Depressione e disturbo post traumatico da stress -
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Depressione e disturbo post traumatico da stress
Di riccardosimoni (del 13/03/2014 @ 23:40:07, in Lettera D, visto n. 2019 volte)


Oggi possiamo affermare che la depressione è legata alla diminuzione dei fattori neurotrofici neuronali: 1) per cause primitivamente genetiche predeterminate 2) per azione dello stress dovuto al fattore ambientale che causa una neuro tossicità mediata dalle catecolamine che inibiscono a livello del DNA la produzione dei fattori neurotrofici stessi). Lo stress agisce come cause acquisita, non predeterminata, non solo nei soggetti che hanno una predisposizione ma anche nei non predisposti. Traumi di livello tale da poter indurre un PTSD si verificano nel 55% della popolazione generale e più frequentemente si verificano in individui di sesso maschile mentre il PTSD si riscontra più frequentemente nel sesso femminile con un rapporto di 2:1 a dimostrazione di una maggiore suscettibilità delle donne a sviluppare il disturbo. Lo stupro rappresenta l’evento che più facilmente induce il PTSD, mentre l’evento che più frequentemente viene riscontrato in pazienti affetti è la morte improvvisa e traumatica di un parente o un conoscente. Il quadro clinico che ne deriva si caratterizza per: - ripetuta esperienza di rivivere l’evento (sintomi intrusivi): l’evento traumatico è rivissuto durante la veglia attraverso ricordi ricorrenti ed invasivi e flashback (esperienza di rivivere l’evento riprovando le stesse sensazioni terrificanti),o durante il sonno tramite incubi notturni riferiti all’evento traumatizzante. - evitamento degli stimoli associati al trauma (pensieri e situazioni che ricordano il trauma) con intenso malessere per l’esposizione ad eventi che ricordano il trauma (scene simili, anniversari dell’evento scatenante, ecc.); anche l’amnesia psicogena (difficoltà a ricordare importanti aspetti del trauma) che spesso si verifica nei pazienti affetti rientra nel fenomeno dell’evitamento - distacco emotivo dall’ambiente o numbing con anedonia, apatia, abulia, depersonalizzazione affettiva - sintomi di ipervigilanza (difficoltà ad addormentarsi, irritabilità, iperallerta, esagerata risposta agli stimoli, disturbi di concentrazione/memoria) I pazienti affetti dal PTSD presentano episodi in cui si verifica un’intromissione nella vita attuale dell’evento: durante la veglia, può trattarsi di vividi ricordi o immagini che irrompono nella mente con carattere scenico, vissuti con intensa partecipazione affettiva, fino a veri e propri fenomeni di flashback ovvero episodi dissociativi in cui il paziente si sente ed agisce come se l’evento si stesse verificando di nuovo; durante il sonno possono, invece, aversi incubi così intensi da far svegliare la persona di “soprassalto” in preda al terrore da cui deriva una forte angoscia prima di andare a dormire. .Anche l’amnesia psicogena rientra nei fenomeni di evitamento anche se ad un livello inconscio. Il termine “numbing” significa paralisi emozionale-affettiva e si caratterizza per un senso di intorpidimento ed insensibilità al mondo circostante. Il paziente non presenta più le normali reazioni emozionali cosicché sono annullate paura ed orrore, ma anche gioia e felicità. E’ inoltre presente un senso di distacco ed estraneamento dagli altri che comporta una progressiva compromissione delle relazioni interpersonali con il paziente che risulta freddo e distaccato nei confronti dei suoi cari. Lo stato di “ipervigilanza” consegue alla perdita della normale capacità di modulazione del grado di arousal cosicché il paziente risponde a stimoli lievi con reazioni abnormi. Si sentono continuamente sul “fili del rasoio”, tesi, come se stesse per succedere qualcosa di terribile, vivono come se fossero ancora minacciati dallo stress. Inquadrabili in questo contesto risultano anche l’irritabilità, gli scoppi d’ira e l’esplosività, l’insonnia, la difficoltà di concentrazione e della memoria di fissazione.

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