Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Quello che comunemente chiamiamo zucchero è un tipo di carboidrato disaccaride, altrimenti detto saccarosio. Esistono naturalmente altri tipi di zuccheri, dal fruttosio (presente nella frutta e nel miele ma anche sintetizzato in forma di cristallo, come il più comune saccarosio), al lattosio (presente nel latte), al glucosio (esempio di zucchero semplice direttamente assimilabile dal corpo umano). Primaria fonte di energia per i processi chimici del metabolismo, l’aggiunta di zucchero agli alimenti consumati (sciroppi, succhi di frutta, piatti precotti e bevande in genere) ne aumenta l’appetibilità ma contribuisce a innalzare l’apporto energetico. Cento grammi di zucchero, indipendentemente dal tipo di zucchero (semplice o complesso) forniscono circa 400 calorie (per l’esattezza 392).
Poiché un semplice cucchiaio di caffè corrisponde a circa 5 g, l’aggiunta di saccarosio al caffè o al tè può far crescere di molto l’introito giornaliero (tre caffè al giorno con un cucchiaino di zucchero equivalgono già a 120 calorie per poco “visibili”). Per questo motivo si usa sostituire nelle diete e in regimi alimentari controllati lo zucchero aggiunto alle bevande con sostanze sintetiche ad apporto calorico nullo o trascurabile.
Il saccarosio è di origine vegetale ed è estratto dalla canna da zucchero e dalla barbabietola, ma anche da altri vegetali, come il mais dolce, l’acero canadese e il sorgo. Nel caso della canna da zucchero, essa viene raccolta e macinata, mentre per la barbabietola è necessario anche bollirla a una temperatura di 80 °C. Quindi segue un processo di depurazione sempre ad alta temperatura, la sbiancatura (anche nel caso di zucchero greggio) effettuata con anidride solforosa e una fase di concentrazione che fornisce cristalli di saccarosio di grosse dimensioni e di colore marroncino. In questa fase persiste una notevole percentuale di fibra e di sali minerali.
Se si procede nella raffinazione per ottenere un prodotto più puro, si esegue un filtraggio con carbone, una successiva sbiancatura con idrosolfito e infine una cristallizzazione per ottenere cristalli piccoli di dimensioni più regolari. L’ultima fase più prevedere anche una colorazione per rendere il prodotto più attraente ed eliminare una possibile venatura gialla che può persistere anche dopo la seconda sbiancatura. A volte nello zucchero greggio è praticata l’aggiunta di colorante (generalmente l’E150c).
Nonostante un luogo comune ben radicato, lo zucchero integrale (non sottoposto a raffinazione) ha lo stesso apporto calorico di quello raffinato (nella raffinazione si perdono fibre ed elementi di scarso valore nutritivo) e pertanto non è un sostituto valido nelle diete dimagranti. Stessa cosa vale per lo zucchero di canna (362 kcal/100 g contro 392).
INFO AL. - Carboidrati: 98; proteine: 0; grassi: 0; acqua: tracce; calorie al lordo: 392.
La zucca è una pianta proveniente dall'America centrale. Questa famiglia di vegetali (le Cucurbitacee) comprende molte varietà, differenziate per forma e dimensioni. Quelle utilizzate a scopo alimentare sono le zucche 'pepo' (Cucurbita pepo), note come zucchine, che vengono consumate acerbe, le zucche 'massime' (Cucurbita maxima), più grandi e con la polpa di colore giallo vivo, le zucche 'moscate', dette anche popone (Cucurbita moscata), di forma allungata e con polpa gialla. Anche i fiori sono commestibili.
La zucca è molto ricca di caroteni mentre è povera di calorie; zucca e zucchine danno cioè un basso apporto calorico. Le zucchine, inoltre, poiché vengono consumate acerbe, sono particolarmente carenti di principi nutritivi. Per quanto riguarda la conservazione, le zucchine durano tre-quattro giorni in frigorifero, mentre le zucche intatte possono durare anche sei mesi, in un luogo asciutto. Per conservare il contenuto vitaminico è opportuno cuocerle a vapore oppure in forno a temperatura media.
INFO AL.
Zucca Carboidrati: 3,5; proteine: 1,1; grassi: 0,1; acqua: 94,6; calorie: 19.
Parte edibile: 81; calorie al lordo: 16.
Zucchina Carboidrati: 1,4; proteine: 1,3; grassi: 0,1; acqua: 94,6; calorie: 12.
Parte edibile: 88; calorie al lordo: 11.
Allucinazione visiva nel corso della quale il paziente vede animali quali topi, rospi, scarafaggi ecc., che corrono qua e là, salgono su muri, si arrampicano sul letto, invadono la stanza, e si affanna a dar loro la caccia o ad allontanarli; altre volte lo terrorizza la visione di serpenti e di belve. È tipica del delirium tremens e della crisi di astinenza nell'alcolismo cronico.
Azione igienico-sanitaria volta a prevenire, individuare e curare le zoonosi.
Si riferisce a quelle malattie che colpiscono sia gli animali sia gli uomini, con possibilità di reciproco contagio. Per questo motivo alcuni autori preferiscono definire le zoonosi come antropozoonosi. Zoonosi sono le brucellosi, il carbonchio, la lebbra, la peste, la tubercolosi bovina, alcune salmonellosi ecc.
Perversione sessuale che utilizza gli animali per raggiungere l'eccitamento o il soddisfacimento sessuale. La zoofilia erotica, bestialismo o, più tecnicamente, zooerastia si designa la pratica parafiliaca umana di accoppiarsi o avere rapporti sessuali con animali.Nel linguaggio comune lo stesso significato viene attribuito alla parola zoofilia senza ulteriore specificazione, per assonanza con le altre parafilie.
Una zona erogena è un'area del corpo umano, spesso un organo o parte di esso, la cui stimolazione esterna è legata all'eccitazione e al piacere sessuale.
Si distinguono in due categorie: quelle primarie e quelle secondarie.
Le zone erogene primarie sono strettamente correlate all'orgasmo e sono localizzate coinvolgono l'insieme degli organi genitali esterni (per gli uomini lo scroto e i testicoli, per le donne le labbra vulvari, l'ingresso della vagina e il pube, l'ano e il clitoride.
Per quanto riguarda le zone erogene secondarie, possono essere distinte in tre localizzazioni, la cui forza erogena si sviluppa in senso ascendente:
Le zone erogene extra-genitali, la cui intensità e superficie sono molto variabili da una persona all'altra, in base al grado di risveglio erotico e alla vitalità (energia vitale).
Le zone erogene para-genitali (la parte inferiore dell'addome, la regione del ventre e quella del perineo), sono quasi identiche sia nell'uomo che nella donna e hanno, in entrambi i casi, quasi lo stesso potenziale erogeno.
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