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La carie è una degenerazione del tessuto duro del dente causata dall'attacco di acidi che provocano la demineralizzazione del dente. Agiscono direttamente oppure favoriti dall'azione di batteri ad azione cariogena. Questi ultimi operano in due modi: possono aderire direttamente allo smalto per modificarne la struttura chimica in modo da favorire l'attecchimento di altri microrganismi della placca dentale oppure possono produrre direttamente gli acidi che attaccano e distruggono la parte dura del dente. La presenza dei batteri non è l'unico fattore determinante l'insorgenza della carie. Sono necessari infatti altre due condizioni: 1) un'insufficiente rimozione della placca batterica e dei residui degli alimenti, causata da una scarsa igiene orale o da particolari configurazioni dei denti che presentano zone difficilmente raggiungibili dallo spazzolino; 2) la presenza di un alto tasso di zuccheri nella cavità orale. Solo in presenza di zuccheri infatti i batteri sono in grado di esplicare la loro produzione di acidi.
La prevenzione consiste nella corretta igiene orale, le cui regole sono semplici ma efficaci: la pulizia dei denti dopo ogni pasto (al massimo entro 20 minuti) con un uso corretto dello spazzolino (movimento verticale dalla gengiva alla parte terminale del dente), l'uso del filo interdentale, la sostituzione periodica dello spazzolino, le visite dentistiche ogni 4-6 mesi. Può risultare utile a livello di prevenzione un'integrazione a base di fluoro prima che il processo di mineralizzazione dei denti sia completato (generalmente entro i dodici anni) e l'eliminazione dalla dieta di alimenti in cui gli zuccheri sono in grado di permanere più a lungo nella cavità orale e di attaccarsi più facilmente ai denti, come le caramelle, le gomme da masticare o i cioccolatini.
Vedi mitosi.
Insieme dei cromosomi che per numero e morfologia sono caratteristici di una specie. Nell’uomo il cariòtipo di tutte le cellule somatiche comprende 46 cromosomi.
Generalmente quando l'ovulo è fecondato l'embrione acquisisce 23 cromosomi dalla madre e 23 dal padre.
Farmaci capaci di ostacolare o di rimuovere il ristagno di gas nel tubo digerente. Agiscono con vari meccanismi: aumento della motilità intestinale (anice, finocchio); adsorbimento dei gas (carbone vegetale e animale, caolino); rallentamento della produzione di gas (antisettici, disinfettanti intestinali).
E' l'insieme delle masse muscolari striate e dei tessuti che vi aderiscono (grasso, frattaglie, vasi sanguigni e linfatici, nervi) degli animali da macello e da cortile e della selvaggina. Il muscolo si compone di fasci grossolani di fibre, ciascuno dei quali è avvolto da un involucro di tessuto connettivo: più le fibre sono brevi, più la carne è tenera e digeribile. Il tessuto muscolare è in stretto rapporto con il tessuto connettivo, che è di colore biancastro ed è costituito da collagene e fibre elastiche; il tessuto adiposo è formato da cellule in cui sono depositati in abbondanza grassi neutri (trigliceridi) e lipidi complessi. Il colore dei muscoli è dovuto al contenuto di mioglobina, proteina contenente ferro, analoga all'emoglobina del sangue.
Trasformazione del tessuto polmonare che assume l'aspetto di tessuto muscolare. Si verifica nelle stasi polmonari croniche dei cardiopatici e nelle polmoniti subacute.
La carnitina è una sostanza identificata per la prima volta nel 1905 da Gulewitsch e Krimberg nell'estratto di muscolo bovino. È sintetizzabile dall'organismo a partire da due amminoacidi: lisina e metionina.
Una carenza di carnitina può essere in relazione con varie patologie, fra cui la sindrome da affaticamento cronico e quella da morte improvvisa. Nel 1973, sono stati descritti per la prima volta gli effetti della carenza di carnitina in associazione ad una miopatia grave con accumulo di acidi grassi non ossidati nel muscolo scheletrico. La sindrome è da allora nota come deficit primario di carnitina.
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