GIST
Di dr.AlisaManca (del 25/09/2007 @ 13:11:34, in Lettera G, visto n. 3274 volte)
sono i più comuni tumori del tratto gastroenterico,anche se rappresentano soltanto lo 0.2% della totalità. Hanno origine mesenchimale (non epiteliale) e tra i tumori di questa origine,rappresentano l’80% di essi. L’incidenza è maggiore in soggetti con età compresa tra i 40 e 60 anni e non c’è grossa differenza tra i due sessi. Solo recentemente sono stati considerati come una patologia a sé stante rispetto ai leiomiomi,leiomiosarcomi,tumori a cellule fusate con i quali,erroneamente,venivano classificati. Venivano,infatti,considerati come dei sarcomi; in realtà non lo sono perché presentano un comportamento differente da essi in quanto non rispondono alla chemioterapia. Sembrano originare dalle cellule di Cajal,che fanno parte del plesso neurale delle strutture intestinali; al microscopio ottico si evidenzia una commissione di elementi neuronali e miogeni. Ciò che rappresenta il criterio diagnostico per eccellenza è la positività del recettore c-Kit espresso nel 95% dei tumori di questo tipo. I GIST non derivano da una trasformazione maligna delle cellule di Cajal,ma probabilmente hanno un comune progenitore,cioè derivano da una stessa cellula staminale che si differenzia o in cellula di Cajal del plesso neuronale-enterico o in cellula che darà origine alla forma tumorale. Clinicamente sono spesso asintomatici,soprattutto se di piccole dimensioni e in fase precoce; divengono sintomatici quando sono molto estesi. Rispetto ad altri tumori che crescono invadendo il lume intestinale,dando stenosi o sanguinamento,i GIST che crescono nello spessore intestinale hanno un tipo di crescita che porta a dislocare le strutture adiacenti; quindi divengono sintomatici solo quando diventano di grosse dimensioni. I sintomi e i segni sono correlati alla localizzazione e alle dimensioni del tumore: vago senso di dolore addominale,emorragie del tratto gastroenterico,anemia,colo ponderale,addome acuto. Nel 50-50% l’origine è in sede gastrica,che è quella più frequente;nel 20-30% dei casi si localizzano a livello del tenue e del colon;nel 10% dei casi nel retto;nel 5% nell’esofago;nel 5% dei casi può originare dal retroperitoneo o dal mesentere. Ci sono due tipi istologici che si osservano più di frequente: 1) cellule fusate,nel 70% dei casi; 2)cellule epitelioidi,nel 30% dei casi; 3) di tipo misto. In questo tipo di tumore definiamo l’aggressività in base alle dimensioni e all’indice mitotico. Abbiamo parlato in precedenza di una spiccata positività per il recettore c-Kit;questo è un recettore tirosin-kinasico,transmembrana,che con la sua porzione fuori la membrana lega il ligando specifico,che in questo caso è il SCF (stem cell factor); ha anche una porzione intra-membrana e un dominio citoplasmatico. Quest’ultimo è la parte attiva del recettore:dopo il legame con il ligando,il recettore si omodimerizza e si attiva la funzione tirosinkinasica intracitoplasmatica che a sua volta attiva tutta una catena di eventi intracitoplasmatici fino alla trascrizione nel nucleo che controlla le funzioni di crescita di crescita cellulare. Il c-Kit è espresso non solo in questo tipo di tumore,ma anche in molti tessuti normali dove ha funzione regolatoria nell’ematopoiesi,melanogenesi,gametogenesi,sviluppo delle cellule di Cajal. L’attivazione di c-Kit è importante per la regolazione di numerosi funzioni cellulari quali:proliferazione,differenziazione,apoptosi,adesione/chemiotassi. Nei GIST il recettore è presente sempre mutato e questa mutazione fa si che il recettore si attivi indipendentemente dal ligando SCF. Questa attivazione,definita costitutiva,è continua. Vengono continuamente inviati segnali di trascrizione nucleare e di proliferazione cellulare,ma è bloccata l’apoptosi. Andiamo a vedere quali sono le indagini che si fanno per arrivare ad una stadiazione: TAC addominopelvica con o senza mezzo di contrasto; endoscopia; test di funzionalità epatica; analisi del sangue; 18FDG-PET,per il quali questo tumore presenta una spiccata captazione; quadro chirurgico. Importante è l’approccio chirurgico:è importante riuscire ad asportare completamente il tumore. Bisogna eliminare tutto il tumore ricoperto da una pseudocapsula. Questi tumori,essendo molto voluminosi presentano aree di necrosi che possono rompersi e dare sanguinamenti peritoneali. Sono tumori che recidivano frequentemente;solo il 10% dei pazienti rimane libero da malattia dopo terapia chirurgica. Per trattare la recidiva di questa neoplasia non resecabile,in pazienti c-Kit positivi,viene usato un farmaco che blocca il recettore c-Kit che si chiama gleevec. Il c-Kit,come abbiamo detto,si trova espresso un po’ in tutti i tessuti; è la dose somministrata che ci permette di andare ad agire dove c’è elevata proliferazione e di avere effetti trascurabili in altri tessuti.