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Disaccaride (formato da due molecole di monosaccaridi) che deriva dalla combinazione di una molecola di glucosio con una di fruttosio. Il saccarosio rappresenta il comune zucchero da cucina, molto apprezzato come dolcificante, ed è ottenuto principalmente dalla canna da zucchero e (per esempio, in Italia) dalla barbabietola da zucchero.
Sostanza di sapore dolce, che possiede un potere dolcificante circa 500 volte maggiore rispetto a quello dello zucchero. Presa ad altissime dosi (peraltro molto oltre quelle previste dall'utilizzo come dolcificante) si è dimostrata cancerogena per gli animali, per cui ne è stato vietato l'uso come additivo nell'industria alimentare e in alcuni paesi è stata ritirata dal commercio. La saccarina, il cui nome chimico è acido ortosulfamidobenzoico, è stata il primo dolcificante sintetico ed è stata scoperta nel 1879.
Enzima che idrolizza il saccarosio catalizzandone la scissione in fruttosio e glucosio, e che appartiene al gruppo delle invertasi.
Forma terapeutica indicata nelle artropatie croniche, nelle nevralgie e nelle sinoviti, che consiste nel coprire il paziente, per tempi variabili e via via crescenti dai 5 minuti fino a 20-30, con uno strato di circa 4 cm di sabbia asciutta e calda. A volte, si prepara la sabbia macerandola con alghe. Durante le applicazioni, è fondamentale proteggere il capo dal sole.
Rumore emesso durante il sonno dovuto al restringimento delle vie respiratorie.
Formazione crostosa caratterizzata da colorito brunastro che solitamente ricopre una lesione ulcerosa. Tende ad assumere una forma conica a causa del sovrapporsi di più strati al centro della lesione rispetto alla periferia. Viene riscontrata in bambini già molto deperiti e con lesioni varicellose precedenti, su cui si instaurano manifestazioni gangrenose multiple (rupia escarotica, o dermatite gangrenosa dei bambini); nel periodo secondario della sifilide (rupia sifilitica), con caratteri di malignità; nel pemfigo e nell'ectima.
Sintomo di alterazione del sistema extrapiramidale, in virtù del quale il movimento passivo di un arto, per esempio, di estensione del braccio rispetto all'avambraccio, fa sentire alla palpazione un cedimento brusco, a scatti, del bicipite, come se l'arto fosse inserito in una ruota dentata. Si manifesta nel morbo di Parkinson, ma anche in alcune paresi. Scompare durante il sonno.
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