La vaselina è un idrocarburo paraffinico ottenuto dai residui della distillazione del petrolio.
Il composto fu individuato nel 1859 da Robert Chesebrough che si occupava d'impianti di sostanze paraffiniche negli impianti di perforazione. Diede alla sostanza il nome di vaselina, composto dalla parola tedesca wasser (acqua) e dalla greca elaion (olio).
Oggi la vaselina di miglior qualità è usata in campo farmaceutico per la produzione di pomate, creme, cosmetici, gel per le labbra, antifunghi, prodotti per l'infanzia e l'igiene. La vaselina viene utilizzata anche in oli da massaggio ed in oli medicinali arricchiti con zinco, acido fenico. Essendo un derivato del petrolio, una normativa europea del 2004 ha però considerato il petrolato (o paraffina o olio di vaselina), una sostanza potenzialmente cancerogena; altri studi, hanno evidenziato correlazioni tra uso di paraffina in cosmesi e tumori epatici. Poichè la natura ci offre molte sostanze demoaffini, come olii vegetali (oliva, mandorle dolci, argan, burro di karitè) è una cosa abbastanza inutile utilizzare qualcosa di sintetico.
La vaselina è una miscela eterogenea di oli pesanti (25 atomi di carbonio) e di idrocarburi paraffinici saturi, sia solidi che liquidi, ricavata dai residui del petrolio: dalla distillazione dei petroli si ottengono alcune frazioni lubrificanti, sottoposte successivamente a raffinazione. Dapprima, le frazioni ottenute vengono accuratamente lavorate con acido solforico, poi neutralizzate con la soda e lavate; nell'ultimo passaggio della raffinazione, queste vengono decolorate con appositi carboni decoloranti e, infine, filtrate.
La consistenza della vasellina è molle, cerosa al tatto ed untuosa; la struttura appare amorfa ed omogenea. In genere, la vaselina è inodore ed incolore; talvolta risulta gialla translucida-semitrasparente.
Essendo un derivato dal petrolio, è facilmente comprensibile come la vaselina sia insolubile in acqua e solubile nel benzene, nel cloroformio e negli idrocarburi aromatici in generale.
La vaselina fonde a 37°C ed il punto di ebollizione raggiunge i 302°C; il composto idrocarburico non si ossida al contatto con l'aria.
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