Emorragėa cerebrale
Di riccardo (del 07/03/2014 @ 16:21:33, in Lettera E, visto n. 1262 volte)
Emorragia provocata dalla rottura di vasi che irrorano il cervello. Nel soggetto giovane è dovuta alla rottura di malformazioni vascolari; nell'adulto e nell'anziano è generalmente conseguenza dell'ipertensione. Le circostanze che la scatenano sono costituite da crisi ipertensive in occasione di pasti copiosi, emozioni, sforzi fisici, esposizioni prolungate al sole. Si distinguono vari tipi di emorragìa cerebrale. La grande emorragia capsulare (a livello della capsula interna) - o, meglio, capsulo-lenticolare, perché si verifica nella zona lenticolare che ha inizio, originando dalle arterie perforanti di derivazione silviana - è detta anche tipica (60%), ed è di solito legata all'ipertensione arteriosa. Essa presenta insorgenza acuta - perché il sangue fuoriesce ad alta pressione, infiltrando e distruggendo il tessuto cerebrale circostante, con la possibilità di raggiungere anche il talamo o di inondare i ventricoli cerebrali ed espandersi rapidamente ad altri distretti cerebrali - con alterazione della coscienza (coma), imponenti fenomeni neurovegetativi e turbe neurologiche (deviazione coniugata del capo e degli occhi, maggior ipotonia da un lato, crisi di ipertonia generalizzata). Nei due terzi dei casi l'evoluzione è infausta, nel giro di poche ore o di pochi giorni; in un terzo dei soggetti - quelli che hanno subito un evento relativamente limitato - si osserva una stabilizzazione e anche un miglioramento delle turbe della coscienza e delle alterazioni neurovegetative, mentre viene evidenziata più chiaramente l'emiplegia. I postumi sono comunque gravi: emiplegia o emiparesi, afasia, decadimento psichico. Un'altra forma di emorragìa cerebrale è l'ematoma cerebrale spontaneo, dovuto in genere alla rottura di un aneurisma dell'arteria cerebrale media o di una malformazione artero-venosa: il sanguinamento, che respinge il tessuto cerebrale piuttosto che distruggerlo, si manifesta con coma progressivo, associato a emiparesi, seguito da una fase di regressione parziale e, dopo una o due settimane, da un inesorabile aggravamento associato a coma profondo (sviluppo in due tempi). Si presentano inoltre: emorragie cerebro-meningee o meningo-cerebrali, con inizio rispettivamente dal parenchima cerebrale e dallo spazio meningeo; più rare sono infine le emorragie sottotentoriali (così vengono detti i sanguinamenti localizzati in sedi cerebrali poste al di sotto del tentorio del cervelletto, cioè nel cervelletto stesso o nel tronco encefalico). Accanto a questi grandi accidenti emorragici, tuttavia, l'ipertensione arteriosa provoca frequentemente microemorragie multiple, per lo più asintomatiche (slit hemorrages), che sono tuttavia chiaramente riconoscibili all'esame autoptico dei pazienti ipertesi. Nei casi di emorragìa cerebrale si impone il ricovero d'urgenza presso un centro specializzato per eseguire TAC, rachicentesi, angiografia cerebrale, allo scopo di accertarne l'origine, distinguendola dall'infarto, e di orientarne la terapia. La cura specifica si avvale di soluzioni ipertoniche di glicerolo o mannitolo contro l'edema cerebrale, di farmaci coagulanti e di provvedimenti rianimativi generali (vedi ictus); vanno inoltre garantite adeguata idratazione parenterale, equilibrio elettrolitico, prevenzione delle lesioni da decubito, svuotamento vescicale asettico, mantenimento della pervietà delle vie aeree superiori, prevenzione delle infezioni. La terapia chirurgica pone ancora oggi grandi problemi di indicazione. Gli studi dimostrerebbero la sua efficacia in caso di ematomi cerebellari che comprimono il tronco encefalico, in caso di ematoma intracerebrale o di emorragia subaracnoidea.