Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
In linguaggio medico lo stesso che eziologia.
Nevralgia caratterizzata da un dolore bruciante, continuo, spesso mal localizzabile, che compare in genere per lesioni traumatiche incomplete dei nervi mediano, ulnare o sciatico. Il dolore è spontaneo, accentuato da stimoli lievi, anche emotivi, e accompagnato da alterazioni cutanee (cute arrossata, umida, sottile), ossee (osteoporosi) e muscolari (atrofia e fibrosi). La causalgìa è attribuita all'irritazione contemporanea delle fibre sensitive e di quelle vegetative. La terapia è chirurgica (decorticazione della rete simpatica), o con trattamento endovenoso regionale con guanetidina o fenossibenzamina. Vedi terapia del dolore.
In caso di emorragia nasale (epistassi) ricorrente, causata dalla rottura di un piccolo vaso arterioso, si effettua una diatermocoagulazione, mediante ansa galvanica a punta smussata o a bottoncino; quando l'emorragia proviene da un fine reticolo venoso, si ricorre alla causticazione chimica, mediante acido tricloroacetico o nitrato d'argento.
Uso terapeutico di sostanze caustiche per distruggere escrescenze cutanee (verruche ecc.); anche la lesione causata da sostanze caustiche.
Necrosi prodotta da strumenti a estremità incandescente sui tessuti organici. Nella pratica chirurgica, la cauterizzazione è stata sostituita dalla diatermocoagulazione.
Sistema venoso composto di due voluminosi tronchi venosi (vena cava superiore e vena cava inferiore) che portano al cuore il sangue refluo da tutto il corpo. La vena cava superiore o discendente si origina dalla congiunzione delle due vene brachio-cefaliche, raccogliendo il sangue del capo e degli arti superiori e gettandosi nella parte antero-superiore dell'atrio destro. La vena cava inferiore o ascendente, che riceve il sangue venoso dagli arti inferiori, dai visceri addominali e da gran parte del tronco, nasce dall'incontro delle due vene iliache e sbocca nella parte postero-inferiore dell'atrio destro.
Cavità formatasi all'interno del tessuto polmonare in seguito a necrosi del parenchima. Caratteristica è la presenza di caverne polmonari in corso di tubercolosi attiva, in cui il focolaio di necrosi caseosa erode un bronchiolo, vi drena il materiale necrotico e si trasforma in cavità. Spesso viene eroso anche un vaso, causando perdita di sangue rosso vivo, emesso con un colpo di tosse (emottisi). Grazie all'alta pressione di ossigeno ivi presente, le caverne polmonari rappresentano un ambiente altamente favorevole alla crescita di Mycobacterium tuberculosis. In passato, la terapia delle caverne polmonari tubercolotiche consisteva nello pneumotorace terapeutico di Forlanini (vedi pneumotorace), con il quale si provocava il collasso delle pareti della caverna polmonare.
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