti HLA. Inoltre la risposta immunitaria viene appositamente repressa con un trattamento immunosoppressivo.
Vedi ametropia.
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