Boerhaave, Sindrome di.
Di riccardo (del 18/02/2014 @ 16:34:57, in Lettera B, visto n. 1405 volte)
Documentata per la prima volta del medico olandese Herman Boerhaave, da cui prende il nome, consiste perforazione transmurale dell'esofago (ossia dell'intera parete)dovuta all'eccessivo rigetto che accompagna alcuni disordini alimentari come anoressia e bulimia, anche se in rari casi può essere provocato da una tosse forzosa o da altre situazioni. La triade classica di Meckler riguardo ai sintomi include il vomito, dolore nella parte bassa del torace e enfisema sottocutaneo a seguito di abuso di cibo o alcool, ma ciò si osserva in meno della metà dei casi. Gli esiti più comuni a seguito di radiografie toraciche per quanto riguarda le rotture esofagee spontanee (SER) sono: versamenti pleurici (91%) e pneumotorace (80%). Il sintomo iniziale del problema può essere lo pneumomediastino o l'enfisema sottocutaneo. Fino al 12% dei pazienti sofferenti di SER possono risultare negativi ad una radiografia del torace. Una radiografia esofagea con mezzo di contrasto è diagnosticamente efficace nel 75%-85% dei casi. Si pensa che la rottura esofagea nella Sindrome di Boerhaave sia il risultato di un improvviso aumento della pressione interna esofagea prodotto durante il vomito, quasi come un effetto di non coordinazione neuromuscolare che impedisce il rilassamento del muscolo cricofaringeo (uno sfintere che si trova all'interno dell'esofago). La Sindrome viene comunemente associata all'eccessivo consumo di cibo e/o alcool. La localizzazione più comune della lacerazione è nella parete posterolaterale sinistra del terzo tratto dell'esofago, 2–3 cm prima dello stomaco. Le cure includono l'immediata terapia antibiotica per prevenire la mediastinite e la sepsi, la riparazione chirurgica della perforazione e, in caso di copiose perdite di liquidi, dovrebbe esservi associata anche una terapia endovenosa dal momento che la reidratazione orale non è ovviamente possibile.